«Apriamo il cuore al Signore che viene»

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Il 16 dicembre in cattedrale l’ultima catechesi sui vangeli del Tempo di Avvento

TORTONA – Mercoledì 16 dicembre il vescovo ha concluso le catechesi del Tempo di Avvento tenute i mercoledì sera del mese in cattedrale e trasmesse in diretta streaming sui siti diocesani, dove sono state seguite da centinaia di fedeli della diocesi e non solo. Il vescovo ha rivolto ai presenti e a quanti erano collegati un affettuoso ringraziamento e ha ricordato l’attività dell’Apostolato biblico che riprende il 9 gennaio e prosegue la riflessione sulla Parola di Dio. Mons. Viola ha rivolto a tutti questa domanda: «Come ci si prepara al Natale?» e ha chiesto aiuto alla Vergine Maria per imparare «a stare di fronte al mistero della presenza del Signore e ad accoglierlo nella nostra vita perché vogliamo che questo Natale lasci una traccia dentro di noi e non solo sentimenti passeggeri che ci portano poi a ripiombare dentro il grigiore della nostra vita».

Il segreto per vivere pienamente «il fatto dell’incarnazione» è racchiuso nella pagina del vangelo di Luca in cui l’evangelista narra l’annuncio dell’angelo Gabriele a Maria, «parola enorme, che nessuna mente umana avrebbe potuto immaginare».

«Il suo “Ecco la serva del Signore” coincide con il compiersi di quella parola».

«Lei si definisce serva – ha affermato padre Viola – perché questo titolo dichiara la sua assoluta disponibilità e docilità illimitata a quanto l’angelo le ha annunciato. Si rende così disponibile ad accogliere un Dio che ha scelto di farsi servo. Dentro di lei lo Spirito fa il Verbo carne.

Questo è l’unico fatto nuovo che la storia può raccontare. Tutto è avvolto in uno stupore infinito».

«Dio – ha proseguito – ha scelto di entrare nella nostra storia non con effetti ma con la normalità sublime della nostra umanità.

Per nove mesi il figlio di Dio cresce nascosto nel grembo di una ragazza e questa normalità continua anche dopo per lungo tempo.

La sublimità del mistero è dentro la normalità di un’umanità “strepitosa” come la maternità.

La piccola casa di Nazareth diventa il luogo più alto della contemplazione della presenza di Dio fatto uomo».

Per accogliere la bellezza del mistero è importante «aprire il cuore allo stupore dell’amore di Dio per noi, al fatto dell’incarnazione che non dobbiamo ridurre a un’emozione fugace e passeggera». Il Signore ha ridotto la distanza e ha raggiunto l’umanità nella sua condizione. «Spetta a noi – ha spiegato – individuare un luogo della nostra vita, dove lui quest’anno verrà a farci visita e tirarci fuori da lì. Dovremmo poterci dire che nel Natale 2020 il Signore ci ha visitati nel mistero dell’incarnazione e ci ha dato la possibilità di rinascere». Al termine, prima della benedizione finale, Mons. Viola ha ricordato che le celebrazioni della Vigilia, di Natale, del 31 dicembre, di Capodanno e dell’Epifania presiedute da lui in cattedrale saranno anche trasmesse sui siti diocesani.

Daniela Catalano

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