«Associazione e sacerdoti in comunione nel servizio reciproco»

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Cosa significa essere assistenti di Azione Cattolica?

Don Claudio: «Siamo contenti di fare parte della famiglia dell’A.C. e di servire come presbiteri l’associazione in questa comunione tra pastori e popolo. L’associazione in questo è davvero una palestra perché, nel camminare insieme, – pastori e laici – si manifesta la vera natura della Chiesa. Nei giorni di lockdown, come adulti, abbiamo ripreso in mano i testi del Concilio e abbiamo riletto la “Lumen Gentium” (soprattutto il capitolo terzo) e la “Apostolicam Actuositatem” un documento prezioso a livello associativo da cui emerge proprio un servizio reciproco che si illumina a vicenda. Per quanto ci riguarda noi ci sentiamo davvero accompagnati e sostenuti dall’associazione, nella quale operiamo ormai da diversi anni, e nello stesso tempo ci sosteniamo vicendevolmente come realizzazione visi- bile del nostro sacerdozio».

Don Luca: «Concordo con don Claudio e aggiungo che per noi essere assistenti vuol dire essere pienamente sacerdoti. Quando siamo in A.C. facciamo un vero e proprio accompagnamento spirituale che si traduce in un vivere fianco a fianco e dal quale riceviamo moltissimo sostegno e affetto che ci rende sereni nel nostro cammino».

All’inizio del nuovo triennio associativo quali sono le aspettative e le speranze per il futuro dei tre settori e del MSAC?

Don Claudio: «L’A.C. ha il gran-de privilegio di vivere, pensare e agire come la Chiesa; non ha un suo leader ma è espressione della Chiesa. Papa Francesco il giorno di San Pietro, nella sua omelia, ha indicato due attenzioni particolari per la Chiesa di oggi e quindi an-che per l’A.C. nazionale e diocesana che sono l’unità e la profezia.

Unità vuol dire camminare insie-me, essere uniti come settori, con la Chiesa e con il mondo, mantenendo sempre la stima reciproca tra i membri. La profezia è forse l’aspetto più faticoso nella Chiesa di oggi perché siamo tentati a guardare i fasti del passato, dei grandi numeri, delle bandiere e degli stendardi, in realtà, invece, si tratta di una condizione nuova fatta di piccoli segni. Uno di questi per noi è la nuova presidente che è una giovane donna che ha fatto tutto il cammino iniziando dall’ACR.

Abbiamo anche un nuovo consiglio composto di persone che han-no una grande passione educativa. Vogliamo esprimere il nostro grazie a loro e a tutti coloro che nell’associazione servono la Chiesa con competenza, impegno e passione nella gioia del Risorto.

Noi, dunque, non abbiamo un pia-no di azione particolare se non quello di vivere secondo le due direttive del Papa, cercando, ogni giorno, di rispondere alle sfide o-dierne con grande serenità certi che il mondo è nelle mani di Dio e che noi dobbiamo essere docili a lui.

Per quanto riguarda il Settore A-dulti ci impegniamo a portare avanti la linea pastorale della nostra diocesi tracciata nelle quattro Lettere Pastorali e nel documento assembleare redatto lo scorso febbraio. Vogliamo aiutare il vescovo e sostenerlo nell’esercizio del suo ministero ma soprattutto nelle scel-te pastorali che stanno coinvolgendo sempre più le comunità.

Lo stile del camminare insieme dell’A.C. si ritrova nelle parrocchie ed è bello quando i collaboratori del parroco sono anche iscritti all’associazione.

La Chiesa gioiosa annunciata nel vangelo è possibile se siamo noi per primi gioiosi. La nostra equipe adulti in questi anni si è anche rinnovata, sempre nello spirito della comunione, per portare nelle comunità un progetto comune».

Don Luca: «I giovani e il MSAC, tenendo come guida il documento associativo diocesano che progetta il triennio, vogliono coltivare un senso di appartenenza all’associazione, che in questi tempi è cambiato. Un cambiamento che può essere positivo, ma anche causare la perdita di identità che al contrario si deve mantenere viva. Nel periodo della quarantena abbiamo capito quanto il farsi prossimi sia stato per tutti una vera ancora di salvezza.

L’A.C., come la scuola, non si è mai fermata, ha sempre lavorato, anche a distanza attraverso le varie piattaforme, soprattutto per farsi vicina a tutti in tutti i settori, soprattutto nell’ACR, che sta continuando il cammino anche in estate e per i giovani che sentono il bisogno di stare insieme. La scelta della formazione è fondamentale perché il compito dell’A.C. è quel-lo di formare dei credenti.

Il MSAC è un movimento missionario che ha il compito preciso di portare Gesù Cristo nella scuola. Noi vogliamo focalizzarci su questo compito in particolare e il modo in cui lo faremo ci sarà ispirato dallo Spirito Santo. I ragazzi portano Gesù nella scuola con il loro stile fresco e simpatico.

Aprirsi alla missionarietà per il MSAC è la sua ragione di vita e questa è una sensibilità che tutti i settori devono avere. Noi di A.C. per primi dobbiamo parlare della bellezza di appartenere all’associazione perchè questo farà in modo che altri si aggiungeranno alla nostra grande famiglia».

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