Aumentano i lupi nell’Alessandrino
Coldiretti lancia l’allarme per il numero di esemplari in continua crescita
TORTONA – La popolazione del lupo che negli anni ’70 aveva raggiunto la soglia dell’estinzione, ora è in rapida espansione al punto da mettere a rischio il mantenimento della biodiversità. Nel solo Piemonte si stima una popolazione compresa tra i 450 e i 500 lupi quando in Francia sono complessivamente circa 550 e la tendenza è che vadano a occupare sempre maggiori aree del territorio, spostandosi sempre più a bassa quota. Sull’Appennino alessandrino sono almeno dieci i branchi di lupi: un numero in crescita che mette al centro dell’attenzione non soltanto la sicurezza del bestiame, ma anche la tutela dell’incolumità di chi vive le montagne e le colline, con il moltiplicarsi di avvistamenti e predazioni anche in pianura. «Da anni le associazioni di categoria agricole chiedono un cambio di passo concreto per venire in soccorso alle imprese, soprattutto agli allevamenti zootecnici da carne che – come sottolineano Mauro Bianco e Roberto Rampazzo, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Alessandria – stanno già affrontando le difficoltà legate alla pandemia con il canale Ho.Re.Ca chiuso e le speculazioni lungo le filiere». La Regione Piemonte – tramite il suo vicepresidente Fabio Carosso – ha intanto aperto un tavolo di tutte le regioni dell’arco alpino al fine di formulare un documento che punti a dare ai territori strumenti innovativi, rispetto a quelli vigenti, da sottoporre al Ministero dell’Ambiente.
E, nel frattempo, la giunta regionale ha approvato uno stanziamento di 300.000 euro per il risarcimento dei danni causati dalle predazioni dai lupi al patrimonio zootecnico in Piemonte e per i costi sostenuti a difesa del bestiame. Un altro problema vicino al collasso è quello legato alla crescita esponenziale dei cinghiali: «Una situazione che sta diventando insostenibile per le nostre imprese e per la sicurezza dei cittadini – concludono i referenti di Coldiretti Alessandria – e che sta compromettendo l’equilibrio ambientale di vaste aree territoriali della provincia, anche in zone a elevato pregio naturalistico».
Alessandra Dellacà