Autostrade a rischio per il gruppo Gavio

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Il Consiglio di Stato respinge il ricorso contro l’esclusione dalla gara di concessione

TORTONA – Il gruppo Gavio è escluso dalla gara per l’aggiudicazione dei lavori sulle tratte autostradali “A21 Torino-Piacenza, A5 Torino-Quincinetto, Bretella di collegamento A4/A5 Ivrea-Santhià, diramazione Torino-Pinerolo e Sistema Autostradale Tangenziale Torinese”. Lo ha deciso il Consiglio di Stato che, nei giorni scorsi, ha respinto il ricorso presentato dalle società del Gruppo contro il provvedimento adottato in sede di prequalifica dalla Commissione del Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili il 19 dicembre 2019.

L’esclusione è dovuta al fatto che la Società Autostrada Ligure Toscana (SALT), quale mandataria del raggruppamento temporaneo d’imprese Itinera, Euroimpianti, Sinelec e Proger, non avrebbe dimostrato, in sede di verifica dei requisiti di partecipazione, il possesso dell’attestazione Soa (Società Organismi di Attestazione), cioè della certificazione obbligatoria per la partecipazione a gare d’appalto per l’esecuzione di lavori pubblici, con importo a base d’asta superiore a 150.000 euro, prescritto dal bando di gara. I requisiti, invece, erano posseduti dalle imprese mandanti.

Il ricorso al Consiglio di Stato era stato deciso dopo che, con sentenza dello scorso mese di gennaio, il Tar del Lazio aveva confermato l’esclusione dell’impresa tortonese dalla gara. Sulla vicenda è intervenuta ASTM (Autostrada Torino Milano), che controlla più del 95% del capitale di SALT e che, a sua volta, fa capo a Gavio attraverso Nuova Argo Finanziaria (43,02%), Nuova Codelfa (1,39) e Aurelia (6,34), la quale ha dichiarato che «il Gruppo prende atto della sentenza del Consiglio di Stato e, fermamente convinto della legittimità del proprio operato e della sua rispondenza alla legge, valuterà con i propri legali ogni ulteriore iniziativa in tutte le sedi competenti a tutela dei propri diritti». Adesso i lavori oggetto dell’appalto potrebbero passare al Consorzio Stabile Sis (15 milioni di capitale sociale) controllato dalla torinese Inc Spa (circa 200 milioni di euro di volume d’affari) della famiglia Dogliani.

Cesare Raviolo

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