Basta biodigestori. Tutti qui?
Difesa del territorio. In 18 comuni dell’Oltrepò e del Basso Pavese è partita la raccolta firme del Comitato, presieduto da Ettore Brandolini, contro il nuovo insediamento di Stradella. Si teme per inquinamento e traffico. E anche a Pinarolo Po e a Casei Gerola…
DI OLIVIERO MAGGI
È partita la raccolta firme a Stradella, Portalbera e in altri 16 Comuni di Oltrepò e Basso Pavese a sostegno della petizione “No al biodigestore di Stradella” con cui il Comitato difesa ambiente Oltrepò, presieduto dall’ex consigliere comunale stradellino Ettore Brandolini, si oppone alla realizzazione di un biodigestore lungo la Sp200, tra Stradella e Portalbera, della Società Bmet9 che ha depositato il progetto in Provincia. Già un centinaio, fa sapere il sindaco Gianpiero Bellinzona, sono le firme raccolte in municipio a Stradella (si firma, muniti di documento di identità, all’ufficio protocollo, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e il lunedì pomeriggio anche dalle 15 alle 17.30), mentre da lunedì è partita la raccolta anche in municipio a Portalbera (dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 12.30, sempre con documento di identità). Intanto il sindaco di Portalbera, Maurizio Gramegna, ha contattato il consigliere provinciale Elio Grossi per “firmare” anche nei 17 Comuni della Consulta ambientale della provincia di Pavia (oltre a Portalbera, Monticelli Pavese, Badia Pavese, Santa Cristina e Bissone, Chignolo Po, Miradolo Terme, Inverno e Monteleone, Villanterio, Torre de’ Negri, Valle Salimbene, Linarolo, Costa de’ Nobili, Zerbo, Gerenzago, San Cipriano Po, Spessa, Filighera). Tra i sottoscrittori della petizione anche il capogruppo di minoranza di Stradella, Alessandro Cantù, che giudica il progetto del biodigestore «un intervento non adeguato al nostro territorio». «La richiesta di un impianto biodigestore a Stradella segue di pochi mesi un’analoga iniziativa prevista e poi non realizzata nel vicino comune di Arena Po e altre in itinere in altri comuni dell’Oltrepò. – spiega Brandolini – Il reiterarsi di tali richieste sta assumendo dimensioni preoccupanti e tali da mettere a repentaglio ambiente e salute di un territorio già pesantemente colpito dall’emergenza amianto e per il quale, da tempo e anche con finanziamenti pubblici, sono state investite risorse per una sua valorizzazione turistica». Nella petizione vengono esposte le preoccupazioni principali che il comitato ha rilevato: le dimensioni dell’impianto, previsto in un’area vicina a luoghi popolati di Stradella e Portalbera; la viabilità, con una previsione di 40-50 mezzi pesanti al giorno in transito e la presenza di un unico accesso consentito all’impianto (da via Po) e il fatto che il biometano che sarà prodotto non sarà più immesso nella rete gas ma liquefatto e stoccato nel sito per essere poi commercializzato come carburante per i mezzi di trasporto. Eppure l’Oltrepò pavese si conferma territorio di interesse per questo tipo di insediamenti. Mentre è in corso l’iter autorizzativo per un impianto analogo a Pinarolo Po (per cui il sindaco Giuseppe Villani ha espresso preoccupazioni simili ai colleghi di Stradella e Portalbera), è ripartito anche l’iter del biodigestore di Casei Gerola: la società proponente ha chiesto alla Provincia una serie di modifiche, ad esempio al piano di alimentazione dell’impianto e a una serie di componenti. Il biodigestore era stato autorizzato nel 2021, poi confermato dal Tar che aveva bocciato il ricorso di Comuni e ambientalisti.