Beata Caterina Mattei

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Riprendiamo il nostro cammino alla scoperta dei santi e dei beati raccontando la vita di Caterina Mattei, terziaria domenicana proclamata beata nel 1808 da papa Pio VII.

Caterina nacque a Racconigi nel 1486, da Billia Ferrari e dal fabbro Giorgio Mattei. A cinque anni ebbe una visione della Madonna, seguita da vari altri fenomeni mistici. Crescendo la “bella biondina”, come era chiamata in paese, respinse ogni offerta di matrimonio e giovanissima fece voto di verginità. A 24 anni ricevette il dono delle stimmate. Durante il corso della sua vita ebbe altre visioni e colloqui con il Signore e con la Vergine. Nel 1513 vestì l’abito delle Terziarie domenicane, insieme a due amiche e si impegnò a vivere secondo la regola di san Domenico in castità, povertà e obbedienza, non in convento, ma in casa. Si offrì vittima di espiazione per i peccatori durante la guerra che imperversava nel suo paese. Gesù apparendole le rivelò la sua missione: «Con l’esemplarità della tua vita procurerai l’onore mio e la salvezza delle anime in queste terre… Non ti mancheranno tribolazioni, anche da parte del demonio». Caterina subì aridità spirituali, malattie, contrarietà, tentazioni e vessazioni diaboliche ma fu arricchita di molti doni straordinari. Le grazie divine e i miracoli che operava le attirarono gelosie, invidie e calunnie e fu anche accusata di essere una “masca” ossia una strega, per cui fu sottoposta all’inquisizione di Torino. Subì vari altri interrogatori a Casale, Vercelli, Mirandola. Ne uscì scagionata da ogni accusa. Non si placarono, però, i pettegolezzi e le calunnie, che portarono il principe Bernardino di Savoia a metterla al bando nel 1523. Caterina si ritirò nel vicino paese di Caramagna, dove continuarono le esperienze mistiche e ricevette la visita del conte Gian Francesco Pico della Mirandola, nipote e biografo del famoso umanista Giovanni Pico della Mirandola, che giunto curioso e diffidente, ricevette le confidenze sulle sue esperienze mistiche e divenne amico della donna. Una sera mentre era a letto colpita da una grande febbre stava pensando alle anime purganti, quando improvvisamente sentì una voce che disse: «Caterina, affinché da qui in avanti, tu ti possa prendere maggiormente a cuore le povere anime, io ti farò ora sentire per un istante le loro pene».

Fu rapita in estasi e condotta in Purgatorio, dove vide le fiamme e le anime che soffrivano le pene più atroci. Da allora le sue preghiere e le sue penitenze, le offrì metà per la conversione dei peccatori e metà per suffragare le anime del Purgatorio.

Negli ultimi anni di vita soffrì di una lunga malattia.

Morì a Carmagnola il 4 settembre 1547. Le sue spoglie furono trasferite nella chiesa nella chiesa dell’Assunta di Garessio, dove ancora oggi sono venerate. La sua casa di Caramagna fu trasformata in santuario. La memoria liturgica si celebra il 4 settembre.

Daniela Catalano

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