Beata Elisabetta Achler

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DI DANIELA CATALANO

La beata di questa settimana è Elisabetta Achler, mistica francescana tedesca, beatificata da Papa Clemente XIII nel 1766, che la Chiesa celebra il 25 novembre. Elisabetta, nota anche come “Gute Beth” (Buona Betta), nacque il 25 novembre 1386 a Waldsee, nel Sud Ovest della Germania, da una coppia di tessitori e crebbe insieme a numerosi fratelli e sorelle. Ebbe come precettore e padre spirituale il religioso agostiniano padre Konrad Kügelin che a 14 anni l’aiutò a diventare terziaria francescana. A 17 anni, poi, si trasferì con altre giovani donne nel romitaggio di Reute, dove ancora oggi c’è un convento. Fu sempre assidua nella preghiera e nella penitenza e non lasciava quasi mai il convento, tanto che fu chiamata “reclusa”. Spesso pregava in giardino, in ginocchio, in totale contemplazione. Nel 1406 il romitaggio fu elevato a convento francescano e le suore seguirono la Regola del Terzo Ordine francescano. Elisabetta si occupava della cucina e aveva cura dei poveri che si presentavano alla porta del convento. La sua vita di religiosa era rivolta soprattutto alla contemplazione della Passione di Cristo e alcune volte ricevette anche i segni come le spine sulla testa, i segni delle frustate e anche le stimmate. Ebbe anche il privilegio di avere visioni dei santi del cielo e delle anime del purgatorio e ottenne che alcune di queste anime apparvero al suo confessore per richiedere i suffragi e le applicazioni delle Sante Messe. Durante il Concilio ecumenico di Costanza predisse la fine del grande scisma occidentale e l’elezione di papa Martino V. Morì a Reute a 34 anni, il 25 novembre 1420, e subito dopo la sua morte padre Kügelin scrisse la sua biografia in lingua latina, poi tradotta in tedesco. La “buona Betta” è l’unica fra le mistiche tedesche del XIV e XV secolo ancora oggi venerata.

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