Beata Eugénie Smet

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La Beata di questa settimana è la fondatrice della congregazione delle suore Ausiliatrici delle Anime del Purgatorio.

Eugénie Smet, beatificata da Pio XII nel 1957, che la Chiesa ricorda il 7 febbraio, nacque il 25 marzo 1825 a Lille da una famiglia borghese cattolica di origine fiamminga.

Studiò dalle suore del Sacro Cuore, e a 17 anni voleva diventare una di loro.

Rimase, però, in famiglia, dedicandosi all’apostolato in parrocchia e divenne sostenitrice dell’Opera per la propagazione della fede, formata da laici e fondato nel 1822 da Pauline Jaricot che ebbe una vasta diffusione. Chi ne faceva parte aiutava le missioni con la preghiera ogni giorno e con una piccola offerta settimanale.

Nel novembre 1853 Eugenia, a 28 anni, dopo aver fatto voto privato di castità, decise di promuovere un’associazione di fedeli impegnati a pregare per le anime del Purgatorio, che poi si trasformò nell’idea di una congregazione di suore.

Chiese consiglio anche al papa Pio IX e al Curato d’Ars, e all’inizio del 1856, nella Parigi trionfale di Napoleone III, iniziò il suo cammino con cinque religiose.

Nacquero così le Suore Ausiliatrici del Purgatorio che avevano come impegno quello di pregare per i defunti non ancora accolti tra gli eletti di Dio.

Eugénie, che prese il nome di Maria della Provvidenza, si rendeva anche conto che il purgatorio per molti era già sulla terra, a causa delle difficoltà da affrontare. Stabilì, allora, che le suore si dedicassero alla preghiera per i defunti e al soccorso per i viventi.

Lei era solita affermare: “Bisogna diventare per gli altri la Provvidenza di Dio”. Bisogna aiutare qualsiasi bene”.

Nel 1859 adottò le regole e la spiritualità di sant’Ignazio, permettendo il consolidamento dell’Istituto, la cui espansione fu lenta. La Beata, grazie alla sua concretezza fiamminga, volle prima “irrobustire le radici”. Aprì una casa a Nantes nel 1863, e nel 1867 alcune consorelle partirono per la Cina, dove fu aperta un’altra casa. Nel 1865 oscillò tra la morte e la vita per un mese a causa di una malattia che si rivelò essere un tumore. L’8 dicembre 1869, giorno dell’apertura del Concilio Vaticano I, ricevette una nota da Roma che la confermava come superiora generale a vita. Eugenia guidò negli ultimi anni l’istituto tra le sofferenze fisiche e la tragedia della guerra contro la Prussia.

Morì a Parigi il 7 febbraio 1871 mentre la città era sotto il tiro dei cannoni nemici.

Lo stesso sacerdote che l’assiste fu poi ucciso nei massacri della Comune parigina, alcuni mesi dopo.

Alla fine del XX secolo le Ausiliatrici erano più di 1.500, in 60 case sparse nel mondo.

Daniela Catalano

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