Beato Ambrogio Sansedoni

Visualizzazioni: 1455

Il Martirologio romano il 20 marzo ricorda il Beato Ambrogio Sansedoni, religioso dell’ordine dei frati predicatori.

Nacque a Siena il 16 aprile 1220 da una nobile casata e a causa di una deformità non fu accolto dai genitori ma affidato alle cure di un’umile donna.

Un anno dopo guarì mentre si trovava nella chiesa domenicana della Maddalena e fu poi accolto nella sua famiglia, proprietaria del palazzo che attualmente è la sede della Fondazione del Monte dei Paschi.

Vestì l’abito religioso nell’ordine domenicano il 16 aprile 1237 e nel 1245 fu inviato a studiare a Parigi. Nel 1248 fu inviato a Colonia come discepolo di Alberto Magno ed ebbe come compagni di studio Tommaso d’Aquino e Pietro di Tarantasia, il futuro papa Innocenzo V. Chiamato a Parigi a insegnare, Ambrogio si fece conoscere per l’efficacia della predicazione sia nelle chiese sia nelle piazze. Ebbe doti eccezionali di persuasore, e fu anche grazie a lui che non ci fu uno scisma in Germania, nel 1245, per il dissidio tra il concilio di Lione e l’imperatore Federico II. Alla morte di questi, suo figlio Manfredi tentò di recuperare i territori imperiali nel Sud d’Italia. Siena si schierò con lui e per questo motivo papa Clemente le inflisse l’interdetto cioè il divieto di celebrare i riti sacri. Il beato allora si recò dal Papa, che si trovava a Orvieto, per difendere i suoi concittadini e grazie alla sua capacità oratoria convinse il pontefice. A lui si rivolse anche Corradino, sconfitto e fatto prigioniero a Tagliacozzo, perché intercedesse per lui presso il papa che alla fine gli concesse l’assoluzione dalla scomunica.

Il suo eloquio fu apprezzato a Parigi, in Germania e in tante città italiane dove cercò sempre di mediare i conflitti e creare delle tregue.

Fu inviato a ristabilire la pace tra Genova e Venezia, Firenze e Pisa e a fare la crociata contro i saraceni. Dopo tanti viaggi, tornò a Siena, ricominciando a predicare. Fu colto da un malore durante la predicazione della quaresima del 1286. Siena lo ha ricordato collocando un suo busto sulla facciata del Duomo e dedicandogli un Palio rimasto attivo fino a metà del ’500. Papa Eugenio IV, con breve del 16 aprile 1443, concesse di celebrare la sua festa a Siena e alla provincia toscana dell’ordine domenicano (estesa nel 1622 a tutto l’ordine domenicano). Il beato è stato dipinto sul “drappellone” del palio del 2 luglio 1986, dipinto da Carlo Cerasoli e vinto dalla contrada del Drago, in occasione del 7° centenario della morte.

Daniela Catalano

Commenti: 0

Il tuo indirizzo mail non sarà reso pubblico. I campi obbligatori sono segnati con *