Beato Carlo Gnocchi
Il 25 ottobre è il giorno in cui la Chiesa ricorda il Beato don Carlo Gnocchi. Il sacerdote nacque proprio il 25 ottobre del 1902 a San Colombano al Lambro. Entrò nel Seminario di san Pietro martire a Monza e il 6 giugno 1925 fu ordinato sacerdote. Dal 1926 al 1936 fu coadiutore nella parrocchia di san Pietro in Sala, la più vasta della Diocesi milanese. Durante il fascismo sentì con urgenza la necessità di annunciare la Parola di Dio senza confondersi con l’indottrinamento ideologico del regime.
La sua passione pastorale per la gioventù fu notata dai Fratelli delle Scuole Cristiane, che il 22 settembre 1936 lo nominarono padre spirituale al loro istituto “Gonzaga”. Nel 1940, quando l’Italia entrò in guerra, don Carlo si arruolò come cappellano volontario, con destinazione il fronte greco albanese.
Terminata la campagna nei Balcani, nel 1942 ripartì per il fronte russo. Nel gennaio del ’43 iniziò la drammatica ritirata del contingente italiano e don Carlo, caduto durante la marcia, fu raccolto su una slitta e miracolosamente salvato. Ritornato in Italia iniziò a cercare i familiari dei caduti per dare loro un conforto morale e materiale. In questo periodo aiutò molti partigiani e politici a fuggire in Svizzera e fu arrestato con l’accusa di spionaggio.
Nel 1945 fu nominato direttore dell’istituto “Grandi Invalidi” di Arosio, dove accolse i primi orfani di guerra e i bambini mutilati, iniziando l’opera che lo gli fece conquistare il titolo di “padre dei mutilatini”.
Sul fronte russo aveva promesso ai moribondi che avrebbe pensato ai loro figli. Nel frattempo fu anche nominato assistente ecclesiastico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ruolo che mantenne fino al 1948. Il 12 ottobre 1948 nacque la Fondazione “Pro Infanzia Mutilata”, poi diventata “Pro Iuventute” e in seguito aprirono i collegi di Pessano, Inverigo, Torino, Parma e Ro-ma. Nel suo impegno fu aiutato anche dall’Opera di Don Orio-ne, oltre che dai Fratelli delle Scuole Cristiane e da numerosi laici. Il suo genio organizzativo e il suo innegabile carisma fecero crescere l’opera che si dedicò anche a orfani, emarginati e malati. Della Fondazione fa parte anche il Centro “S. Maria alle Fonti” aperto più di 60 anni nella nostra diocesi a Salice Terme. Nel gennaio del 1956 a don Carlo fu diagnosticato un tumore che lo portò alla morte il 28 febbraio. Prima di morire donò le sue cornee a due giovani non vedenti, pur non essendoci ancora alcun regolamento sulla donazione degli organi. Poco dopo fu varata la legge in merito. Il 25 ottobre 2009 fu beatificato a Milano dal card. Tettamanzi.
Daniela Catalano