Beato Daniel Brottier

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Il 25 novembre 1984 Papa Giovanni Paolo II ha beatificato Daniel Brottier, sacerdote della Congregazione dello Spirito Santo, che la Chiesa commemora il 28 febbraio.

Nacque il 7 settembre 1876 a La Ferté-Saint Cyr, diocesi di Blois, in Francia, e mostrò già in giovane età il desiderio di diventare sacerdote, ricevendo l’incoraggiamento anche dai genitori e da un prete che ne favorì l’ingresso nel seminario diocesano. Entrò nel 1890 e fu ordinato sacerdote a 23 anni nel 1899. Inviato come professore nel Collegio ecclesiastico di Pontlevoy, sentì ben presto la vocazione per la vita missionaria. Nel 1902 entrò come novizio nella congregazione dello Spirito Santo (Spiritani) ad Orly, l’anno seguente emise i voti religiosi e partì quasi subito per il Senegal, allora colonia francese. Poté restarci circa tre anni, perché a causa di violenti e continui attacchi di emicrania che l’avevano colpito, fu costretto, nel 1906, a ritornare in Francia. Rimessosi in salute, l’anno seguente volle andare per la seconda volta in Senegal ma il male si ripresentò ancora violento e dopo qualche tempo dovette tornare definitivamente in patria. In Francia, decise di fondare l’opera «Souvenir Africain», allo scopo di costruire la cattedrale di Dakar che fu consacrata il 2 febbraio 1936, poche settimane prima della morte di Brottier. Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, benché in Francia i preti dovessero prestare servizio nell’esercito, Daniel fu esonerato per la sua salute cagionevole. Fu però uno dei primi sacerdoti ad arruolarsi come cappellano volontario, trascorrendo quattro anni al fronte.

Esponendosi alle situazioni più pericolose, amministrò i sacramenti ai sofferenti e ai moribondi ogni volta che ne aveva la possibilità. Attribuì la propria salvezza tra gli orrori della guerra, alla protezione di santa Teresa di Lisieux, verso la qua- le nutriva una grande devozione e sotto la cui particolare intercessione lo aveva posto il vicario apostolico del Senegal.

Trascorse cinquantadue mesi al fronte senza riportare ferite. Finita la guerra fondò l’Unione nazionale combattenti.

Nel 1923 il cardinale di Parigi chiese ai superiori della congregazione dello Spirito Santo che il sacerdote lo affiancasse nel progetto di ricostruzione dell’Opera degli orfani apprendisti, nel quartiere parigino di Auteuil. Realizzata l’opera trascorse gli ultimi tredici anni di vita servendo orfani e bambini abbandonati e affidandoli a santa Teresa. Morì il 28 febbraio 1936 per una malattia polmonare. Fu sepolto nella cappella di S. Teresa nella Casa degli Orfanelli di Auteuil.

Daniela Catalano

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