Beato Donizetti Tavares
Il Beato di questa settimana fu il parroco degli ultimi, innamorato della Vergine di Aparecida e noto come il “taumaturgo”.
Padre Donizetti Tavares de Lima, che la Chiesa commemora il 16 giugno, è stato beatificato il 23 novembre 2019. Nacque nella città di Cássia, nello Stato di Minas Gerais, in Brasile, il 3 gennaio 1882. Era il quinto di 16 figli nati da un avvocato e una maestra appassionati di musica, che li battezzarono con il cognome di grandi compositori (Donizetti, Rossini, Bellini, Mozart, Verdi). Ricevette una valida formazione religiosa.
Quando era bambino la famiglia si trasferì nello Stato di San Paolo. A 12 anni entrò nel seminario diocesano, dove eb- be l’incarico di organista e di maestro di musica. Nel 1900 si iscrisse all’Università Statale alla Facoltà di Diritto; nel 1903 iniziò gli studi filosofici e teologici in preparazione al sacerdozio. Fu ordinato sacerdote il 12 luglio 1908. Quando nacque la nuova diocesi di Campinas fu destinato alla parrocchia di Jaguary. Nel 1909 fu nominato parroco di Vargem Grande do Sul, nella diocesi di Ribeirão Preto. Fu sempre il sacerdote di tutti e si impegnò a favore della gente, difendendo i diritti dei poveri e degli operai, inimicandosi, a volte, i ricchi e gli imprenditori.
Costruì una nuova parrocchia e le chiese di N. Signora Aparecida e di S. Benedetto.
Nel 1926 fu trasferito come parroco a Sant’Antonio a Tambaú. Realizzò l’ospizio di S. Vincenzo de’ Paoli per gli anziani indigenti, l’associazione di Protezione per la Maternità e l’Infanzia, un asilo per i bambini, un centro di rifornimento alimentare per i poveri, un Circolo Operaio per i dipendenti delle fabbriche. La squadra di calcio, la banda musicale, la Congregazione Mariana e le Figlie di Maria. Aveva sempre una grande attenzione per i giovani ed era molto vicino a-gli immigrati italiani giunti in Brasile in cerca di migliori condizioni di vita e che incontravano le prepotenze dei ricchi proprietari terrieri. Viveva in povertà e si adoperò per aumentare i possedimenti della parrocchia e investire le rendite in opere sociali. Acquistava i terreni e le case per chi non possedeva niente. Dal 30 maggio 1954 allo stesso giorno dell’anno successivo fu visitato da numerosi pellegrini attirati dai suoi poteri taumaturgici, ma proprio lui stroncò sul nascere questa iniziativa.
Morì in fama di santità a Tambaú il 16 giugno 1961. I suoi resti mortali l’8 maggio 2009 sono stati traslati presso il suo santuario di Nostra Signora Aparecida a Tambaú.
Daniela Catalano