Beato Federico Ozanam
Il Beato di questa settimana è Antonio Federico Ozanam, beatificato a Parigi, il 22 agosto 1997, da Giovanni Paolo II, in occasione della XII Giornata mondiale della Gioventù e ricordato l’8 settembre.
Nacque a Milano, il 23 aprile 1813, quinto di 14 figli, in una famiglia francese, che si era stabilita in città durante l’impero napoleonico e che poi ritornò nell’originaria Lione.
Compì gli studi ordinari nel Collegio Reale di Lione dove fu fortemente influenzato da uno dei suoi professori che lo introdusse al Cattolicesimo.
Nel 1831 si trasferì a Parigi, dove all’Università della Sorbona seguì i corsi prima di diritto e poi di lettere. Nella capitale conobbe importanti personaggi dell’epoca.
Durante gli studi collaborò a vari giornali. Il 23 aprile 1833 insieme ad alcuni amici, parrocchiani della chiesa parigina di Saint-Étienne-du-Mont, decise di fondare una piccola società votata all’aiuto dei poveri, che prese il nome di “Conferenza di carità”. Lo scopo era garantire l’amicizia sotto il segno della fede e della carità e di testimoniare in modo personale e autentico il proprio cristianesimo attraverso la visita dei poveri a domicilio.
Nel 1835 la conferenza mutò la denominazione in “Società di San Vincenzo de’ Paoli” e si sviluppò in modo molto rapido. Nel 1836 Ozanam si laureò in Giurisprudenza e nel 1838 in Lettere con una tesi su Dante. L’anno dopo fu nominato professore di diritto commerciale a Lione. Nel 1840 ottenne la nomina alla Sorbona di Parigi come professore di Letteratura straniera e nel 1841 sposò Amelia Soulacroix, da cui nacque la figlia Maria.
Il suo progetto era quello di impegnarsi nella dimostrazione della verità del cristianesimo attraverso l’analisi della storia dell’alto Medioevo, periodo in cui la Chiesa aveva raccolto l’eredità dell’antichità classica e si era confrontata con i popoli germanici. Nel frattempo la sua attività nel campo sociale e politico non venne mai meno. Espresse il suo pensiero in difesa degli operai e del proletariato urbano e sostenne un tipo di società fondata sulla proprietà privata, un’organizzazione del lavoro per un salario sufficiente, un’adeguata istruzione, l’assistenza pubblica e il rispetto del riposo domenicale. In questo anticipò i temi dell’enciclica Rerum Novarum, del 1891.
Conobbe molto bene l’Italia, dove compì vari viaggi, sia per motivi di studio, sia personali e fu ricevuto due volte da Pio IX. Morì a soli 40 anni, a Marsiglia, l’8 settembre 1853 per problemi renali.