Beato Francesco Venimbeni
Di Daniela Catalano
Grazie al beato di questa settimana sappiamo che Fabriano ha ospitato san Francesco. Il beato Francesco Venimbeni, infatti, è l’autore della Cronica Fabrianensis, databile al 1319, nella quale racconta la sua vita e quella dell’ordine francescano nella sua città e attesta di aver visto e letto un documento autentico che riporta l’origine della concessione dell’indulgenza della Porziuncola. Venimbeni nasce a Fabriano il 2 settembre 1251 in una ricca famiglia, devota a Francesco di Assisi, canonizzato nel 1228. La madre lo chiama Francesco in onore del santo e lo affida alla sua protezione quando ancora piccolo si ammala gravemente, facendo voto di portarlo sulla sua tomba in caso di guarigione. Quando ciò accade, accompagnato dalla mamma, conosce frate Angelo, uno degli autori che figurano nella Leggenda dei Tre Compagni (la più importante delle biografie non ufficiali di san Francesco), il quale, avvicinandosi al fanciullo e osservandolo afferma: «Questo sarà dei nostri». Francesco, dopo aver compiuto gli studi di filosofia, all’età di 16 anni, entra nell’Ordine Francescano. Mentre è novizio a Fabriano, si reca ad Assisi per lucrare l’indulgenza della Porziuncola e incontra frate Leone, uno dei primi compagni del fondatore dell’ordine. Per due volte è superiore del convento di Fabriano dove, grazie all’eredità paterna, crea la biblioteca, ottenendo il titolo di “primo fondatore delle biblioteche dell’Ordine”. Si prende personalmente cura dei malati e dei bisognosi a cui fornisce sostegno materiale e spirituale. Venimbeni, che indossa una rozza tunica, trascorre molte ore in confessionale e nella predicazione della parola di Dio, dormendo poco per dedicare più tempo possibile alla preghiera. Ama contemplare i misteri della Passione di Cristo e prega molto per le anime del Purgatorio. Offre a Cristo le sofferenze fisiche degli ultimi mesi di vita. Muore a Fabriano all’età di 60 anni, il 22 aprile 1322, come lui stesso ha predetto. Subito dopo la morte è venerato come beato e Pio VI ne conferma il culto il 1° aprile 1775. Il corpo è custodito nella chiesa di S. Caterina di Alessandria a Fabriano. La sua memoria cade il 22 aprile.
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