Beato Giuseppe Allamano

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Il 16 febbraio la Chiesa celebra la memoria del beato Giuseppe Allamano, fondatore dei Missionari e delle Missionarie della Consolata. Nacque il 21 gennaio 1851 a Castelnuovo d’Asti, paese natale di san Giuseppe Cafasso e di san Giovanni Bosco. Rimasto orfano di padre a soli tre anni, ricevette una valida formazione dalla mamma Maria Anna Cafasso, sorella del santo, di cui Allamano fu fedele imitatore tanto da essere definito «Un Cafasso redivivo» e «una copia assai perfetta del grande zio predecessore». Frequentò il ginnasio a Valdocco ed ebbe come educatore e confessore lo stesso Don Bosco. Vi rimase quattro anni, compiendovi gli studi ginnasiali. Sentendosi chiamato al sacerdozio diocesano, decise di entrare nel seminario di Torino.

A 22 anni fu ordinato sacerdote a Torino e subito incaricato della formazione dei giovani seminaristi. Proseguì gli studi, conseguendo la laurea in teologia presso la facoltà teologica di Torino (30 luglio 1876), e l’abilitazione all’insegnamento universitario. In seguito fu preside delle facoltà di diritto canonico e civile. Nell’ottobre 1880, a soli 29 anni, fu nominato rettore del santuario della Consolata di Torino. Da allora, fino al momento della morte, la sua attività si svolse sempre all’ombra del santuario mariano, che sotto la direzione di don Allamano e la collaborazione di don Camisassa riprese vita e fu trasformato in un gioiello d’arte.

Poco per volta divenne centro di spiritualità mariana e di rinnovamento cristiano per la città e la regione. Il beato raccolse anche memorie sullo zio Cafasso, di cui pubblicò la vita e gli scritti, e ne intraprese la causa di canonizzazione, che portò fino alla beatificazione, il 3 maggio 1925. Nel gennaio del 1900, una malattia, contratta assistendo una povera donna, ridusse in fin di vita il sacerdote.

La guarigione, ritenuta un miracolo della Consolata, fu per lui un segno e l’anno seguente, il 29 gennaio 1901, fondò a Torino l’Istituto Missioni Consolata.

L’8 maggio 1902 partirono per il Kenya i primi quattro missionari, seguiti, alla fine dell’anno, da altri quattro sacerdoti e un laico. Nel 1910 nacquero le Missionarie della Consolata.

Oggi i sacerdoti e le suore sono presenti in 24 Paesi in Africa, America, Europa e Asia.

Il motto di don Allamano era: «Prima santi, poi missionari», intendendo il “prima” come valore prioritario e assoluto.

Morì a Torino il 16 febbraio 1926. La sua salma è venerata nella Casa Madre dei Missionari della Consolata, in corso Ferrucci a Torino. È stato beatificato da Papa Giovanni Pao-lo II il 7 ottobre 1990.

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