Beato Jean-Joseph Lataste
Il 5 settembre 1832, a Cadillac-sur-Garonne, nella Francia del Sud, nacque Alcide Vital Lataste, beatificato il 3 giugno 2012 e ricordato dalla Chiesa il 10 marzo. Suo padre era un liberale e sua madre una donna di grande fede. Ai tre figli insegnò ad amare la Madonna e a recitare il Rosario. Un giorno Alcide incontrò la giovane Cecilia de Saint-Germain e i due si fidanzarono ma lui dovette lasciarla per volere del padre.
Quando due anni dopo Cecilia morì, Alcide si interrogò su quale fosse la sua strada: la famiglia o il sacerdozio. Assetato di amore, si dedicò agli ultimi e si iscrisse alle Conferenze di san Vincenzo, fondate dal bea- to Federico Ozanam. Aprì una mensa gratuita per i poveri e organizzò una scuola serale per i soldati di una caserma.
Scrisse anche a padre Enrico Lacordaire che, alcuni anni prima, aveva “rifondato” l’Ordine Domenicano in Francia, il quale lo invitò a conoscere da vicino la realtà. Nel 1857 entrò nel noviziato domenicano di Flavigny-sur-Ozerain, vestì l’abito bianco dell’ordine e prese il nome di Jean e anche di Joseph, in onore di san Giuseppe.
A 30 anni, l’8 marzo 1863, fu ordinato sacerdote.
Il 14 settembre 1864 entrò nel carcere femminile di Cadillac per predicare una “missione” alle carcerate. Su 400 detenute ben 380 seguirono la sua predicazione. La sera, dopo la predica, le donne andavano a confessarsi da lui. L’ultima sera della missione, il 18 settembre, trascorsero la notte in preghiera, offrendo propositi di conversione e di santità. P. Lataste capì in quel momento che doveva fondare una congregazione e la chiamò “Domenicane di Betania”. Ne facevano parte donne provenienti da una vita retta e altre provenienti da esperienze di peccato che Dio aveva riscattato con la sua misericordia. Nessuno doveva conoscere il loro passato, perché davanti a Dio contava solo l’amore e il sacrificio presente.
A Frasnes, nella diocesi di Besançon, il 14 agosto 1866, iniziò la vita comunitaria del nuovo piccolo istituto. Padre Joseph capì che a quel punto lui doveva sparire perché Betania potesse crescere. Accortosi che il nome di san Giuseppe non figurava nel testo della Messa, nel 1866 fece voto di dare se stesso, fino al sacrificio della vita, affinché il santo ricevesse più onore nella Chiesa e in cambio invocò la sua protezione sulla sua congregazione.
Scrisse anche a Pio IX chiedendo che san Giuseppe diventasse patrono della Chiesa universale. Ammalatosi di tubercolosi, morì il 10 marzo 1869, a 36 anni. Pio IX, l’8 dicembre 1869, riconobbe a san Giuseppe questo titolo proprio come aveva chiesto il domenicano.
Daniela Catalano