Benedetto lavaggio nasale

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DI CARLO ZEME

Non sappiamo ancora che voce abbia Margherita. Possiamo intuirlo perché in queste ultime settimane oltre al consueto “Ba”, esclamato ogni volta che incontra un cane per strada, ha cominciato anche a tenere discorsi tra sé e sé facendoci arrivare all’orecchio qualcosa che assomiglia sempre di più al suo timbro di voce. A distanza di centinaia di metri riusciamo a distinguere il suo pianto da quello di qualsiasi altro bambino o neonato. L’istinto ci dona un sesto senso, quasi un orecchio assoluto per il pianto della nostra bimba: raddrizziamo subito le antenne. Per fortuna non sono molte le situazioni in cui Margherita ci fa precipitare a soccorrerla oppure provare a consolarla. A volte però il suo pianto è già preventivato. Tutte le sere, subito dopo cena, appena prima di andare a dormire, viviamo una scena che ormai conosciamo bene: io sono in piedi con lei in braccio, provo a distrarla cantandole canzoni e ninna nanne ma l’assenza temporanea della mamma la rende inquieta; dal bagno si intravede la luce accesa, il rumore di qualcuno che traffica e per finire il richiamo materno: «Sono pronta: venite»! Entrando in bagno Margherita si dimena diventando un’anguilla che ha l’unico obiettivo di dileguarsi. Poi la protesta si trasforma in pianto: stiamo pulendo il nasino prima della notte. È la classica operazione a “fin di bene”, ma le urla di Margherita che si oppone con tutta la sua forza ai nostri tentativi di farla respirare meglio diventano quasi una danza. Si arrabbia, si gira, allarga le braccia, muove la testa, insomma: fa quello che può. Il lavaggio del naso non dura mai più di dieci secondi e la cosa che alleggerisce il nostro cuore è che nemmeno la rabbia di Margherita dura di più. Appena finito tutti e tre tiriamo un sospiro di sollievo, la piccola guerriera si rilassa, ci guarda allo specchio e mostra un sorriso pacifico. Ancora una volta abbiamo imparato qualcosa noi: ogni volta che nella vita incontriamo un “lavaggio nasale” dobbiamo combattere perché non ci metta in difficoltà, ma appena passato, dobbiamo tornare a sorridere.

carlo.zeme@gmail.com

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