Biodigestore di Medasino: interviene la sindaca Garlaschelli

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«La salute viene prima di tutto»

VOGHERA – La notizia di un possibile ampliamento del biodigestore di Medassino da parte di Asm ha scatenato le polemiche nell’ultimo consiglio comunale che si è tenuto la scorsa settimana a palazzo Gounela. Un progetto che ha suscitato dubbi e perplessità tra i consiglieri seduti ai banchi dell’opposizione dal punto di vista dell’impatto ambientale. La sindaca di Voghera Paola Garlaschelli ha deciso di intervenire spiegando sia ai consiglieri di opposizione sia ai cittadini il progetto che interessa l’area di Medassino. «L’impianto di trattamento e valorizzazione della frazione umida dei rifiuti solidi urbani (FORSU) già esistente a Medassino è stato oggetto nel 2013 di una procedura ad evidenza pubblica conclusasi con l’aggiudicazione a favore della società Alan S.r.l., della concessione ventennale di servizi inerenti la gestione dell’impianto, quindi sino al 2034. – afferma Paola Garlaschelli – Ricordo che questo contratto prevedeva come contropartita il pagamento da Alan a Asm di un canone annuo di 200.200 euro più iva. Nessuna cessione del diritto di superficie ad Alan è avvenuta, come invece è stato erroneamente scritto». «Successivamente, a fine giugno 2020, un accordo transattivo ha portato allo scioglimento anticipato degli effetti del contratto di concessione, facendo rientrare l’impianto nella disponibilità di ASM Voghera a fronte del pagamento ad Alan di 900.000 euro. – continua la sindaca – Il progetto proposto ora da Asm sull’impianto già esistente prevede un suo potenziamento ma altresì un miglioramento del suo impatto ambientale e potrà essere realizzato solo se sarà finanziato dai fondi derivanti dal Pnrr, il tutto con lo scopo di potere portare in utile un impianto che oggi macina solo perdite e che al momento in cui è rientrato in Asm non era nemmeno più dotato di autorizzazioni. Qualunque modifica dell’impianto dovrà ottenere l’autorizzazione della Provincia e passerà per la conferenza dei servizi». «Tutte le forze politiche nei diversi incontri avuti, aventi per oggetto la proposizione del ricorso al Tar contro l’autorizzazione alla realizzazione del nuovo impianto a Campoferro, si sono dichiarate non contrarie a tale tecnologia di impianti (biodigestori), bensì alla specifica allocazione dell’impianto di Campoferro poiché si ritiene non rispetti le distanze necessarie. Gli stessi criteri di salvaguardia varranno anche per Medassino. Mi auguro che il TAR possa accogliere il nostro ricorso e se dalla sentenza emergerà una indicazione relativa alla misurazione delle distanze, la stessa indicazione varrà anche per Medassino. La salute dei nostri cittadini ed il rispetto delle norme viene prima di tutto».

Mattia Tanzi

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