Broni saluta Annamaria Filighera

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La presidente della Fondazione Cella morta all’età di 72 anni

BRONI – Addio ad Annamaria Filighera, presidente per 35 anni della Fondazione “Conte Cella di Rivara” di Broni. È scomparsa nei giorni scorsi a 72 anni a causa di un male incurabile. Nominata presidente nel 1988, ha trasformato la Fondazione Cella da semplice casa di riposo in un polo per l’assistenza socio-sanitaria di anziani, disabili e ammalati con quattro sedi: quella storica di Broni, gli alloggi protetti per anziani dell’ex asilo Garibaldi, il complesso polifunzionale di Vescovera (comunità per disabili, casa albergo per anziani, centro diurno e hospice), la casa di riposo di Arena Po. In 35 anni la Fondazione è passata da 26 a 300 dipendenti e da 80 a oltre 300 ospiti tra servizi residenziali, semi residenziali e domiciliari. L’ultimo progetto che aveva seguito è stato il trasferimento dell’hospice nei locali della Casa di Comunità di Broni, che partirà a breve.

«Annamaria Filighera ha dedicato la sua vita al servizio degli altri, lavorando instancabilmente per la Fondazione Cella. – ha detto il sindaco di Broni, Antonio Riviezzi – Grazie alla sua ineguagliabile esperienza e alle sue capacità manageriali, la Fondazione è diventata una delle realtà più importanti non solo di Broni, ma di tutto il nostro territorio. Era una cittadina benemerita, una donna che ha sempre dimostrato un forte senso di impegno e dedizione verso la sua comunità. Annamaria non era solo una figura istituzionale, ma anche una persona di grande valore umano, che ha saputo creare una realtà d’eccellenza per le persone che vengono ospitate presso la Fondazione. Ricordo con affetto il lavoro che abbiamo svolto insieme durante la pandemia, così come il progetto di riconversione dell’ex ospedale Arnaboldi, ora Casa di Comunità, per il quale la Fondazione ha svolto un ruolo di primaria importanza. La sua scomparsa rappresenta una perdita per la nostra città. Senza dubbio ci mancherà molto, ma il suo lavoro e il suo impegno restano a noi come esempio da seguire. Annamaria ci ha lasciato un’eredità importante che dobbiamo preservare e continuare a sviluppare in suo onore».

Oliviero Maggi

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