Broni si libera dall’amianto killer

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Adesso l’area della ex Fibronit è tutta in sicurezza. Completato il 2° lotto di bonifica. Se ne è parlato nel convegno con il sottosegretario al ministero dell’Ambiente

«Esprimo soddisfazione per il completamento del secondo lotto di bonifica, la rimozione dei materiali pericolosi e la messa in sicurezza di tutta l’area della ex Fibronit». Così l’assessore regionale all’Ambiente e clima della Lombardia Raffaele Cattaneo durante il convegno sull’amianto di venerdì scorso, organizzato dall’amministrazione comunale di Broni al teatro “Carbonetti”, cui ha preso parte anche il sottosegretario al ministero dell’Ambiente Roberto Morassut.

La seconda fase della bonifica sarà ufficialmente conclusa in questi primi giorni di ottobre; mentre nelle settimane successive si avranno a disposizione i dati completi della caratterizzazione del sottosuolo, passaggio propedeutico all’avvio della terza parte. Il secondo lotto ha portato alla rimozione dai capannoni, dei macchinari e delle attrezzature del reparto produttivo, contaminati da amianto; delle coperture pari a 70 mila metri quadrati, dei tubi, degli scarti della lavorazione e degli altri manufatti presenti sul piazzale esterno; oltre alla fognatura interrata.

«Complessivamente sono state smaltite 10 mila tonnellate di rifiuti», ha detto Sergio Castellani, direttore dei lavori. In vista del terzo lotto, entro la fine di ottobre, saranno consegnati agli enti competenti i risultati dell’indagine di caratterizzazione del sottosuolo. «Gli esiti preliminari – ha continuato Castellani – grazie a una stratigrafia, una perforazione molto profonda, ci hanno permesso di individuare uno strato di riporto delle attività della ex Fibronit, contenente terreno contaminato, il cui spessore varia da circa un metro fino a circa 2,5 metri nella porzione più settentrionale, verso la ferrovia. Ma la buona notizia è la presenza più sotto di uno spesso banco di argilla, che è poco permeabile e consente di creare una barriera protettiva per il sottosuolo».

Seguirà poi la terza fase, che consiste nell’abbattimento dei capannoni. L’altra notizia riguarda la ex scuola elementare di viale Gramsci e l’ex palazzina Avis, inseriti nel Sito Fibronit nel dicembre 2017, e i cui lavori di bonifica sono in fase di appalto. «I due edifici risalgono agli anni ’70 – ha spiegato l’ingegner Massimiliano Bazzichi, che seguirà il progetto – e la struttura portante, le barriere divisorie e la soletta del piano terra sono in amianto. La differenza è nella copertura e nei controsoffitti, che sono in lamiera nella scuola, mentre nell’altra struttura sono in cemento amianto». Si procederà allo smontaggio del tetto, quindi alla decostruzione dei due edifici, il tutto nella massima sicurezza sia per gli operai sia per i residenti, visto che entrambe le costruzioni si trovano in zone densamente popolate. «È stata un’occasione di conoscenza diretta della complessità e anche della drammaticità della vicenda amianto qui a Broni. – ha sottolineato il sottosegretario al ministero dell’Ambiente Roberto Morassut – C’è una comunità che ha alle spalle un cammino di sofferenza. Ringrazio i tecnici perché stanno lavorando con impegno e amore, scusate se uso questo termine,

ma quando si parla di queste cose non ci si può limitare al solo aspetto tecnico. Poi voglio congratularmi con il sindaco e la sua comunità che ha fatto dei passi avanti importanti». Il primo cittadino, da sempre impegnato nella lotta alla fibra killer, ha voluto ricordare anche l’attenzione costante per il liceo scientifico (a sua volta inserito nel Sin), dove sono presenti dei manufatti in cemento amianto, ribadendo la volontà di proseguire l’iter per la realizzazione di una nuova struttura che andrà a prendere il posto dell’ex scuola elementare di viale Gramsci, presto oggetto di smantellamento.

L’ultimo punto riguarda la volontà di allargare il Sin a tutto il territorio comunale di Broni e Stradella.

Franco Scabrosetti

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