Calzini sempre lunghi
“Per gli uomini è sempre più facile” suona come un classico stereotipo: proprio in quanto tale, va smantellata la convinzione che, a una cerimonia, la parte maschile degli invitati non debba porsi interrogativi sull’abbigliamento e che non rischi in alcun modo di sbagliare. La moda non dedica la stessa fantasiosa mutevolezza delle vetrine per donna all’armadio dell’uomo e questo sembra ridurre l’incertezza delle scelte. I margini ristretti, tuttavia, rendono ancor più importante la cura dei particolari e le piccole regole che consentono di non stonare. In assoluto, gli abiti maschili dovranno risultare di buon taglio e di materiali di qualità, non apparire troppo sfarzosi e nemmeno troppo sportivi e, infine, non declineranno il concetto di “classico” suggerendo l’impressione che i convenuti giungano di corsa dall’ufficio o esprimano tanto disagio da somigliare a insaccati.
Se per cerimonia s’intende un matrimonio, a dettare le norme saranno il tono della giornata e l’ora della celebrazione. In qualche caso gli inviti riportano il dress code, l’indicazione del tipo di abbigliamento, ma più spesso non si sbaglia informandosi con discrezione. Il più formale degli abiti maschili, il tight, con “code” e pantaloni rigati, compare solo di mattina. Lo smoking è in tutto e per tutto un vestito da sera e non si indossa ai matrimoni: non vorrete far assomigliare la festa al set de Il Padrino, no? Nella maggior parte dei casi, si porta un completo in due o tre pezzi. Qui mi soffermerei su alcuni particolari: la camicia elegante non ha deroghe, le scarpe saranno tradizionali Oxford allacciate, i calzini sempre lunghi. La cravatta va scelta con senso estetico e degli usi: le regimental appaiono sportive, le tinte troppo contrastanti mutano in macchie nelle foto. La pochette da taschino non va uguale da decenni. Se a un bel paio di gemelli e a un orologio di qualità, e non da atleta, non aggiungerete ulteriori accessori, meglio. Quando, invece, partecipate a un battesimo o a una comunione, e non siete papà o parenti stretti dei piccoli protagonisti, viene concesso un look un po’ più informale: ad esempio uno spezzato di qualità o l’abbandono della cravatta. Restano, però, off limits tutti i capi casual, come i jeans, la camicia button down (i bottoncini sul colletto servivano ai giocatori di polo) e le scarpe ginniche. Quanto a tutte le soluzioni colorate, vintage, eclettiche, un buon modo di valutarle potrebbe nascere da una sola domanda: avete lo spirito per sostenere il non facile ruolo del dandy? Nel caso di risposta anche appena titubante, il grigio e il blu restano meravigliosi rifugi.
patrizia.marta.ferrando@gmail.com