Camminando verso il mare

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Escursioni di inizio estate. Fabio Draghi, con alcuni amici, ha percorso per noi il tratto della Via del Sale tra Varzi e San Fruttuoso. Questo è il suo diario di viaggio corredato dalle foto che ha scattato lungo la strada

«Ogni persona che va a camminare in montagna lo fa con una propria motivazione diversa da quella degli altri. Lo è anche per chi affronta la cosiddetta via del sale», così esordisce nella Guida Escursionistica Ambientale Mario Panizza nelle sue lezioni en plein air.

La Via del Sale è un antico cammino che si snoda su sentieri dove un tempo transitavano i muli carichi di sale per trasportare questo bene dalla Liguria verso nord.

Tra le tante tratte del percorso escursionistico che mettono in collegamento la pianura padana con il mare, una parte dal borgo di Varzi, in valle Staffora, e raggiunge San Fruttuoso. Il lungo tragitto è diventato negli ultimi tempi di moda ed è percorso ogni anno da circa 2000 camminatori che giungono anche dall’estero.

La prima tappa, di circa 21 km, sale attraversando fitti boschi di castagni alle frazioni varzesi di Monteforte e poi di Castellaro da cui si continua a salire sino a Pian della Mora dove si incontra il bivacco Azzaretti circondato da conifere. Appena dopo ecco i primi pascoli che conducono al monte Boglelio e da qui al Bagnolo prima di giungere alla vetta del monte Chiappo, la più alta del percorso. Con alcuni saliscendi si approda a Capanne di Cosola come traguardo di giornata.

Il secondo giorno ci si incammina sulle pendici del monte Cavalmurone su prati erbosi colmi di orchidee selvatiche a fine maggio, passando a fianco del Legnà posto sulla dorsale nord del gruppo dell’Antola, spartiacque tra le valli Borbera e Boreca. Il percorso seguita sul crinale e si giunge alla croce del monte Carmo. Ci si ritrova sulla strada d’asfalto a Capanne di Carrega e poi a Casa del Romano. Verso il volgere della primavera, nei prati in sua prossimità, la natura dà spettacolo con meravigliose fioriture di narcisi bianchi a perdita d’occhio. Scendendo si rientra nel bosco al passo delle Tre Croci e, volgendo verso sud-ovest, ci si dirige al monte Antola su cui si erge una grande croce bianca. Poco più sotto la Cappella del Cristo Redentore. Si è nel cuore dell’Ente Parco dell’Antola di cui fa parte anche il lago del Brugneto che si ammira dalla vetta. Dopo un breve tratto pianeggiante su questa dorsale si prosegue entrando nella faggeta in una mulattiera, giungendo al passo dei Colletti da cui si scende ripidamente a Torriglia, meta della seconda tappa lunga poco più di 23 km.

Il giorno seguente, di buon mattino, si riparte da Torriglia alla volta di Uscio. Dopo circa 4 km percorsi nel bosco di faggi, si raggiunge il monte Lavagnola situato tra i valichi della Scoffera e della Giassina. Un belvedere panoramico, su di una grande scarpata rocciosa, consente di ammirare il mar ligure spaziando a 180 gradi. Volgendo lo sguardo a nord-est si riconosce anche la “palla” del pavese monte Lesima, visto da una prospettiva insolita. Riprendendo il cammino nel bosco ancora per un breve tratto all’improvviso questo si apre e si prosegue sul crinale caratterizzato principalmente da cespugli di erica e ginestra (in piena fioritura nel periodo di fine maggio, inizio giugno). Si ridiscende al passo della Colla di Boasi proseguendo ancora per qualche chilometro su un sentiero stretto ma ben segnalato. Si oltrepassa Sant’Alberto di Bargagli arrivando all’ampia sella erbosa affacciata sull’omonima valletta del colle del Bado; la si percorre scendendo sino alla SP del Monte Fasce. Il mare ormai è a portata di mano, domina a valle la visuale sud. Si giunge poi su strada asfaltata a Uscio, traguardo di questa tappa (di 22 km e mezzo).

Il quarto e ultimo giorno da Uscio si risale verso quella che era la colonia Arnaldi. Il sentiero si alterna tra ambiente boschivo di lecci e dorsali che permettono ampie vedute e conduce al passo del Gallo. Avanzando si imbocca una ripida discesa giungendo a Ruta di Camogli. Si esce sulla strada asfaltata proprio a fianco della cosiddetta chiesa millenaria (XIII sec.). Si attraversa la frazione oltrepassando la SS 1 e si imbocca il sentiero che sale nel promontorio verso Portofino vetta. Guadagnata l’altitudine, il percorso si fa più dolce nel bosco ombroso; castagneti si alternato a pini marittimi. Si arriva a Pietre Strette da dove comincia la discesa finale che conduce all’abbazia di San Fruttuoso.

La torre Doria accoglie all’arrivo (dopo 16 km giornalieri) e segna la fine di questa variante della Via del Sale, un’esperienza escursionistica che entusiasma ed emoziona.

«Consiglio di intraprendere questa piccola avventura in primavera o in autunno con il suo foliage tipico e per i più temerari anche in inverno che ha un fascino tutto suo, con o senza neve» – conclude Panizza, vero “esperto” della Via del Sale.

Fabio Draghi

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