Caro figlio, quanto mi costi!
Di Cesare Raviolo
Da oggi è primavera, ma nel nostro Paese il cosiddetto “inverno demografico” non è finito. Anzi, è sempre più rigido. Infatti, la crisi della natalità si aggrava ogni anno: nel 2022 i nuovi nati sono stati 393 mila (-1,7% rispetto al 2021) e nel 2023 la popolazione italiana per la prima volta è scesa sotto i 59 milioni di abitanti. Le cause sono da ricercarsi anche nel costo che un figlio comporta per una famiglia, specie in una fase di modesto o nullo incremento del reddito familiare e nella carenza di servizi per l’infanzia. Secondo Bankitalia, che ha rielaborato dati Istat raccolti tra il 2017 e il 2020 su nuclei composti da 2 adulti e 1 o più minori (famiglia italiana standard), un figlio costa, dalla nascita fino al compimento dei 18 anni, 645 euro al mese (cioè 7.740 euro all’anno, 139.320 euro fino alla maggiore età). La cifra comprende acquisti di beni e servizi destinati esclusivamente ai figli, fra cui spese alimentari, per i trasporti e per la casa. Una parte significativa dei costi rientra in tempo libero, hobby e sport in primis, seguiti da istruzione (cioè nidi e scuole), abbigliamento e salute, per un totale pari a un quarto del reddito medio delle famiglie. Per il resto, le voci più “pesanti” sono legate ai prodotti dell’infanzia come i pannolini e, soprattutto, gli asili nido, peraltro tuttora insufficienti. Le rette degli asili privati, che suppliscono, specie al Sud, alla carenza di asili pubblici, incidono pesantemente. Una ricerca di Altroconsumo evidenzia che il costo medio di un asilo privato a tempo pieno si aggira attorno a 620 euro mensili, che sale a 756 a Milano. A Palermo, un’ora di nido costa circa 2,09 euro, a Napoli sale a 2,75 e a Milano tocca i 3,84. La spesa per un figlio, quindi, può variare anche per area geografica, sulla base del diverso costo della vita: il costo mensile è più alto al Nord (714 euro), mentre è più basso al Centro (707) e al Sud (512), e un’ampia forbice tra famiglie abbienti e povere: 688 euro contro 198. Certo, un figlio non è solo un costo, è ben altro! Tuttavia, questo aspetto non è trascurabile e per invertire la tendenza è indispensabile affiancare alla battaglia culturale sui valori della famiglia, quella socio-economica del suo sostegno pratico che, al di là delle dichiarazioni di principio, permane scarso, mentre, come l’esperienza di altri Paesi europei (vedi la Francia) insegna, è fondamentale per cominciare ad invertire il trend negativo iniziato nel 2009 e che, coeteris paribus, è destinato ad aggravarsi nei prossimi anni.
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