Cassa integrazione rinnovata all’ex Ilva e alla Pernigotti. Per 13 mesi e per un anno
Per ArcelorMittal i sindacati dicono no. Per il cioccolato è occasione di rilancio
NOVI LIGURE – È stato convocato per oggi, giovedì 8 luglio, il tavolo nazionale in merito alla situazione di Acciaierie Italia.
Un incontro in programma a Ro-ma al Ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza dei ministri Andrea Orlando e Giancarlo Giorgetti. Ci saranno anche le sigle sindacali dell’ex Ilva, tra cui le delegazioni alessandrine di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil per affrontare la situazione dello stabilimento di Novi Ligure. Due settimane fa, le parti sociali hanno deciso di non firmare la proposta di cassa integrazione ordinaria di 13 settimane ipotizzata dalla proprietà e che sarebbe partita immediatamente dopo la scadenza della cassa Covid in vigore fino al 28 giugno. «L’azienda ha motivato il ricorso alla cassa spiegando che nonostante la richiesta di acciaio e i prezzi alle stelle, non c’è abbastanza materia prima da Taranto; – si legge in una nota congiunta diramata dalle tre sigle – però, il lavoro per il sito di Novi è aumentato e se si dovesse girare a pieno regime mancherebbe organico.
È auspicabile che in questa sede si chiariscano le prospettive, il piano industriale, gli ammortizzatori e il ruolo anche del Governo nella gestione dell’azienda che finora ha visto al timone ArcelorMittal, sola al comando». La procedura di cassa ordinaria è stata aperta, ma sen-za l’approvazione dei sindacati.
L’auspicio è che si possa trovare una soluzione in merito anche alla corresponsione, a titolo di una tantum, del 3% della retribuzione lor-da annua fissa a tutti i dipendenti del colosso siderurgico su scala nazionale prevista per il 12 luglio.
Nella fabbrica novese sono 515 al momento gli operai al lavoro a turno, su un totale di 648 persone sotto contratto.
Altri 12 mesi di cassa integrazione per riorganizzazione senza esuberi per i dipendenti della Pernigotti. Questa la natura dell’accordo siglato negli scorsi giorni tra azienda, sindacati e Ministero dello Sviluppo Economico. La misura riguarda una novantina di lavoratori tra le sedi di Novi e Milano. L’azienda prevede 2 milioni e 800.000 euro di investimento sullo stabilimento alessandrino ai quali si aggiungono 750.000 euro per un nuovo macchinario per gli stampi delle tavolette di cioccolato. La maggior parte delle risorse sarà destinata alla modernizzazione dell’impianto novese. I sindacati esprimono soddisfazione per questa intesa che non mette a rischio posti di lavoro. A gennaio 2022 arriverà la macchina che produrrà le creme ed entro l’estate dello stesso anno sarà operativa, con 4 formati di barattoli. Sono previsti anche interventi per il restyling e l’efficientamento energetico della struttura che porterà a un conseguente risparmio sui costi vivi.
Luca Lovelli