Centri d’Ascolto: sentinelle della comunità

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Ad Arenzano il convegno regionale delle Caritas

ARENZANO- La delegazione delle Caritas Liguri organizza un convegno a cadenza biennale che quest’anno è davvero cambiato. Sarà per il processo che ha accompagnato l’evento, sarà per la costituzione di un Coordinamento Regionale assegnato proprio al tema della Formazione, sarà per l’argomento trattato che erano i Centri d’Ascolto Caritas… tutti questi ingredienti sapientemente mescolati hanno fatto sì che il convegno regionale che si è tenuto ad Arenzano sabato 1° marzo sia stato un vero successo e ha visto la presenza di 220 iscritti. Due anni fa a Savona, gli 80 partecipanti al precedente convegno regionale avevano lasciato una significativa eredità, recuperata e valorizzata in questa occasione. Il Coordinamento è ripar- tito, infatti, da 5 linee operative, in modo che la giornata fosse espressione del profondo lavoro di senso che la Delegazione ligure porta avanti da anni: valorizzazione della complessità, chiarezza e corretta narrazione dell’identità Caritas, ruolo della Caritas nella Chiesa, advocacy e formazione. I 5 filoni riescono a intrecciarsi e armonizzarsi nel capillare lavoro dei Centri d’Ascolto, ben 105 su tutta la regione ligure, ai quali è stato dedicato l’intero convegno del 1° marzo. Per rendere i Centri d’Ascolto (CdA) protagonisti di questo processo, a settembre 2024 il Coordinamento Formazione Regionale ha avviato un’indagine alla quale hanno partecipato 30 CdA, 80 volontari e 6 Diocesi. L’indagine verteva su 3 domande di senso poste a tutti i volontari coinvolti: quali fatiche incontrano oggi i CdA, quali povertà non vengono intercettate e restano fuori dai nostri luoghi di accoglienza e quali sono le ricadute di questo servizio sulle comunità. Ogni referente diocesano del Coordinamento Formazione si è fatto portavoce dei volontari e ha adottato strumenti e strategie d’indagine personalizzati e adatti al proprio territorio. Il risultato è diventato materia di studio per i relatori del convegno: Donatella Turri, ex direttrice della Caritas di Lucca, attualmente consulente di Caritas Italiana e direttrice della Fondazione per la Coesione Sociale di Lucca e il sociologo fiorentino Carlo Andorlini, docente di Progettazione Sociale presso l’Università di Firenze e già accompagnatore di processi di rinnovamento con i CdA Caritas di Savona e di Genova. Il santuario del Bambino di Praga di Arenzano in mattinata ha accolto i partecipanti con un cielo che ha fatto assaporare un’anticipazione di primavera ligure; qualche pezzo di focaccia ha accompagnato le prime registrazioni all’ingresso e poi i saluti del custode del Santuario Andrea Frizzarin, della Congregazione dei Frati Carmelitani Scalzi hanno dato il via ai lavori, insieme all’intervento di Pippo Armas, direttore della Caritas diocesana di Genova, a cui è seguita la benedizione di Mons. Andrea Parodi, vicario episcopale per la Carità della Diocesi di Genova e la lettura delle preghiere proposte da don Stefano Traini e don Luca Palei, direttori rispettivamente delle Caritas di Chiavari e La Spezia. All’improvviso, le “trasmissioni sono state interrotte” da un inedito notiziario ambientato in un futuro molto prossimo, il 1° marzo 2028, e condotto da due giovanissimi giornalisti che davano l’annuncio della chiusura dell’ultimo CdA Caritas… sono finiti i poveri? E ora cosa faranno i volontari ormai rimasti orfani dei loro servizi? Una provocazione che ha strappato le risate del pubblico, ponendo, però, le basi per una riflessione seria sul fatto che i Centri d’Ascolto siano ancora “sentinelle della comunità nel territorio” oppure no. Si sono poi alternate le testimonianze. Alessia Cacocciola, responsabile dei Centri d’Ascolto della Diocesi di Tortona, ha recuperato le linee operative ereditate dal Convegno savonese del 2023 e ha presentato l’indagine condotta con i Centri d’Ascolto sulle tre sollecitazioni; Stefano Strata e Alessandro Barabino, referenti per l’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse, hanno raccontato il lavoro di raccolta e analisi dati che hanno condotto negli ultimi anni e che ha portato a conoscere, anche in termini numerici, le proporzioni dell’impegno Caritas nella regione ligure. Infine, due voci “esterne”, quelle di Donatella Turri con un efficace contributo video registrato e Carlo Andorlini, che ha raccontato fatiche sociali e spiragli di luce attuali. Gli interventi hanno ispirato i laboratori di gruppo del pomeriggio, pensati proprio come piccoli contenitori di pensiero per i 200 partecipanti. I relatori hanno lavorato in sinergia, mescolando i propri stili e i propri universi culturali e restituendo una lettura sia “pastorale” (Donatella) sia sociologica (Carlo) al tema di fondo. Donatella, ricordando che Gesù è tornato dai discepoli facendosi riconoscere dalle ferite e augurando la pace, ha salutato i Centri d’Ascolto esortandoli a sperare oltre all’evidenza, a far entrare aria nuova nei luoghi fisici e del cuore a sentirsi ingaggiati nel qui e ora, senza più delegare. Carlo ha saputo fondere questi spunti con un approfondimento sociologico sull’impoverimento relazionale, della comunità e del senso della vita. Ha offerto un’inedita lettura del ruolo dei CdA, svelandone potenzialità importanti, spesso poco sentite e valorizzate: sono “avanguardie dell’ascolto”, “connettori ed elettricisti di comunità”, “rigeneratori permanenti di promozione umana”. Dopo il pranzo, i lavori sono proseguiti in 12 gruppi più ristretti: 4 hanno lavorato posando il proprio sguardo verso l’interno del proprio servizio, 4 gruppi hanno guardato verso l’esterno e gli ultimi 4 hanno provato a riflettere sul senso profondo dei CdA. I 12 gruppi sono riusciti a lavorare con molto entusiasmo e voglia di spazi di condivisione, sotto la guida di 12 abili facilitatori. Ciascun gruppo è uscito dai laboratori con 3 parole chiave che sono state poi condivise. Delle 36 parole prodotte, solamente una si è ripetuta due volte, ed è formazione. Un ottimo risultato anche per la Caritas diocesana che ha portato ad Arenzano 30 iscritti e che da poco più di un mese ha portato a termine un altro percorso di formazione per 50 nuovi volontari. Gli stimoli e le riflessioni del convegno sono da elaborare nei prossimi mesi sia nel lavoro quotidiano, sia regionale, in un momento fragile di fronte al quale non si può rimanere inerti ma occorre dire “Tocca a noi”.

Alessia Cacocciola

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