CHIODI fissi: «Il bene della città e dei Tortonesi»
È trascorso poco più di un anno da quando è stato eletto: adesso è venuto il momento di chiedere al sindaco di Tortona un bilancio della sua amministrazione in 10 domande
Poco più di un anno fa – era il 26 maggio 2019 – gli elettori l’hanno scelta come sindaco di Tortona. È stata una vittoria schiacciante, sotto il segno della Lega. A distanza di tempo si è fatto un’idea precisa delle motivazioni che hanno portato al successo Federico Chiodi?
«La coalizione che mi ha sostenuto ha saputo farsi interprete della voglia di cambiamento che era chiaramente percepibile in città. Nel corso degli anni, purtroppo, Tortona, per decisione di enti superiori, dalla Regione allo Stato, ha perso servizi e strutture importanti, dal Tribunale all’ufficio Inps, fino a numerosi reparti dell’ospedale cittadino e i Tortonesi hanno provato diverse alternative per cercare di invertire la rotta. Quella che ci è stata data è una responsabilità molto grande, e ormai da un anno stiamo lavorando per portare avanti i capisaldi del nostro programma: attirare lavoro, promuovere il nostro territorio, avviare collaborazioni proficue con gli altri enti e con i privati, cogliere le occasioni di portare finanziamenti per le opere di cui abbiamo bisogno e tutte quelle iniziative che erano riassunte dal nostro slogan “Risvegliamo Tortona”. Ci siamo trovati ovviamente ad avere a che fare con situazioni emergenziali che non erano prevedibili, ma quella impostazione è stata utile anche in queste difficili circostanze».
Pensa che gli equilibri delle forze politiche in campo a Tortona siano rimasti immutati (per consenso e percentuali) rispetto al maggio del 2019?
«Da quello che possiamo vedere a livello nazionale ci sarà sicuramente stata una oscillazione delle percentuali di consenso tra le forze politiche anche sul nostro territorio; a livello locale i simboli di partito contano comunque molto, anche se c’è una maggiore propensione a scegliere in base alle persone. Non ho mai avuto in mano sondaggi, né un anno fa né adesso, ma l’unico modo per avere il polso della situazione è parlare con i propri concittadini, e dai riscontri che ho avuto credo che questa maggioranza goda ancora di un buon consenso, motivato anche da come abbiamo saputo affrontare le gravi crisi di questo anno».
Può tracciare un breve bilancio di questo primo anno della sua amministrazione? Mi dica tre cose che ha fatto per la città e di cui va fiero.
«Come avete già sottolineato voi, questo è stato un anno molto complesso, inevitabilmente caratterizzato dalle situazioni emergenziali che si sono venute a creare, con due eventi alluvionali e soprattutto la pandemia. Non mi definirei fiero, ma sono comunque onorato di aver potuto ricoprire questa carica in un periodo di grande necessità. Nonostante queste oggettive difficoltà abbiamo saputo portare a termine importanti operazioni per il futuro economico e occupazionale della città, come l’arrivo di una nuova grande realtà nel campo della logistica, Aquila Group e, più recentemente, la conclusione dell’iter per il nuovo insediamento dell’Autamarocchi che consentirà di salvaguardare gli attuali posti di lavoro e crearne di nuovi. Poi ci siamo attivati per la promozione del nostro territorio, con diverse iniziative: in queste settimane stiamo collaborando con la Regione e con la Fondazione SLALA per ottenere la fermata del treno Eurocity ad alta velocità a Tortona, un’importante opportunità anche dal punto di vista turistico. Infine, ritengo che durante l’emergenza sanitaria degli ultimi mesi il Comune di Tortona abbia messo in campo tutte le sue forze per far fronte a una crisi senza precedenti, coordinando lo straordinario lavoro dei volontari impegnati soprattutto a contrastare l’emergenza sociale con i servizi di “SpesAnziani” e “Spesa Solidale”. Allo stesso modo la costituzione del Comitato “Tortona per Ospedale” ha permesso di riunire le forze e la generosità, davvero straordinaria, dei Tortonesi, attraverso un unico strumento, consentendo di acquistare attrezzature fondamentali e dispositivi di protezione individuale per i sanitari impegnati in prima linea contro il Coronavirus».
C’è, invece, una cosa che non rifarebbe; un errore che avrebbe potuto evitare?
«Gli errori sono da mettere in conto e non si può mai essere certi di aver compiuto le scelte migliori, soprattutto quando queste possono avere conseguenze a lungo termine. Certamente ci sono stati e ci saranno dei ripensamenti, ma alla fine saranno gli elettori, fra quattro anni, a giudicare il mio operato e la bontà delle decisioni prese durante il mandato».
Molti dei suoi sostenitori la descrivono come un sindaco capace di prendere le decisioni in modo collegiale. Quanto conta per lei ascoltare la gente e gli amministratori della sua squadra?
«Molto spesso è la figura del Sindaco che emerge quando si presentano le azioni dell’Amministrazione, ma è giusto che voi ricordiate che esse sono frutto di un lavoro di squadra che coinvolge sia la parte politica, ed in particolar modo i miei colleghi di Giunta, sia la parte tecnica dei dipendenti comunali. Cerco sempre la più ampia collaborazione, anche se purtroppo, nell’ultima fase emergenziale, un po’ per le limitazioni alle riunioni in presenza imposte dalla normativa, un po’ per la natura stessa delle problematiche che dovevano essere affrontate con urgenza, si è persa questa collaborazione costante e stiamo lavorando in questo periodo per riportare il più ampio coinvolgimento della parte politica, in particolar modo dei Consiglieri, nell’azione della Giunta. Dobbiamo anche ricordare che tutti noi siamo in ultimo i rappresentanti dei cittadini ed è proprio da loro che deve costantemente venire il mandato ad agire. È quindi per me fondamentale informarli costantemente ed ascoltare le loro istanze. Recentemente sono stato accusato in Consiglio comunale per come viene gestita la comunicazione dell’ente da parte dell’opposizione che lamenta un forse eccessivo protagonismo. Quello che stiamo cercando di fare è di informare tutti i cittadini nel modo più completo possibile delle azioni portate avanti dall’Amministrazione scelta dalla maggioranza di loro un anno fa».
Come può definire il rapporto con le forze di opposizione? C’è spazio per il dialogo?
«Ci sono stati momenti di confronto costruttivo e anche di collaborazione, così come di scontro. Chiaramente l’opposizione svolge il suo compito di critica dell’Amministrazione. Io sono e sarò sempre aperto al dialogo e a scendere nel merito delle questioni, poi chiaramente capisco quali siano le meccaniche della politica e comprendo che la minoranza deve porsi in maniera critica per giustificare la propria posizione. L’unica cosa che chiedo e che mi impegno a garantire è l’onestà intellettuale».
Lei ha fortemente voluto quale suo vice sindaco Fabio Morreale, anche in forza dell’enorme numero di preferenze personali che ha ottenuto nella consultazione elettorale. È vero che è il suo primo consigliere?
«Sono molto contento della scelta che ho fatto per il mio vice sindaco, così come per tutta la Giunta. Fabio si è dimostrato un ottimo collaboratore, mostrando spirito di iniziativa, costanza e impegno, ma non vorrei far torto agli altri componenti della mia squadra, Anna Acerbi, Luigi Bonetti, Marzia Damiani e Mario Galvani, sminuendo il loro apporto nella gestione di questa Amministrazione. Siamo un gruppo compatto e affiatato, e ci sforziamo di migliorarci ogni giorno per essere all’altezza della fiducia concessa dai Tortonesi».
Negli ultimi mesi, come ha già detto, anche Tortona, anzi, soprattutto Tortona, ha dovuto fare i conti con l’emergenza Coronavirus. Immagino che non sia stato semplice per un sindaco affrontare certi problemi.
«Non è semplice spiegare lo stato d’animo in cui ci si trova quando si affronta una emergenza di questo tipo. Si ha un obiettivo chiaro davanti, si cerca di recuperare tutte le risorse disponibili e si lavora tutti insieme per raggiungerlo. Abbiamo cercato di dare supporto al personale sanitario in tutti i modi possibili, anche facendo da collegamento con i cittadini che, come è normale, si rivolgevano al Comune e al Sindaco per qualsiasi problema. Per questo abbiamo deciso di tenere aggiornamenti quotidiani su quello che stava succedendo, in Ospedale e fuori, affiancando alla comunicazione sui numeri dell’emergenza anche le buone notizie rappresentate dalle tantissime iniziative di solidarietà che si sono concretizzate in questi mesi».
Non può mancare una domanda sull’ospedale: il suo impegno per garantire un futuro al presidio tortonese è sotto gli occhi di tutti. Vuole fare chiarezza sulla situazione e sulle prospettive imminenti?
«Da giugno l’ospedale è in corso di riconversione ed attualmente dispone di una sessantina di posti letto di Medicina, Chirurgia e Ortopedia. Sono aperte le sale operatorie di Chirurgia e Ortopedia, il day hospital oncologico, che non ha mai sospeso la sua attività, la Radiologia, il laboratorio analisi e tutti gli ambulatori. Sono ancora in corso procedure di sanificazione degli altri ambienti e, dal 1° di agosto, sarà riattivato il Pronto soccorso. L’ospedale sta ritornando come era prima, ma non ritengo sia sufficiente, anche in considerazione del ruolo e della disponibilità che ha avuto il nostro territorio nei mesi passati. Sono ripresi i lavori per il nuovo reparto di Riabilitazione appaltati a gennaio e, come ho già avuto modo di dichiarare, ho chiesto alla Regione di riaprire il DEA di primo livello, la Cardiologia e la Rianimazione».
La crisi post Covid sta interessando molte famiglie e realtà aziendali, esercizi commerciali, associazioni di volontariato tortonesi. I nuovi poveri sono in aumento, sia tra gli italiani, sia tra gli immigrati. La sua amministrazione e la politica possono dare risposte a questa parte debole della società?
«Negli ultimi anni abbiamo assistito a una sistematica azione di discredito della politica in generale, motivata da episodi di malagestione che poi vengono collegati all’intero ambito delle amministrazioni di ogni livello in maniera francamente disonesta. Questa deve essere un’occasione in più per la politica di ergersi al di sopra di queste polemiche e di mostrare concretamente, nei fatti, come solo essa sia in grado di coagulare le risorse del Paese per affrontare insieme i problemi che i singoli non possono superare da soli. Nel nostro piccolo abbiamo voluto porci come catalizzatori delle energie positive del nostro territorio con iniziative come “SpesaSolidale”, il Comitato “Tortona per Ospedale” e tutte le iniziative che hanno coinvolto la generosità dei privati, lo sforzo dei volontari, il lavoro dei dipendenti del Comune e dell’Asl, la Protezione civile. L’Amministrazione deve mettersi a completa disposizione per fungere da regia tra i tanti operatori del territorio e mi auguro che ciò possa avvenire anche ai livelli superiori. Troppe volte lo Stato viene visto come un ostacolo per i cittadini, quando invece deve essere un facilitatore, la base delle nostre comunità».
Matteo Colombo