Cinque cerchi per Paola
di Silvia Malaspina
Sara Simeoni (Los Angeles 1984), Giovanna Trillini (Atlanta 1996), Valentina Vezzali (Londra 2012), Federica Pellegrini (Rio de Janeiro 2016), Deborah Compagnoni (Lillehammer 1984), Gerda Weissensteiner (Nagano 1998), Isolde Kostner (Salt Lake City 2002), Carolina Kostner (Torino 2006), Arianna Fontana (Pyeongchang 2018) sono le donne che hanno portato la bandiera italiana nelle cerimonie inaugurali delle Olimpiadi negli ultimi decenni.
Per l’apertura delle travagliatissime Olimpiadi di Tokyo, tenutasi il 23 luglio, è stata la volta di Jessica Rossi che, in coppia con Elia Viviani, ha sventolato il tricolore. Ma è su Paola Egonu, pallavolista in forza all’Imoco Volley di Conegliano e punta di diamante della Nazionale azzurra, che si è focalizzata l’attenzione, infatti il suo incarico è stato ancora più importante e significativo rispetto a quello delle insigni colleghe: ha portato il vessillo a cinque cerchi, in rappresentanza quindi di tutte le squadre e di tutti gli atleti partecipanti.
Le cronache riferiscono che, quando ha appreso la notizia, è scoppiata in lacrime e ha detto: «Sono molto onorata. Mi sono emozionata, perché mi ritrovo a rappresentare gli atleti di tutto il mondo ed è una grossa responsabilità: mi esprimerò e sfilerò per ogni atleta di questo pianeta».
Paola Egonu porta alle Olimpiadi il suo sorriso e la sua storia: 22 anni, cresciuta a Cittadella (Padova) da genitori nigeriani si dichiara orgogliosamente afro-italiana perché «un’appartenenza non esclude l’altra». La giovane atleta salì alla ribalta nell’autunno 2028, quando fu protagonista assoluta dell’Italia medaglia d’argento ai Mondiali di Pallavolo in Giappone. Grazie alla sua vitalità e alla sua schiettezza è diventata in breve tempo il simbolo di un’Italia vincente, giovane e multietnica. Si è misurata anche in ambiti al di fuori dello sport: è diventata modella per Giorgio Armani e doppiatrice nel film Soul della Disney, nonché testimonial di una famosa acqua minerale, ma il suo ruolo di schiacciatrice sul campo del volley le ha ispirato anche dichiarazioni mirate all’abbattimento dei muri del conformismo, dei tabù e dell’omofobia che tuttora spesso inquinano la società.
Aver scelto Paola Egonu per ricoprire un ruolo così simbolico deve essere una grande soddisfazione per noi italiani, ma, come purtroppo spesso accade, in molti hanno pensato a una trovata politica e strumentale, senza rendersi conto della bravura di questa incredibile ragazza. Sui social sono piovuti insulti di bassissima lega, tanto più gravi perché indirizzati a una giovane e talentuosa donna di colore italiana. Mi sorge un dubbio che vorrei verificare infondato: se il medesimo ruolo fosse stato ricoperto da un giovane uomo, si sarebbe comunque verificato questo ignominioso fatto, oppure sarebbero state esaltate le sue qualità atletiche ed estetiche? Alle prossime Olimpiadi l’ardua sentenza.
silviamalaspina@libero.it