Cocchetti, la maestra beata

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Di Daniela Catalano

La protagonista di questa settimana è la beata Annunciata Asteria Cocchetti, una delle figure più illustri nel mondo dell’educazione cattolica del XIX secolo. Nasce il 9 maggio 1800 a Rovato, in provincia di Brescia, in una famiglia borghese e vive un’infanzia segnata dal dolore. Terza di sei figli, perde entrambi i genitori a 8 anni e trova nella nonna materna la sua guida. A 17 anni ottiene il permesso di aprire una scuola gratuita per le ragazze povere ma a causa della riforma scolastica voluta dall’impero austriaco, Annunciata deve chiudere la scuola perché non ha l’abilitazione per insegnare. Una volta ottenuta, diventa la prima maestra della scuola femminile comunale della città. Inizia così la sua missione educativa che dura tutta la vita. Dopo la morte della nonna, nel 1823, la giovane va a vivere a Milano dallo zio. Nel 1831, grazie ai consigli di don Luca e don Marco Passi, due sacerdoti ideatori della Pia Opera di Santa Dorotea, parte alla volta di Cemmo di Capodiponte, in Val Camonica, dove per dieci anni lavora nel collegio diretto dalla nobildonna Erminia Panzerini. Nel 1838, intanto, don Luca fonda la congregazione religiosa femminile delle Suore Maestre di Santa Dorotea e nel 1842 Annunciata entra a farne parte e professa i voti. A Cemmo apre la prima comunità religiosa e per 40 anni si dedica alla formazione delle giovani delle valli. Colpita dalla cecità, la religiosa continua la sua opera fino alla fine dei suoi giorni, affermando sempre: «Amerò Dio con tutto il cuore, perché egli fu il primo ad amarmi». La sua carità si manifesta in gesti concreti ma discreti, come l’abitudine di lasciare quotidianamente un pane per i poveri. Muore il 23 marzo 1882, esortando le sue suore con queste parole: «Amatevi da buone sorelle, vivete tranquille e concordi nell’osservanza della Regola, fatevi sante operando molto bene nelle giovani a voi affidate». San Giovanni Paolo l’ha beatificata il 21 aprile 1991. La Chiesa la ricorda il 23 marzo mentre la congregazione la festeggia l’11 maggio. I suoi resti mortali sono venerati nella cappella della Casa madre di Cemmo.

cadarita@yahoo.it

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