Come si mangia qui?

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Ristoranti stellati (stellari, con conti alle stelle), trattorie tipiche (con piatti tradizionali, anche perché il menù non cambia da vent’anni ed è diventato tradizionale di suo), piole per camionisti, cucina etnico-esotica, cibo di strada, le vie del gusto, degustazioni, de gustibus. Cibo ovunque, libri ovunque, anche lo scrittore apparecchia.

Allora bisogna scegliere la migliore offerta, de-gustare, mandare giù, leggere bene, trovare la storia nel piatto e l’amalgama degli ingredienti.

Questo ha fatto Matteo Colombo (il nostro Matteo) nel suo romanzo Q.B. (Unicopli): taglia la storia, sbuccia i personaggi, affetta i dialoghi, serve tutto à la carte (gli scriventi hanno il prezzo fisso, chiodi fissi, solite zuppe).

La semplicità è in tanti pizzichi, di sale, di gusto, di stile. È un giallo da risolvere nella cucina di Quinto Botero (vedi titolo, c’è anche il morto che parla), ma le sfumature del colore sono molto più di 50, e non c’entra neppure lo zafferano. Il nostro Matteo (Matteo Colombo) ha cucinato tutto a puntino, anche con i puntini, di sospensione: dosi, preparazione, cotture, impiattamento (non è colpa nostra se si dice così). Tutti a tavola, per palati fini. Come si mangia qui?

Davide Ferreri

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