Come ti vesto per le nozze

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di Patrizia Ferrando

Il mondo viene spesso diviso in coppie di categorie. Una di queste riguarda il ricevere una partecipazione di nozze o l’invito a una cerimonia. Da una parte chi esulta, dall’altra chi si sente colpito da una grossa seccatura.

Ma, trasversale ai due gruppi, perfino negli attuali tempi di solo timidissima ripresa, serpeggia una domanda che ricorre sulle bocche delle signore: «Come mi vesto?».

La risposta può sembrare complicata, tanto da far ipotizzare che i signori uomini godano di un privilegio, cavandosela sempre con un abito classico di buon taglio e una bella cravatta. In realtà non è così; in più, al maschile non vanno dati per scontati i particolari, ma ne parleremo in altra occasione.

Torniamo all’armadio femminile e ai dilemmi delle invitate rispetto al cosiddetto dress code delle cerimonie. Punto primo: siamo davanti all’unico caso in cui il tubino nero non vi aiuterà. Ai matrimoni (e per parziale estensione a comunioni, battesimi…) il nero non si indossa, se non in minime quantità, e non ascoltate chi sostiene che «è stato sdoganato», così come non si mette il bianco, da lasciare alla sposa. Escludete anche tutte le tinte troppo chiassose o fluo: all’inizio potrebbero non suscitare disagi, che spunterebbero però al primo scatto in cui vi troverete somiglianti al Gabibbo o a un cartellone pubblicitario, a spiccare nel tenue mare di una foto di gruppo. Se non vi piacciono i colori pastello nelle loro infinite declinazioni, considerate il tradizionale blu, il borgogna, qualche tono speziato da mescolare con elementi neutri. Le spalle dovranno stare coperte e scolli, spacchi ed eccessi sexy vanno messi al bando. Idem per minigonne, abiti tempestati di strass, vestiti lunghi pensati per serate di gala. Il tailleur valutatelo con calma: spesso appare troppo rigido, più da pranzo di lavoro che da festa. I pantaloni vanno benissimo, se sono raffinati come un modello palazzo di seta e sempre abbinati a capi non sportivi. Se non state andando a una celebrazione in spiaggia, accantonate i sandali e indossate scarpe chiuse ed eleganti, o slingback (chiuse in punta e aperte sul tallone, nel solco di Chanel) e ricordatevi le calze, seppur velatissime. Le ballerine funzionano se sofisticate e femminili, mentre i mocassini non hanno scusanti per farsi ammettere. Zeppe e grossi plateau equivalgono a radiazione con disonore. Scegliete una borsa piccola da tenere a mano, pochette o clutch, o con una sottilissima catenella per tracolla e pochi gioielli o bijoux di qualità.

Come è noto, il cappello compare solo ai matrimoni di mattina e si sfoggia solo dopo aver ricevuto informazioni sul tono generale dell’evento: «solo se lo indossa la madre della sposa», recitano alcuni galatei.

patrizia.marta.ferrando@gmail.com

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