Con “Fiabamimando” in scena le emozioni e la fantasia

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Il laboratorio teatrale realizzato da un gruppo di adolescenti del Centro “Paolo VI”

CASALNOCETO – Come nasce “Fiabamimando”? E come arriva in scena questo progetto, che vibra nell’aria fino ad arrivare nel cuore del pubblico? Bisogna chiederlo ai dieci adolescenti tra gli 11 e i 14 anni che frequentano il Centro “Paolo VI” di Casalnoceto, diretto da don Cesare De Paoli, e che, sotto la supervisione di Valeria Imò – coordinatrice della Comunità B – e di un’infaticabile squadra di educatori professionali, hanno messo a nudo e rese concrete le proprie emozioni e creatività. «È la prima volta che diamo forma a un progetto educativo del genere: – spiega Valeria – tutto è nato da un laboratorio all’interno del quale abbiamo amalgamato più sfaccettature di un unico percorso, sotto il segno del “teatro delle ombre”, con lo scopo di creare un gruppo e far lavorare insieme questi giovani splendidi, che convivono con alcune fragilità comportamentali. Al mio fianco ci sono professionisti del Centro “Paolo VI” che si sono riuniti nel collettivo “Cortocircuito”: siamo tutti impegnati in modo trasversale, in base ai progetti che ci prefiggiamo. In “Fiabamimando”, per esempio, non è direttamente coinvolto l’animatore Max Pilla, ma è uno dei preziosi tasselli che fanno parte del nostro mosaico educativo che, questa volta, ha plasmato la fiaba “Nubedorata e la tribù dei suoni stonati”». Il testo, scritto dal musicoterapeuta Ferruccio Demaestri, è stato letto, decostruito e ricostruito: i giovani del “Paolo VI” hanno interpretato i personaggi e creato una microstoria, attraverso la formula del Teatro delle Ombre. «I nostri ragazzi hanno disegnato le sagome di queste marionette fisse e piatte che hanno poi animato il palco: oltre a “Nubedorata”, nella fiaba ci sono “Grancassa arrabbiata”, “Sweet Song”, “Semibreve”. L’arteterapeuta Sara Garri ha allestito il teatrino, mentre l’esperto di teatro e regista Davide Sannia si è occupato della consulenza e delle riprese dello spettacolo. E ancora, grazie all’aiuto instancabile degli altri educatori e operatori socio sanitari della Comunità B che ci hanno supportato: Arianna Roperto, Massimo LaCapra, Gianluca Alberelli, Elena Giani, Mariagrazia Bellana, Giuseppe Potenza, Anca Sacarea, Valentina Guzzon, Drita Bisheva».

Il progetto – avallato dal neuropsichiatra Giovanni Brisone, che è anche direttore medico del “Paolo VI” – si è articolato in due anni di lavoro: gli adolescenti sono stati ascoltati ogni giorno, affidandosi ai loro formatori e crescendo come singoli individui, nella consapevolezza di far parte di una compagine affiatata. Lo spettacolo, per ora, è stato rappresentato, con effetti speciali e musiche, all’interno del Centro di Casalnoceto, davanti a psicoterapeuti e pedagogisti. E chissà che in futuro questa fiaba possa essere presentata anche a un pubblico esterno. Alessandra Dellacà

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