Con l’aiuto degli alunni

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Di Davide Bianchi

Ci sono periodi della vita nei quali le cose non sempre vanno come dovrebbero, ed è normale. Fasi in cui per diverse ragioni le cose non girano esattamente per il verso giusto e sei costretto a portare un peso dentro col quale devi fare i conti. Personalmente mi è capitato, in passato, e ho sempre cercato di “fare quadrato”, di “ricentrarmi” nel tentativo, a volte grottesco, di riposizionare le cose al loro posto, di ripristinare un equilibrio andato in parte perduto. Ci si riesce, alla fine. Solitamente mi aggrappo con una certa forza alle cose che più mi sono vicine, e che più negli anni mi hanno saputo nutrire, spiritualmente intendo. Il cinema, per certi aspetti la poesia e la filosofia, l’esercizio fisico, il viaggiare, verso Oriente, i pochi amici veri rimasti. E poi il lavoro. A quest’ultimo, lo devo riconoscere, devo molto, moltissimo. In particolare, se penso a due aspetti per me cruciali. Il primo riguarda la possibilità di articolare in maniera creativa il senso, ossia di generare e pianificare materiali, significati e strategie da portare in classe sotto forma di esperienze da fare insieme. Se non avessi potuto beneficiare del lato inventivo, creativo, plastico direi, di questa professione, probabilmente nella mia vita avrei fatto qualcos’altro. Il secondo aspetto, altrettanto fondamentale, è il lato umano del mio mestiere. Ed è più complesso da descrivere perché si rischia di sembrare forse patetici e un po’ ingenui. Ma devo riconoscere che quell’affetto spontaneo e quella incondizionata dedizione che il gruppo può offrirti, ti motiva realmente a dare di più e soprattutto a superare le fasi più complesse. Perché la tua vita privata esiste, e anche se col tuo lavoro non deve in alcun modo interferire, essa resta lì, sullo sfondo, e comunque quando stacchi torna, inesorabilmente. E in queste fasi critiche i tuoi alunni sono lì, presenti, con i loro pregi e i loro difetti, esattamente come te. Sono lì ad accoglierti, a salutarti, a chiamarti, a ricordarti che ci sono delle cose da fare, a raccontarti le loro vicissitudini. Ma soprattutto, sono lì a rammentarti, indirettamente, che ci si deve assolutamente riprendere, che non ci si può permettere naufragio alcuno, e che nonostante le acque possano sembrare agitate e torbide, bisogna proseguire la navigazione a vele spiegate, senza pensarci troppo. E di questo non li ringrazierò mai abbastanza.

biadav@libero.it

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