«Consacrazione e adorazione: due gesti semplici ma decisivi per le sorti dell’umanità»

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«Consacrazione e adorazione: due gesti semplici ma decisivi per le sorti dell’umanità»

Venerdì scorso, festa dell’Annunciazione dell’angelo a Maria, tutta la Chiesa si è unita in un’unica, grande, corale preghiera alla Vergine per implorare il dono della pace, all’inizio della “24 Ore per il Signore”, iniziativa promossa da alcuni anni a livello nazionale e che in questo momento storico ha assunto un alto valore simbolico. Prima di iniziare l’adorazione continua, che si è protratta anche nelle ore notturne ed è proseguita fino allo ore 17.30 di sabato 26 marzo, il vescovo ha celebrato la S. Messa in cattedrale alle ore 18.

Terminata l’Eucaristia, ha recitato la preghiera di consacrazione della Russia, dell’Ucraina e del mondo intero al Cuore Immacolato di Maria. Un gesto storico che resterà nella memoria di tutti i fedeli presenti e di quanti si sono collegati in streaming sui media diocesani.

Per la prima volta nella storia della Chiesa, il Papa ha chiesto a tutti i vescovi del mondo di consacrare le due nazioni a Maria per elevare alla Madre di Dio una supplica mondiale, capace di far scaturire sentimenti di conciliazione nel cuore di quanti sono in guerra. Nell’omelia, il vescovo Guido ha ripercorso l’itinerario spirituale e di fede di Maria che si snoda in tre tappe.

La prima è quella della logica con la quale Dio si rende presente e opera nella nostra storia: quella della piccolezza, della debolezza, della povertà.

«La Madonna capisce che il Signore sarà presente nella sua vita sempre, in un segno debole, debolissimo, eppure tramite della sua potenza, della sua onnipotenza, e del suo amore infinito». «Dio non è lontano, è con noi! È vicinissimo! – ha detto il vescovo – Talmente vicino che neppure ci accorgiamo della sua presenza, quotidiana e concreta, che rischiamo di passare oltre, distratti e incapaci di vedere».

La seconda tappa del cammino di Maria è nel suo “Eccomi”. «La Madonna vive questa tappa del “Sì”, di una fede che incondizionatamente segue, si fida e abbraccia il suo Signore e la sua volontà». «Anche noi siamo chiamati a vivere così, a rispondere “Sì” al Signore, giorno dopo giorno, ad abbracciarne la sua volontà, giorno dopo giorno, a rispondere “Eccomi”».

La terza tappa è la sua maternità. Lei «apprenderà che è chiamata a fare in modo che Gesù venga concepito nella vita di tutti coloro che Le sono stati affidati, dunque nella vita di tutti noi.

Capirà sempre di più che non soltanto è Madre di Gesù per sé, ma è Madre di Gesù per tutti, perché Colui che ha concepito nel suo grembo farà in modo che possa essere concepito nella vita e nel cuore dell’intera umanità».

Prima di concludere Mons. Marini ha esortato a pregare la Madonna in particolare come Regina della Pace. Prima di leggere la bellissima preghiera di affidamento al Cuore di Maria, ha spiegato come due gesti molto semplici quali l’adorazione e la consacrazione potrebbero sembrare al mondo deboli.

«Noi, invece, sappiamo – ha affermato – che sono proprio questi i momenti decisivi per le sorti della storia e per le sorti della pace perché non sono gli uomini da soli che possono trovare la pace ma soltanto gli uomini che si rivolgono a Dio e chiedono a Lui la pace per loro e per i popoli.

Ci facciamo piccoli davanti al Signore e alla Madonna.

Siamo piccoli, deboli, poveri eppure più siamo così e più può manifestarsi la potenza, la grandezza e la forza di Dio. Più viviamo questi momenti con fede nella consapevolezza che nulla possiamo noi senza di Lui e che tutto Lui può, anche servendosi di noi, e più davvero potremo ottenere con la nostra preghiera».

«Non dimentichiamo – ha aggiunto – durante l’atto di consacrazione e quando sosteremo in adorazione davanti alla S.S. Eucaristia quello che scrive S. Giovanni: “Questa è la vittoria che ha vinto il mondo. La nostra fede”. Sia la fede con cui compiamo l’atto di consacrazione, sia la fede con cui sostiamo davanti all’Eucaristia, sia la fede della nostra preghiera la vittoria che vince il mondo, la vittoria che dona la pace, la vittoria che ottiene da Dio la pace per tutti; per l’Ucraina, per il mondo, per l’umanità intera. Questa è la vittoria: la nostra fede».

Al termine della lettura ai piedi della statua della Vergine Maria, sull’altare è stato esposto il Santissimo Sacramento ed è iniziata l’adorazione silenziosa che ha consentito a quanti hanno voluto di poter stare davanti al Signore invocando il dono della pace.

Daniela Catalano

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