“Continuità e discontinuità”: Bardone e Chiodi a confronto

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Il nuovo sindaco ha dialogato con il suo predecessore

sui temi concreti dell’attività amministrativa

TORTONA – Cosa continuerà e cosa cambierà rispetto alla passata amministrazione nelle scelte della nuova giunta? Sui temi concreti le sensibilità politiche si sfumano e in vari punti c’è il riconoscimento di trovare situazioni che meritano di essere mantenute o potenziate, mentre in altre chi subentra ritiene prioritario cambiare indirizzo.

Succede a ogni avvicendamento tra amministrazioni e può diventare ancora più evidente se il comune cambia segno politico dopo le elezioni. Una forma insolita di confronto, a poche settimane dalle elezioni e dal passaggio di consegne in amministrazione, è andata in scena alla Festa dell’Unità, in un dibattito in cui il sindaco uscente, Gianluca Bardone per il centro sinistra, e il nuovo sindaco Federico Chiodi per il centro destra hanno affrontato il tema “Continuità e discontinuità” nell’attività amministrativa. Un dibattito dai toni civili e composti, in cui il nuovo sindaco, leghista, non ha avuto particolari remore a confrontarsi con una platea che non lo ha votato, ma che lo ha ascoltato con attenzione in quanto istituzione. Il sindaco ha saputo riconoscere le ragioni dell’altra parte, in particolare su alcuni punti qualificanti che intende mantenere nella sua azione di governo, come lui stesso ha dichiarato: “Gli elementi di sicura continuità saranno almeno tre: le politiche sulla cultura, la gestione degli enti partecipati, la stesura del piano regolatore”.

In concreto, l’impegno ad avviare entro l’anno una parte del museo archeologico e confermare l’attuale gestione del Civico, oltre che preparare il teatro Dellepiane per ospitare eventi estemporanei; il piano regolatore verrà portato a termine, pur non avendo condiviso come opposizione i presupposti con cui ne fu avviata la revisione; la gestione delle società partecipate resterà sostanzialmente analoga ad oggi, con più servizi all’Asmt. Su altri temi le priorità sono invece differenti, ad esempio sulla raccolta differenziata che dovrà partire ad ottobre.

Chiodi ritiene che il porta a porta spinto non sia agevolmente applicabile sia per la conformità del territorio sia per la complessità del sistema che per il rischio di aumento delle tariffe. Tra le situazioni complesse da gestire, il futuro dell’edificio scolastico di viale Kennedy. Chiodi pensa che la demolizione e la ricostruzione siano la via più plausibile.

“Se così fosse, ci vorrà un triennio almeno per riavere la sede funzionante”. La questione del lavoro è stata tra le più sentite al dibattito. Chiodi ha detto: “Mi impegnerò per creare occasioni di investimento, rendendo la zona appetibile dal punto di vista urbanistico e delle infrastrutture”. Sul tema dei migranti e dell’integrazione degli stranieri sono emerse ideologie differenti.

Stefano Brocchetti

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