“Convertire la catechesi”

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Don Francesco Vanotti ha condotto i due pomeriggi dedicati all’annuncio del Vangelo nelle comunità

MONTEBELLO DELLA BATTAGLIA – A Villa Lomellini si sono svolti il 20 e il 21 gennaio due pomeriggi di studio e di attività laboratoriali per i catechisti, organizzati dall’Ufficio Catechistico Diocesano e condotti da don Francesco Vanotti, presbitero della diocesi di Como. “Convertire la catechesi” vuol dire convertire anzitutto noi stessi, il nostro sguardo sulla vita e sulla fede. La finalità del lavoro, per catechisti, sacerdoti, animatori e famiglie è incontrare “oggi” Gesù vivo! Come dice papa Francesco, stiamo vivendo un “cambiamento” d’epoca e dobbiamo interrogarci: in passato una sicura alleanza educativa univa famiglie, scuola, parrocchia e “introduceva” alla vita cristiana. Ora questo contesto non esiste più; nelle nostre comunità non ha alcun senso ripetersi “si è sempre fatto così”… abbiamo una eredità da difendere, modelli nei quali siamo immersi. Riconosciamo umilmente che la nostra fede è fragile, che la “dottrina” e le pratiche religiose nelle quali siamo stati educati non sono più attraenti. È indispensabile, dunque, accogliere i segnali di stanchezza, di aridità, di infecondità di buona parte delle nostre azioni pastorali. La fede passa attraverso la testimonianza, all’incontro con le persone: abbandoniamo il modello dei “contenuti”, per testimoniare la fede, per “contagiare”… Recuperiamo il metodo di Gesù nell’episodio dei discepoli di Emmaus e annunciamo partendo dalle domande. Chiediamoci: quale “sogno” di catechesi abbiamo? Come rendere credibile e desiderabile la proposta cristiana? Come operare la conversione nostra e delle comunità? “Non si tratta soltanto di una ristrutturazione di facciata” come scrive don Paganelli. Sapremo, allora, mettere in campo nuove esperienze e nuovi stili di evangelizzazione, tenendo conto del fatto che l’Iniziazione Cristiana ha bisogno di tempi lunghi. Il cammino proposto da don Vanotti “Convertire la catechesi” chiama in causa cristiani adulti, che ripensino al linguaggio della fede!

Milena Sacchi

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