Convertitevi e credete al Vangelo
Il 17 febbraio inizia la Quaresima: il vescovo ci accompagnerà nel nostro cammino con le riflessioni del mercoledì sera dalla cattedrale
Il 17 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, inizia la Quaresima, «tempo propizio che deve condurci a prendere sempre più coscienza di quanto lo Spirito Santo, ricevuto nel Battesimo, ha operato e può operare in noi» come ha affermato Papa Francesco. Anche quest’anno l’itinerario che conduce verso la Pasqua sarà scandito dalle riflessioni del vescovo del mercoledì sera che si terranno in cattedrale e che saranno trasmesse in streaming sui siti diocesani. Il cammino si concluderà il Giovedì Santo, inizio del triduo che culmina nella Veglia Pasquale della notte del 3 aprile, culmine dell’anno liturgico e della vita di ogni cristiano, quando si potrà rinnovare «la nostra alleanza battesimale». «Ora, se consideriamo ciò che l’universo ha ricevuto dalla croce del Signore, noi riconosceremo che, per celebrare il giorno di Pasqua, è giusto prepararci con un digiuno di quaranta giorni, per poter partecipare degnamente ai divini misteri. Non solo i vescovi, i sacerdoti e i diaconi devono purificarsi da tutte le macchie, ma l’intero corpo della Chiesa e tutti quanti i fedeli: perché il Tempio di Dio, che ha come base il suo stesso fondatore, deve essere bello in tutte le sue pietre e luminoso in ogni sua parte…». Così san Leone Magno, nel Sermo XLVIII, spiegava il senso profondo della Quaresima che è contraddistinta dal numero 40 e richiama i quaranta giorni di digiuno vissuti dal Signore nel deserto prima di intraprendere la sua missione pubblica. Si legge nel Vangelo di Matteo: «Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame». Quaranta è il numero simbolico con cui l’Antico e il Nuovo Testamento rappresentano i momenti cruciali della fede del popolo di Dio. Nell’Antico Testamento sono quaranta i giorni del diluvio universale, quaranta i giorni passati da Mosè sul monte Sinai, quaranta gli anni in cui il popolo di Israele peregrina nel deserto prima di giungere alla Terra Promessa, quaranta i giorni di cammino del profeta Elia per giungere al monte Oreb, quaranta i giorni che Dio concede a Ninive per convertirsi dopo la predicazione di Giona. Nei Vangeli sono sempre quaranta i giorni durante i quali Gesù risorto istruisce i suoi, prima di ascendere al cielo e inviare lo Spirito Santo. Le pratiche che caratterizzano la Quaresima sono il digiuno, l’elemosina e la preghiera. Il digiuno significa non solo l’astinenza dal cibo, ma anche altre forme di privazione per uno stile di vita più sobrio. Il digiuno «costituisce un’importante occasione di crescita» – ha detto papa Francesco – perché «ci permette di sperimentare ciò che provano quanti mancano anche dello stretto necessario» e «ci fa più attenti a Dio e al prossimo» facendo nascere in noi «la volontà di obbedire a Dio che, solo, sazia la nostra fame».
Il digiuno è legato all’elemosina. Sempre san Leone Magno in uno dei suoi discorsi sulla Quaresima scrive: «Quanto ciascun cristiano è tenuto a fare in ogni tempo, deve ora praticarlo con maggiore sollecitudine e devozione, perché si adempia la norma apostolica del digiuno quaresimale consistente nell’astinenza non solo dai cibi, ma anche e soprattutto dai peccati. A questi doverosi e santi digiuni, poi, nessuna opera si può associare più utilmente dell’elemosina».
Per tali ragioni si promuove a livello diocesano la Quaresima di fraternità, di cui si parla nell’inserto al numero odierno del Popolo, realizzato dall’Ufficio Missionario. Come in Avvento, anche in Quaresima la liturgia propone alcuni segni che aiutano a comprendere il significato di questo tempo. I paramenti liturgici sono viola, colore che richiama la conversione. Durante le celebrazioni, inoltre, non si recita il “Gloria” e non si canta l’“Alleluia”.
La quarta domenica di Quaresima, chiamata del “Laetare”, cioè della gioia per la vicinanza della Pasqua, le vesti liturgiche sono di colore rosa. Benedetto XVI, nel 2011, parlando della Quaresima aveva detto: «Essa è un accompagnare Gesù che sale a Gerusalemme, luogo del compimento del suo mistero di passione, morte e risurrezione e ricorda che la vita cristiana è una “via” da percorrere, consistente non tanto in una legge da osservare, ma nella persona stessa di Cristo, da incontrare, da accogliere, da seguire».
Nel Vangelo di Marco è proprio Gesù che, rivolgendosi al popolo di Galilea, esclama: «Convertitevi e credete al Vangelo!». Il verbo “convertire” è un invito alla purificazione cioè a “cambiare la strada”, a fare inversione sulla strada che si percorre per lasciare spazio a colui che viene «per la nostra salvezza».
Daniela Catalano