CORONAVIRUS – 16 aprile 2020. Le notizie del giorno
SOMMARIO
Notizie dai nostri territori:
TORTONA – Tamponi a Tortona dal 27
NOVI L. – I numeri di oggi
CASELLA – Controlli nei negozi
VOGHERA – Supporto psicologico gratuito
RIVANAZZANO T. – Convenzione per i pacchi-ciboDalle regioni:
Cirio: “Dovremo conviverci”
Lombardia: il piano in quattro “D”Un “ombrello nazionale” per le misure
Il monito sulla riapertura
Parchi a turno per i bambini?
I sindacati: “Anziani discriminati”
L’ISS: “Immunità di gregge lontana”
Un test rapido per il virus
“L’UE chiede scusa all’Italia”
La CEI lavora alla riapertura
Notizie dai nostri territori
TORTONA – Questo pomeriggio il sindaco di Tortona è stato intervistato da Stefano Brocchetti su RadioPNR. Chiodi ha annunciato che la macchina per effettuare i tamponi “arriva settimana prossima, sarà operativa dal 27”.
“Oggi abbiamo fatto un altro importante acquisto”, ha aggiunto il sindaco, “cinque letti speciali per la terapia intensiva. Costano come un’utilitaria, ma vale la pena averli nella nostra struttura.” Per quanto riguarda i numeri relativi ai pazienti in cura all’ospedale, sono attualmente 111 le persone ricoverate; 34 di queste sono tortonesi.
NOVI LIGURE – Anche oggi aumenta il totale dei decessi di persone positive al coronavirus registrati allo Stato Civile cittadino, che hanno raggiunto il numero di 98, di cui 19 residenti a Novi. Intanto, non si arresta l’attività di controllo della Polizia Municipale: alla data del 15 aprile le persone fermate hanno raggiunto il totale di 849 e per 44 è scattata la denuncia.
CASELLA – Durante gli ultimi giorni l’amministrazione comunale ha effettuato una serie di approfondimenti riguardo alle procedure anti contagio messe in atto presso diversi esercizi commerciali. “Nel complesso, dopo una prima fase di assestamento, non risultano esserci misure disattese”, scrive l’amministrazione. Che aggiunge: “Abbiamo anche preso in considerazione il caso di potenziale positività degli esercenti / operatori: per quanto abbiamo potuto verificare gli apprestamenti messi in atto sono quelli considerati adeguati ad evitare il contagio sia tra i colleghi che verso i clienti”.
VOGHERA – L’assessore Simona Virgilio comunica che in aggiunta al supporto psicologico messo in campo tramite Fondazione Adolescere, il Comune di Voghera, Assessorato alla Famiglia, in collaborazione con l’Associazione EMDR Italia, mette a disposizione di cittadini ed operatori un servizio di supporto psicologico telefonico gratuito. Il servizio è rivolto al personale sanitario, agli operatori e ai cittadini. Per segnalare la richiesta di supporto è possibile inviare una e-mail al seguente indirizzo: emdrvoghera@gmail.com scrivendo “Attiva Sostegno” e lasciando un numero telefonico.
RIVANAZZANO TERME – Il Comune di Rivanazzano Terme ha stipulato una convenzione con l’associazione “L’albero fiorito ONLUS” di Bagnaria per l’acquisto e distribuzione di generi alimentari e beni di prima necessità, previo riscontro da parte dei Servizi Sociali del comune. La domanda di attribuzione del pacco può essere effettuata contattando il Comune o l’associazione.
Cirio: “Dovremo conviverci”
Intervenendo nel dibattito in corso a livello nazionale sulla Fase 2, il presidente Alberto Cirio ha dichiarato che “il nostro Paese ha bisogno di ripartire, ne hanno bisogno le nostre aziende, le nostre famiglie, i nostri territori. Abbiamo bisogno di ripartire e di poterlo fare in sicurezza. Questo significa che dovremo imparare a convivere con il Coronavirus e con le misure necessarie a contenerlo e a proteggere ognuno di noi”. A questo proposito ha ricordato che “il Piemonte sta lavorando da settimane con il sistema produttivo e i rappresentanti degli enti locali al modo per avviare un progressivo ritorno alla normalità. O, meglio, a quella che sarà una nuova normalità“.
Lombardia: il piano in quattro “D”
“La Lombardia guarda avanti e progetta la ‘nuova normalità’ all’insegna della prevenzione, della cura e della programmazione post coronavirus. Dal 4 maggio, la Regione chiederà al Governo di dare il via libera alle attività produttive nel rispetto delle ‘Quattro D’: Distanza (un metro di sicurezza tra le persone), Dispositivi (ovvero obbligo di mascherina per tutti), Digitalizzazione (obbligo di smart working per le attività che lo possono prevedere) e Diagnosi (dal 21 aprile inizieranno i test sierologici grazie agli studi in collaborazione con il San Matteo di Pavia)”. Lo comunica, in una Nota, la Regione Lombardia. “Tutto questo sarà accompagnato da un piano per riaprire in orario scaglionato uffici e aziende. E, successivamente, scuole e università”. Si pensa anche ad aperture scaglionate e sull’arco di tutta la settimana.
Un “ombrello nazionale” per le misure
Oltre a Piemonte e Lombardia anche Sicilia e Veneto spingono per la riapertura dal 4 maggio. Il governatore Zaia esprime, fra i quattro, una posizione più cautelativa: “La proposta del presidente della Lombardia Fontana è legittima perché è stata fatta in base ai provvedimenti che vuole adottare, ma al di là delle posizioni di ogni Regione, ci sarà un ombrello nazionale basato sull’accordo tra Ministero della sanità e parti sociali. Da lì ogni Regione potrà solo elevare il livello di sicurezza con altre misure”.
Il Governo, al momento, stoppa la fuga in avanti: “Si tratta di un errore”, dice il sottosegretario Buffagni. Piuttosto che quattro ‘D’, “servono quattro ‘c’: calma, coerenza, coscienza e criterio”.
“Il viceministro ha interpretato male”, ha risposto Fontana, “le misure saranno concordate con il Governo”.
Il monito sulla riapertura
(AGI) – “Se le aziende riaperte provocassero l’insorgere di nuovi focolai sarebbe un disastro incommensurabile”. Lo dichiara in un’intervista a Il Fatto Quotidiano Pier Luigi Lopalco, l’epidemiologo, professore di Igiene dell’Università di Pisa nominato dal governatore Michele Emiliano responsabile delle emergenze epidemiologiche in Puglia. Secondo il sanitario, “i dati che ancora leggiamo rispetto alla situazione della Lombardia sono tutt’altro che confortanti” tant’è che “la circolazione del nuovo coronavirus è ancora importante e riaprire di più in quella zona industriale vorrebbe dire sovraccaricare Milano che ne è il fulcro”. Domanda pertanto Lopalco: “S’immagina dopo le aperture dover richiudere? Psicologicamente ed economicamente oltre che a livello sanitario sarebbe il disastro totale. Danni incommensurabili”.
Parchi a turno per i bambini?
(Askanews) – “Bisogna fare in fretta. I bambini e gli adolescenti hanno il diritto di riconquistare luoghi di gioco, di movimento e di aria. Dobbiamo predisporre, quando sarà possibile riaprire, spazi all’aperto con un controllo dei flussi. Penso a giardini con volontari che regolino gli ingressi, per nuclei familiari ad esempio. Penso ad aree sportive dove due fratelli possano giocare a pallone o piccoli gruppi di bambini, ben distanziati, possano fare delle attività motorie e ludiche”. Così Elena Bonetti, ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità.
I sindacati: “Anziani discriminati”
(ANSA) – “L’idea di lasciare a casa più a lungo degli altri gli anziani non convince ed è una misura discriminatoria nei confronti di una parte molto consistente della popolazione che ha già sofferto tanto a causa dell’emergenza sanitaria da coronavirus”. Lo affermano in in una nota congiunta i sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uilp-Uil insieme alle rispettive associazioni del volontariato Auser, Anteas, Ada sottolineando che “una prolungata assenza di attività fisica e sociale può avere inoltre conseguenze molto gravi sul benessere psicofisico delle persone anziane, soprattutto di chi è molto anziano e di chi ha più di una patologia”.
L’ISS: “Immunità di gregge lontana”
(ANSA) – “Siamo in un trend discendente, con le curve dei contagiati, dei ricoverati e dei deceduti che hanno uno sfalsamento temporale e che trovano evidenza anche nei dati giornalieri”. Così il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro in conferenza stampa alla protezione civile. “Al momento c’è uno studio per indagare quante persone sono venute a contatto col virus e capire qual è la circolazione. Ci sono stime variabili da regione a regione ma in generale il 90% delle persone in Italia non è venuto a contatto col virus. Questo vuol dire che una larghissima parte della popolazione è ancora suscettibile. Per avere l’immunità di gregge bisognerebbe avere circa l’80% di persone venute a contatto col virus, dunque il target è molto lontano”.
Un test rapido per il virus
(Italia Oggi) – C’è un test veloce per il coronavirus, dura meno di 8 minuti e si chiama “Covid19 Afs-1000”. In queste settimane è stato sperimentato a Roma dal Dipartimento Malattie infettive del Policlinico Universitario Tor Vergata di Roma, dall’Istituto Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, dal Presidio Sanitario Casilino di proprietà di Medica Group. Si basa su un sistema immuno-cromatografico fluorescente per la ricerca specifica nel sangue di IgM e IgG con una precisione vicina al 100%. È anche capace di analizzare da quanto tempo il coronavirus ha contagiato il paziente, se non è mai stato contagiato o è immunizzato. “Il test ha un tasso di errore praticamente pari a zero. Lo abbiamo testato in zone a rischio come Nerola con ottimi risultati. Serve ora un protocollo dal ministero per uniformare i test”.
“L’UE chiede scusa all’Italia”
(AdnKronos) – “È vero che nessuno era davvero pronto per questo. E’ vero che molti non erano lì” quando l’Italia aveva bisogno, alle prese con la pandemia di Covid-19. “Per questo è giusto che l’Europa offra le sue più sentite scuse” all’Italia. Lo dice la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, intervenendo nella plenaria del Parlamento Europeo a Bruxelles. L’Europa, ha detto ancora, “ha avuto crisi economiche prima, ma mai una chiusura come questa. Nessuno ne ha colpa e servono misure senza precedenti” per contrastare gli effetti economici della pandemia di Covid-19. Per von der Leyen, “serve un piano Marshall per la ripresa dell’Europa”, che deve essere messo in piedi “immediatamente”. Bisogna “rendere le nostre economie, società e stili di vita più sostenibili e resilienti”.
La CEI lavora alla riapertura
(SIR) – “In vista della nuova fase, che si aprirà dopo il 3 maggio, si è al lavoro a contatto con le istituzioni governative, per definire un percorso meno condizionato all’accesso e alle celebrazioni liturgiche per i fedeli”. Lo comunica la segreteria generale della Cei. “Nei giorni della Settimana Santa, già prima dell’emanazione del decreto del 10 aprile – informa la Cei –, si è tornati a rappresentare alle istituzioni governative le attese e le esigenze della comunità ecclesiale”. “Si ritiene di poter continuare nella linea degli Orientamenti condivisi lo scorso 25 marzo, dove si propone che per un ‘minimo di dignità alla celebrazione, accanto al celebrante sia assicurata la partecipazione di un diacono, di chi serve all’altare, oltre che di un lettore, un cantore, un organista ed, eventualmente, due operatori per la trasmissione’”.
(AVVENIRE) – “Una delle cose che ci sta più a cuore è il congedo dei defunti. Non possiamo lasciare che una intera generazione, e i loro familiari, siano privati del conforto sacramentale e degli affetti, scomparendo dalla vita, e improvvisamente diventando invisibili. Ci deve essere la possibilità di celebrare i funerali”. Così don Ivan Maffeis, sottosegretario della Conferenza episcopale italiana.