CORONAVIRUS – La situazione in provincia di Pavia e le decisioni della Curia
Scuole chiuse, studenti costretti a una vacanza forzata, attività dei siti culturali (musei, biblioteche, teatri) ferma, sport nella migliore delle ipotesi senza pubblico, bar aperti a precise condizioni con gli avventori a un metro di distanza gli uni dagli altri, ospedali sotto pressione con il personale che sta dando prova di un’abnegazione encomiabile, economia del Paese in affanno con la Borsa da giorni con il segno meno: ecco gli effetti del Coronavirus.
Anche la comunità ecclesiale si trova a fare i conti con l’emergenza, in una Quaresima che quest’anno vuol dire celebrazioni eucaristiche senza popolo, oratori sbarrati, incontri pastorali sospesi. Vengono in aiuto i mezzi della comunicazione in streaming che portano nelle case dei fedeli la parola dei pastori per sentirci comunità riunita in preghiera.
Lo scorso 1° marzo il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha firmato un nuovo decreto che divide l’Italia in tre zone, almeno fino all’8 marzo: zona rossa (Codogno e le località più colpite), zona gialla (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, le province di Pesaro e Urbino e di Savona); il resto del territorio nazionale, tra cui anche il Piemonte.
I governatori delle regioni interessate a loro volta hanno emanato le ordinanze attuative.
In Lombardia il totale dei positivi è di 1.520. Di questi, 122 abitano nella provincia di Pavia.
In Oltrepò Pavese, la mappa del contagio parla di casi a Voghera, Stradella, Zavattarello, Ponte Nizza, Broni, Bastida Pancarana, San Damiano al Colle e altre località. Sul fronte dell’emergenza ospedaliera è stata costituita una rete degli ospedali della provincia di Pavia, sancita da una riunione svoltasi presso gli uffici dell’Ats pavese, con l’obiettivo di trasferire i pazienti ordinari non affetti da Covid 19 dal policlinico “San Matteo” in altre strutture. Già alcuni pazienti sono stati spostati a Montescano e alla “Maugeri” di Pavia.
Per il periodo di sospensione dell’attività scolastica (fino all’8 marzo se non interverranno nuove disposizioni) gli istituti si sono attrezzati per far in modo che gli alunni continuino il loro lavoro: in alcuni casi si sono attivati percorsi di didattica on line (a Voghera l’istituto “Maserati” e il liceo “Galilei”), mentre per tutti compiti e materiale didattico sono caricati sul registro elettronico.
Il vescovo Mons. Vittorio Viola, a motivo dell’estensione della diocesi in tre regioni differenti con differenti norme a cui attenersi, nella serata di lunedì 2 marzo ha emanato disposizioni chiare, invitando presbiteri e laici a un’osservanza puntuale e responsabile. Il vescovo si è rifatto ai comunicati delle Conferenze episcopali “sorelle” ligure, piemontese e lombarda. In particolare, nel territorio ligure si possono riprendere le celebrazioni e tutte le attività, mentre nel territorio piemontese le funzioni possono tenersi con concorso di popolo, seguendo le norme di contingentazione indicate dalle autorità civili con la possibilità di riprendere le altre attività ordinarie (catechesi e oratori) in concomitanza con la riapertura delle scuole che anche in Piemonte rimarranno chiuse fino all’8 marzo.
Diversa la questione nella parte lombarda della diocesi, dove rimangono vigenti le disposizioni restrittive della settimana passata. Mons. Viola ha disposto quindi che non vengano celebrate le messe feriali con il popolo sino a sabato 7 marzo, con la riserva di dare altre indicazioni entro venerdì 6 marzo, alla luce di ulteriori sviluppi e delle decisioni delle istituzioni. Rimangono sospese le iniziative e i vari incontri di natura pastorale.
Anche la festa di san Marziano è stata posticipata: «In considerazione della situazione – si legge nel comunicato del vescovo – avendo consultato anche il Sindaco di Tortona, dott. Federico Chiodi, ho ritenuto di dover trasferire ad altra data l’annuale festa di san Marziano (6 marzo), unitamente al suo Triduo di preparazione e all’incontro del Clero. Prossimamente, seguendo l’evolversi della situazione, verrà comunicato il giorno nel quale potremo festeggiare insieme il nostro Patrono».
Da segnalare il prezioso servizio svolto dai mezzi di comunicazione diocesani che hanno permesso ai fedeli di collegarsi ogni sera con il vescovo che in cattedrale ha presieduto la recita del Rosario e tenuto la riflessione il Mercoledì delle Ceneri, seguite da centinaia di persone.
Questo continuerà ad accadere fino all’8 marzo: alle ore 21 Mons. Viola “entrerà” nelle nostre case e con noi pregherà «affinché il Signore conceda la guarigione ai malati, consoli chi è nel pianto e sostenga quanti operano per il bene comune».
Anche la Chiesa italiana, per bocca del presidente della Conferenza Episcopale Italiana Card. Gualtiero Bassetti, ha invitato alla collaborazione e alla preghiera: «Il pieno rispetto delle disposizioni governative esprime la doverosa disponibilità a condividere fino in fondo le difficoltà».
Marco Rezzani