Correre verso Dio e verso gli altri amando l’Eucaristia
La festa di sant’Antonio Maria Zaccaria dai Padri Barnabiti di Voghera
VOGHERA- Il 5 luglio, giorno in cui la Chiesa ricorda sant’Antonio Maria Zaccaria, la comunità vogherese dei Padri Barnabiti ha festeggiato solennemente il santo fondatore. San Zaccaria, vissuto tra il 1502 e il 1539 diede vita alla Congregazione dei Chierici Regolari di San Paolo, noti col nome di “Barnabiti” dalla chiesa milanese di S. Barnaba, che fu la loro prima sede. Fondò anche la Congregazione delle Suore Angeliche di Paolo converso e, infine, quella dei Laici di San Paolo. Le tre congregazioni furono volute dal fondatore come strumenti di risveglio religioso e morale nella comunità ecclesiale del suo tempo. Nella parrocchia vogherese di S. Maria della Salute, affidata alla cura dei Barnabiti, venerdì scorso alle ore 18 la solenne celebrazione eucaristica è stata presieduta dal vescovo Mons. Guido Marini. Con lui hanno concelebrato i padri della comunità barnabita vogherese: padre Antonio Bongallino, Padre Sundar Raju, padre Gabriele Ricci e padre Giovanni Colombo, insieme al predicatore del triduo padre Graziano Maria Castoro e al diacono Nicola Radicci. Ad animare la liturgia sono stati il coro parrocchiale e quello gospel di Rivanazzano Terme che per l’occasione si sono uniti sotto la direzione di Antonio Buccino. All’inizio della S. Messa, il parroco padre Bongallino ha rivolto un caloroso saluto al vescovo e ha ringraziato il Signore per il dono della santità di sant’Antonio Maria Zaccaria che ha definito un “efficace anticorpo” per la Chiesa del ’500. «Il santo – ha detto – grazie all’azione dello Spirito Santo ha fatto ritrovare la salute al corpo mistico della Chiesa e ha ricordato l’importanza di tornare alla freschezza del Vangelo, fissando lo sguardo su Gesù Eucaristia che chiamava il “Crocifisso vivo”, fonte di ogni santità, esortando i suoi contemporanei a essere “non piccoli santi ma grandi santi”». Ha anche chiesto al vescovo preghiere per il prossimo 138° capitolo generale dei Barnabiti che si terrà nel marzo 2025. Nell’omelia Mons. Marini, riprendendo le parole di padre Bongallino, ha messo in evidenza come sant’Antonio Maria Zaccaria sia stato un valido antidoto contro la malattia della “tiepidezza”: «Un male che ci riguarda da vicino nel nostro modo di seguire il Signore e di essere in rapporto con gli altri». Il santo, al contrario del giovane protagonista del passo evangelico del giorno che incontrato Gesù non ha il coraggio di lasciare tutto e seguirlo, ardeva della passione per il Signore e spesso incitava i suoi a “correre verso Dio, correre verso gli altri, correre come dei matti”. «L’invito a correre verso Dio – ha affermato il vescovo è rivolto a noi e significa combattere il peccato che ci impedisce di correre verso il Signore. Dobbiamo riconoscere che la vita di fede ci deve portare a crescere verso l’alto». «Correre verso Dio significa combattere il peccato e crescere ogni giorno nella vita di fede. –ha spiegato –Correre verso gli altri significa sradicare dal cuore un’indifferenza verso chi ci sta vicino e significa vivere per gli altri». Infine “correre come dei matti” significa avere il fuoco nel cuore e la passione vera e questo è possibile solo quando si mette al centro della propria vita l’Eucaristia, il “Crocifisso vivo”. Al termine Mons. Marini ha ringraziato la comunità barnabita per l’accoglienza e ha salutato tutti i numerosi presenti.
Daniela Catalano