Cosa farà per i nuovi poveri? Gli immigrati: risorsa o problema?

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Voghera al voto. L’ultima domanda del Popolo ai 6 candidati a sindaco

VOGHERA – Una domanda a settimana: si conclude con questo numero la lunga intervista che abbiamo rivolto ai sei candidati alla poltrona di sindaco – in vista delle Amministrative che si terranno il 20 e 21 settembre a Voghera – per conoscere i loro programmi e la loro idea sul futuro della città.

Stavolta ci siamo concentrati sul tema della “comunità” che, qui come altrove, sta cambiando pelle giorno dopo giorno con il rischio di spingere ai margini i nuovi poveri. Abbiamo chiesto ai candidati: quali progetti metterete in atto per le fasce più deboli? E gli immigrati per lei sono una risorsa o un problema?

Antonio Marfi: «Il prossimo autunno saremo chiamati ad agire per sostenere una eventuale crisi economica e lavorativa legata alla emergenza Coronavirus e al successivo e necessario lockdown.

Antonio Marfi

Il rischio più grande è quello di trovarci ad avere un comunità cittadina con maggiori bisogni primari. Dovremo amministrare le risorse economiche per sostenere le fasce deboli e soprattutto i più poveri. È prevista nel programma la creazione di un grande centro diurno dove realizzare una mensa cittadina gestita dalle associazioni di volontariato cittadine in collaborazione con le parrocchie della città. Il primo passo è essere pronti a gestire una crisi economica che potrebbe investire i lavoratori e le famiglie. Puntiamo sulla creazione dell’Osservatorio sulla situazione socioeconomica della cittadinanza e sulla maggiore valorizzazione della Consulta del Volontariato, al fine di costruire una mappatura dei bisogni e dei disagi. Successivamente si deve prevedere subito un’azione di sostegno alla formazione dei lavoratori che perderanno il loro posto di lavoro per potersi riqualificare professionalmente e ritornare ad essere competitivi nel mercato del lavoro.

L’immigrazione diventa una risorsa quando c’è integrazione, e ne abbiamo tantissimi esempi: quindi vorrei che oggi, dopo anni di immobilismo che ritengo strumentale, si lavorasse, seriamente e senza pregiudizi, sull’integrazione di chi è arrivato da poco o arriverà.

I nostri figli frequentano scuole dove ormai le classi sono multietniche e il futuro di Voghera sarà strutturato su queste generazioni che un giorno saranno gli adulti di domani».

Paola Garlaschelli: «La tutela delle fasce più deboli è uno dei punti principali del nostro programma, tutela intesa sia come supporto alle famiglie in difficoltà economica, sia come aiuto alle fasce fragili della popolazione, gli anziani, i disabili, le donne, i disabili. Prevediamo di attivare iniziative economiche e fiscali per a iutare le famiglie in difficoltà, di supportare gli anziani nei loro fabbisogni e in particolare tutelarli contro le truffe, di valorizzare il ruolo delle donne nella famiglia e nella società, di affiancare le famiglie delle persone disabili con iniziative e aiuti che ne riducano il disagio, di rendere la città in generale più sicura, per tutelare tutti dalle azioni violente, dai furti e da ogni reato.

Paola Garlaschelli

Vogliamo una Voghera più viva, sicura ed accogliente, in cui tutti abbiano spazio e possano vivere serenamente.

Gli immigrati sono una risorsa in una città che riesce a integrarli nel proprio tessuto sociale, che riesce a dar loro un ruolo lavorativo e a trattarli con la dignità che meritano. Questa è la vera sfida che ci aspetta, da questo punto di vista, per cambiare la città e renderla migliore.

Gli immigrati sono un problema se vengono lasciati a se stessi, se vengono abbandonati senza prospettive di integrazione e lavoro, se vengono ghettizzati ed emarginati. Dobbiamo cambiare, trovare spazi lavorativi e sociali che consentano di integrarli».

Pier Ezio Ghezzi: «Umanità e rispetto dei diritti, inclusione e rigore nel controllo dei comportamenti.

Pier Ezio Ghezzi

Non si possono tenere per anni ragazzi a vivere negli alberghi a fare nulla. Occorre impegnarli in lavori utili, di cui la città ha un grande bisogno».

Nicola Affronti: «Con la pandemia globale i poveri sono purtroppo aumentati e almeno nel breve periodo necessitano di un aiuto concreto. Per questo confermerò il Fondo Covid con gli utili di Asm che avevo chiesto e ottenuto come presidente del Consiglio Comunale all’inizio dell’anno.

Nicola Affronti

Sui servizi sociali in generale bisognerà fare molto di più e conto molto sull’impegno del nuovo assessore.

Per quanto riguarda i migranti sono una risorsa nel momento in cui l’amministrazione è in grado di farli integrare con la città. Penso ad esempio ai lavori di pubblica utilità, ma penso anche che sia necessario aumentare la percezione di sicurezza dei cittadini, combattendo la microcriminalità.

Questo consentirebbe anche di migliorare il rapporto fra i migranti e la popolazione. È chiaro che lo Stato debba contenere il numero dei migranti in arrivo e che il Comune debba avere contatti continui con la Prefettura che rappresenta il Governo, garantendo che non diventino un problema per la città.

Se eletto mi occuperò personalmente da subito di sicurezza soprattutto per far sì che problemi come quelli messi in risalto dai cittadini oggi non ci siano più (Stazione, piazza San Bovo e zone periferiche) poiché su questo gli altri parlano, ma fino a quando ricoprivano ruoli (ad esempio assessore alla Sicurezza) hanno dimostrato di non essere in grado di risolvere le criticità.

Invito gli elettori a leggere il mio programma integralmente dove troveranno non un libro dei sogni, come gli altri, ma solo punti concreti che poi amministrando il Comune potremo attuare».

Carmelo Pagnotta: «Voghera, grazie alle iniziative istituzionali, alle associazioni di volontariato e alle parrocchie, offre un’assistenza sociale a vari livelli (alloggi, sussidi per basso reddito, sussidi scolastici, agevolazioni, pasti, collette alimentari, vestiario ed altro) ai soggetti disagiati. Un buon obiettivo sarebbe quello di attuare il puro assistenzialismo nei casi particolari, ad esempio per gli anziani soli e indigenti o per i portatori di handicap grave, cercando, invece, di inserire in un circuito virtuoso e di lavoro chi è in grado di essere operativo, per la dignità della persona e il benessere e il decoro della comunità.

Carmelo Pagnotta

Il Comune e i suoi enti possono contribuire molto, attivando contratti periodici a soggetti idonei, per esempio in lavori socialmente utili, nella manutenzione urbana e altre attività di utilità pubblica. Ciò potrebbe valere anche per immigrati richiedenti protezione, attualmente ospitati sul territorio in strutture alberghiere di accoglienza.

Queste persone non sono né un problema, né una risorsa: dipende solo dalla nostra volontà e capacità di inserimento farle diventare l’una o l’altra cosa.

Mi vengono in mente casi in cui i profughi hanno contribuito a valorizzare il territorio (il caso dell’Orto botanico di Bergamo, le cooperative locali, startup agricole come quelle di Asti e Rieti) e casi in cui, come attualmente nella nostra città, molti profughi ospiti occupano la giornata vagando per le strade o sostando davanti ai centri commerciali chiedendo soldi ai passanti».

Giusy Insalaco: «È mia intenzione promuovere lo sviluppo di una rete di assistenza che metta al centro la presa in carico pubblico e l’accompagnamento per le famiglie in difficoltà. Garantiremo un contributo economico fino al massimo di 150 euro per l’acquisto di testi scolastici per gli studenti delle scuole dell’obbligo. Introdurremo un Bonus bebè di 150 euro mensili per supportare le famiglie con figli in età compresa tra 0 e 6 anni. Ridurremo del 50% la retta annuale degli asili nido comunali per aiutare economicamente i neogenitori.

Giusy Insalaco

Per quanto riguarda gli immigrati, vedo che tutti siamo consapevoli siano un problema impellente e non procrastinabile. Innanzitutto si dovrebbe fare una distinzione tra profughi e immigrati economici. Sui primi, difesi dalle leggi internazionali, chiedo che l’accoglienza sia degna di questo nome e quello che vediamo ogni giorno è incivile. Se li si deve accogliere, lo si faccia secondo le condizioni di un inserimento vero. Sugli altri sono invece critica. Non possiamo accogliere tutti in modo indiscriminato. Bisogna invece che lo Stato regoli i flussi migratori e solo quelli che possono avere un lavoro regolare. So bene che abbiamo bisogno di persone che facciano i lavori che gli italiani non vogliono più fare ma è necessario che tali lavoratori non vadano ad ingrassare l’illegalità e il lavoro nero. A proposito del quale vorrei che lo Stato fosse drastico nei confronti di chi sfrutta illegalmente il lavoro di queste persone, sfruttamento che oltre a generare spesso criminalità, danneggia quelli che lavorano o danno lavoro rispettando le regole».

Mattia Tanzi

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