“Dark” e i viaggi nel tempo

Con le sue due prime stagioni (la terza e ultima è in arrivo a fine giugno) “Dark” è una serie tv tedesca che affronta in maniera originale il tema dei viaggi nel tempo con tutti i paradossi ad esso correlati. Definita come la serie più sorprendente e complicata targata Netflix, la sua trama si focalizza sulle vicende di quattro famiglie che abitano nella piccola cittadina di Winden, in Germania.

Siamo nel 2019, il racconto parte dalla misteriosa scomparsa di un ragazzino presso una grotta non lontano dalla fitta foresta che circonda la cittadina, per poi dipanarsi su altri due piani temporali distanti fra loro esattamente 33 anni: nel 1986 e nel 1953.

“Dark” rappresenta un picco di maturità nel campo della fantascienza e il luogo in cui il racconto di fantasia è veicolato all’analisi non solo delle moderne teorie scientifiche ma anche della Storia non banale di un Paese come la Germania. Il pretesto è quello di far rivivere il passato attraverso la storia, per generazioni, di famiglie che hanno condotto e continuano a condurre interamente la propria esistenza in un piccolo borgo. Così, ci vengono regalati momenti e sequenze davvero impressionanti, sempre grazie ad un ritmo apparentemente flemmatico ma emotivamente incalzante. L’impronta del genio tedesco è visibile nei riferimenti filosofici che fungono da sostrato alla costruzione narrativa, plasmandola.

Ed ecco allora che i viaggi nel tempo vengono affrontati soprattutto da una prospettiva filosoficoesistenziale che oltrepassa lo stesso genere della fantascienza. Qui si gioca l’originalità della serie, piena di richiami al pensiero del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche e alla sua teoria dell’Eterno Ritorno.

La colonna sonora è sapientemente orchestrata per ricreare l’ambientazione nostalgica degli anni ’80 fino ai giorni nostri.

Insomma, una serie complessa e dai molteplici livelli che introduce lo spettatore in un ingranaggio fatto di misteri da comprendere ed enigmi su cui riflettere.