«Decisamente sì». E i politici hanno qualcosa da imparare

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Parcheggio delle auto in piazza Duomo a Tortona: sì o no? Al nostro dibattito mancava l’opinione dei giovani. Eccola qua. A parlare Giulia Annibaletti, presidente di “Aps La Fenice ASD”, associazione di promozione sociale di Tortona. Tante idee, proposte, motivazioni e passione: roba da far impallidire i “soliti” adulti. Soprattutto i politici che, in vista delle elezioni 2024, non sono intervenuti

di Marco Rezzani

Nel “focus” su piazza Duomo avviato dal nostro settimanale mancava la voce giovani. Colmiamo questa assenza ascoltando l’opinione di “Aps La Fenice ASD”, organizzazione giovanile e associazione di promozione sociale di Tortona.

Fondata nel 2012, si dedica all’implementazione di attività nel campo delle politiche giovanili, dell’educazione non formale e della cittadinanza attiva ed europea. Collabora strettamente con il Comune di Tortona e le scuole superiori locali, si rivolge in particolare a chi ha tra i 13 e i 25 anni ed è basata sul volontariato. Il suo obiettivo? Creare un ambiente vibrante e inclusivo in cui i giovani possono esprimersi e contribuire allo sviluppo della propria comunità.

Ne è presidente Giulia Annibaletti. Con una solida esperienza nella gestione di progetti locali, europei e internazionali, Giulia vanta un comprovato impegno nel promuovere iniziative di educazione non formale per l’emancipazione e lo sviluppo dei giovani. Attualmente ricopre il ruolo di Programs Manager presso il network globale “Jeunesses Musicales International” con sede a Bruxelles.

Giulia Annibaletti

Le abbiamo posto alcune domande su una piazza Duomo e una città a “misura di giovane”.

Piazza Duomo auto free sì o no secondo lei?

«Decisamente sì».

Quali sono i pro e i contro di una piazza senza la possibilità di parcheggio?

«Per noi immaginare una piazza senza automobili è in linea con i valori chiave di promozione della cultura, dell’innovazione, della creatività, della partecipazione giovanile e della cittadinanza. Gli elementi a favore di tale scelta sono diversi. La mobilità sostenibile: un centro città senza auto darebbe priorità a modalità di trasporto sostenibili come gli spostamenti a piedi e in bicicletta. Questo potrebbe avere ripercussioni positive nello sviluppo di reti pedonali e ciclabili ben collegate, di sistemi di trasporto pubblico efficienti e di infrastrutture che supportino tali tipologie di spostamento. L’accessibilità culturale: aumenterebbero lo spazio e le opportunità per le attività culturali in una città in cui eventi culturali, mostre e spettacoli possano svolgersi nelle strade e nelle piazze, creando un ambiente culturale inclusivo e accessibile per i giovani e per tutta la comunità. Spazi pubblici creativi: un centro città senza auto consentirebbe di trasformare la piazza e le aree di parcheggio in spazi pubblici creativi, parchi e aree dove i giovani possano riunirsi, mostrare i loro talenti artistici e partecipare a iniziative guidate dalla comunità. Partecipazione attiva: un centro città senza auto favorirebbe la partecipazione attiva dei giovani cittadini alla trasformazione dell’ambiente urbano. Coscienza ambientale: l’assenza di automobili nel centro della città ridurrebbe significativamente le emissioni e contribuirebbe a un ambiente più pulito e più verde.

Vanno tuttavia tenuti in considerazione possibili conseguenze negative quali l’accessibilità limitata per alcuni individui. Chiudere piazza Duomo alle auto può rappresentare una sfida per le persone con problemi di mobilità o disabilità. Andrebbero quindi garantite alternative e opzioni di trasporto accessibili. Senza dimenticare l’impatto sulle attività commerciali. Se l’accesso alle auto viene limitato, le attività commerciali del centro città potrebbero subire un calo dei clienti che si affidano all’auto per fare acquisti o accedere ai servizi. Si potrebbe tuttavia mitigare l’impatto offrendo aree di parcheggio designate (gratuite) in zone limitrofe».

Fa parte della mission della vostra associazione promuovere l’accesso dei giovani alla cultura; supportare azioni orientate allo sviluppo di cultura, innovazione e creatività come elementi vitali di partecipazione e cittadinanza. Ciò potrebbe riguardare anche una nuova idea di piazza e, in fondo, di città?

«Immaginiamo la piazza e la città come luoghi di comunità, spazi collettivi dove avviare e sperimentare approcci progettuali innovativi e creativi di riqualificazione urbana. Il coinvolgimento dei giovani e di tutti i cittadini nei processi di pianificazione e progettazione può aumentare il loro senso di appartenenza e di cittadinanza attiva. Questo approccio collaborativo, che potrebbe essere realizzato attraverso laboratori partecipativi, consultazioni con le scuole e gli enti del terzo settore, garantisce che gli spazi pubblici diventino un riflesso delle aspirazioni collettive e della creatività della comunità stessa. La piazza che immaginiamo in questo contesto cittadino è uno spazio culturale dinamico che ospita arte, spettacoli dal vivo, festival e installazioni interattive. Ciò offrirebbe ai giovani l’opportunità di confrontarsi con esperienze culturali diverse, di esplorare la propria creatività e di mostrare il proprio talento. L’incorporazione di elementi artistici, installazioni e caratteristiche architettoniche non convenzionali può ispirare i giovani, stimolare la loro immaginazione e creare un ambiente visivamente accattivante che rifletta l’identità culturale della città e favorisca l’incontro tra i cittadini. Nel complesso, integrando cultura, innovazione e creatività nella (ri)progettazione degli spazi urbani (piazza, strade, aree verdi), crediamo sia possibile dare vita a un ambiente urbano vibrante, inclusivo e culturalmente ricco che consente ai giovani di partecipare attivamente, di plasmare l’identità della loro città e di vivere la cultura come elemento vitale della loro partecipazione e cittadinanza.»

YoutHub” è il nome di un vostro progetto che parte dall’identificazione di un bisogno che emerge da indagini informali e dall’esperienza diretta dell’associazione e dell’Ufficio Politiche Giovanili, ovvero la mancanza di uno spazio in cui i giovani possano aggregarsi, unirsi, crescere, esprimersi: un luogo dove essere protagonisti della rinascita del tessuto sociale cittadino. Può essere questo luogo la piazza? E come rigenerarla per farla diventare a misura di giovane? Quali idee concrete possono essere messe in atto?

«YoutHub è il progetto che ci ha permesso, a partire dal 2015, di collaborare con l’Amministrazione locale nella gestione del Centro Giovani di Tortona. Trasformare la piazza in un luogo vivace e adatto ai giovani è possibile e contribuirebbe a creare continuità di spazi e di intenti. Alcune idee concrete da mettere in atto potrebbero essere: creare uno spazio polivalente in cui installare un palcoscenico modulare o un’area per spettacoli che possa essere facilmente montata e smontata per accogliere diversi tipi di performance con aree designate con divisori mobili o pareti temporanee che possano essere utilizzate come spazi espositivi per i giovani artisti del territorio; avvalersi di un design coinvolgente commissionando ad artisti locali la creazione di segnaletica ed elementi decorativi vivaci e accattivanti che riflettano temi cari ai giovani con l’ausilio di elementi interattivi come sculture cinetiche, installazioni luminose o sonore che rispondano al tatto, al movimento o al suono, offrendo un’esperienza coinvolgente e immersiva alla cittadinanza; favorire l’integrazione tecnologica con la creazione di hotspot con wi-fi gratuiti nella piazza, per consentire ai giovani di connettersi a internet; incoraggiare la partecipazione dei giovani con l’istituzione di gruppi di lavoro o comitati, composti da giovani che rappresentano diversi contesti, scuole e interessi, per fornire idee sul design della piazza, sulla programmazione e sugli sviluppi futuri, assicurando che le loro voci siano ascoltate e considerate; promuovere la connessione intergenerazionale designando aree specifiche o installazioni interattive nella piazza dove i giovani e i membri più anziani della comunità possano incontrarsi per conversare, raccontare storie o svolgere attività laboratoriali insieme; instaurare percorsi di collaborazione con le aziende agricole, i commercianti e gli imprenditori locali per allestire mercati pop-up, laboratori o festival gastronomici nella piazza, offrendo alle nuove generazioni l’opportunità di conoscere i prodotti del territorio e sviluppare abilità e conoscenze culinarie; ipotizzare la creazione di un orto comunitario all’interno della piazza, dove possano imparare a conoscere l’agricoltura sostenibile, partecipare a laboratori di giardinaggio e contribuire alla produzione di prodotti freschi per la comunità locale».

Nessuna utopia: un futuro diverso è possibile. È un vostro motto. Quindi non è un’utopia una piazza diversa?

di Marco Rezzani

Nel “focus” su piazza Duomo avviato dal nostro settimanale mancava la voce giovani. Colmiamo questa assenza ascoltando l’opinione di “Aps La Fenice ASD”, organizzazione giovanile e associazione di promozione sociale di Tortona.

Fondata nel 2012, si dedica all’implementazione di attività nel campo delle politiche giovanili, dell’educazione non formale e della cittadinanza attiva ed europea. Collabora strettamente con il Comune di Tortona e le scuole superiori locali, si rivolge in particolare a chi ha tra i 13 e i 25 anni ed è basata sul volontariato. Il suo obiettivo? Creare un ambiente vibrante e inclusivo in cui i giovani possono esprimersi e contribuire allo sviluppo della propria comunità.

Ne è presidente Giulia Annibaletti. Con una solida esperienza nella gestione di progetti locali, europei e internazionali, Giulia vanta un comprovato impegno nel promuovere iniziative di educazione non formale per l’emancipazione e lo sviluppo dei giovani. Attualmente ricopre il ruolo di Programs Manager presso il network globale “Jeunesses Musicales International” con sede a Bruxelles.

Le abbiamo posto alcune domande su una piazza Duomo e una città a “misura di giovane”.

Piazza Duomo auto free sì o no secondo lei?

«Decisamente sì».

Quali sono i pro e i contro di una piazza senza la possibilità di parcheggio?

«Per noi immaginare una piazza senza automobili è in linea con i valori chiave di promozione della cultura, dell’innovazione, della creatività, della partecipazione giovanile e della cittadinanza. Gli elementi a favore di tale scelta sono diversi. La mobilità sostenibile: un centro città senza auto darebbe priorità a modalità di trasporto sostenibili come gli spostamenti a piedi e in bicicletta. Questo potrebbe avere ripercussioni positive nello sviluppo di reti pedonali e ciclabili ben collegate, di sistemi di trasporto pubblico efficienti e di infrastrutture che supportino tali tipologie di spostamento. L’accessibilità culturale: aumenterebbero lo spazio e le opportunità per le attività culturali in una città in cui eventi culturali, mostre e spettacoli possano svolgersi nelle strade e nelle piazze, creando un ambiente culturale inclusivo e accessibile per i giovani e per tutta la comunità. Spazi pubblici creativi: un centro città senza auto consentirebbe di trasformare la piazza e le aree di parcheggio in spazi pubblici creativi, parchi e aree dove i giovani possano riunirsi, mostrare i loro talenti artistici e partecipare a iniziative guidate dalla comunità. Partecipazione attiva: un centro città senza auto favorirebbe la partecipazione attiva dei giovani cittadini alla trasformazione dell’ambiente urbano. Coscienza ambientale: l’assenza di automobili nel centro della città ridurrebbe significativamente le emissioni e contribuirebbe a un ambiente più pulito e più verde.

Vanno tuttavia tenuti in considerazione possibili conseguenze negative quali l’accessibilità limitata per alcuni individui. Chiudere piazza Duomo alle auto può rappresentare una sfida per le persone con problemi di mobilità o disabilità. Andrebbero quindi garantite alternative e opzioni di trasporto accessibili. Senza dimenticare l’impatto sulle attività commerciali. Se l’accesso alle auto viene limitato, le attività commerciali del centro città potrebbero subire un calo dei clienti che si affidano all’auto per fare acquisti o accedere ai servizi. Si potrebbe tuttavia mitigare l’impatto offrendo aree di parcheggio designate (gratuite) in zone limitrofe».

Fa parte della mission della vostra associazione promuovere l’accesso dei giovani alla cultura; supportare azioni orientate allo sviluppo di cultura, innovazione e creatività come elementi vitali di partecipazione e cittadinanza. Ciò potrebbe riguardare anche una nuova idea di piazza e, in fondo, di città?

«Immaginiamo la piazza e la città come luoghi di comunità, spazi collettivi dove avviare e sperimentare approcci progettuali innovativi e creativi di riqualificazione urbana. Il coinvolgimento dei giovani e di tutti i cittadini nei processi di pianificazione e progettazione può aumentare il loro senso di appartenenza e di cittadinanza attiva. Questo approccio collaborativo, che potrebbe essere realizzato attraverso laboratori partecipativi, consultazioni con le scuole e gli enti del terzo settore, garantisce che gli spazi pubblici diventino un riflesso delle aspirazioni collettive e della creatività della comunità stessa. La piazza che immaginiamo in questo contesto cittadino è uno spazio culturale dinamico che ospita arte, spettacoli dal vivo, festival e installazioni interattive. Ciò offrirebbe ai giovani l’opportunità di confrontarsi con esperienze culturali diverse, di esplorare la propria creatività e di mostrare il proprio talento. L’incorporazione di elementi artistici, installazioni e caratteristiche architettoniche non convenzionali può ispirare i giovani, stimolare la loro immaginazione e creare un ambiente visivamente accattivante che rifletta l’identità culturale della città e favorisca l’incontro tra i cittadini. Nel complesso, integrando cultura, innovazione e creatività nella (ri)progettazione degli spazi urbani (piazza, strade, aree verdi), crediamo sia possibile dare vita a un ambiente urbano vibrante, inclusivo e culturalmente ricco che consente ai giovani di partecipare attivamente, di plasmare l’identità della loro città e di vivere la cultura come elemento vitale della loro partecipazione e cittadinanza.»

YoutHub” è il nome di un vostro progetto che parte dall’identificazione di un bisogno che emerge da indagini informali e dall’esperienza diretta dell’associazione e dell’Ufficio Politiche Giovanili, ovvero la mancanza di uno spazio in cui i giovani possano aggregarsi, unirsi, crescere, esprimersi: un luogo dove essere protagonisti della rinascita del tessuto sociale cittadino. Può essere questo luogo la piazza? E come rigenerarla per farla diventare a misura di giovane? Quali idee concrete possono essere messe in atto?

«YoutHub è il progetto che ci ha permesso, a partire dal 2015, di collaborare con l’Amministrazione locale nella gestione del Centro Giovani di Tortona. Trasformare la piazza in un luogo vivace e adatto ai giovani è possibile e contribuirebbe a creare continuità di spazi e di intenti. Alcune idee concrete da mettere in atto potrebbero essere: creare uno spazio polivalente in cui installare un palcoscenico modulare o un’area per spettacoli che possa essere facilmente montata e smontata per accogliere diversi tipi di performance con aree designate con divisori mobili o pareti temporanee che possano essere utilizzate come spazi espositivi per i giovani artisti del territorio; avvalersi di un design coinvolgente commissionando ad artisti locali la creazione di segnaletica ed elementi decorativi vivaci e accattivanti che riflettano temi cari ai giovani con l’ausilio di elementi interattivi come sculture cinetiche, installazioni luminose o sonore che rispondano al tatto, al movimento o al suono, offrendo un’esperienza coinvolgente e immersiva alla cittadinanza; favorire l’integrazione tecnologica con la creazione di hotspot con wi-fi gratuiti nella piazza, per consentire ai giovani di connettersi a internet; incoraggiare la partecipazione dei giovani con l’istituzione di gruppi di lavoro o comitati, composti da giovani che rappresentano diversi contesti, scuole e interessi, per fornire idee sul design della piazza, sulla programmazione e sugli sviluppi futuri, assicurando che le loro voci siano ascoltate e considerate; promuovere la connessione intergenerazionale designando aree specifiche o installazioni interattive nella piazza dove i giovani e i membri più anziani della comunità possano incontrarsi per conversare, raccontare storie o svolgere attività laboratoriali insieme; instaurare percorsi di collaborazione con le aziende agricole, i commercianti e gli imprenditori locali per allestire mercati pop-up, laboratori o festival gastronomici nella piazza, offrendo alle nuove generazioni l’opportunità di conoscere i prodotti del territorio e sviluppare abilità e conoscenze culinarie; ipotizzare la creazione di un orto comunitario all’interno della piazza, dove possano imparare a conoscere l’agricoltura sostenibile, partecipare a laboratori di giardinaggio e contribuire alla produzione di prodotti freschi per la comunità locale».

Nessuna utopia: un futuro diverso è possibile. È un vostro motto. Quindi non è un’utopia una piazza diversa?

«Queste parole riflettono la convinzione de “La Fenice” che i cambiamenti e le trasformazioni positive sono realizzabili, anche se all’inizio possono sembrare ambiziosi o idealistici. Se immaginare una piazza diversa può presentare delle sfide, non significa necessariamente che sia un’utopia. Una piazza diversa può essere vista come un obiettivo aspirazionale, una visione di ciò che lo spazio potrebbe diventare attraverso una pianificazione deliberata, il coinvolgimento della comunità e gli sforzi di collaborazione. Una piazza diversa non è un’utopia, ma uno sforzo tangibile per migliorare l’ambiente urbano».

di Marco Rezzani

Nel “focus” su piazza Duomo avviato dal nostro settimanale mancava la voce giovani. Colmiamo questa assenza ascoltando l’opinione di “Aps La Fenice ASD”, organizzazione giovanile e associazione di promozione sociale di Tortona.

Fondata nel 2012, si dedica all’implementazione di attività nel campo delle politiche giovanili, dell’educazione non formale e della cittadinanza attiva ed europea. Collabora strettamente con il Comune di Tortona e le scuole superiori locali, si rivolge in particolare a chi ha tra i 13 e i 25 anni ed è basata sul volontariato. Il suo obiettivo? Creare un ambiente vibrante e inclusivo in cui i giovani possono esprimersi e contribuire allo sviluppo della propria comunità.

Ne è presidente Giulia Annibaletti. Con una solida esperienza nella gestione di progetti locali, europei e internazionali, Giulia vanta un comprovato impegno nel promuovere iniziative di educazione non formale per l’emancipazione e lo sviluppo dei giovani. Attualmente ricopre il ruolo di Programs Manager presso il network globale “Jeunesses Musicales International” con sede a Bruxelles.

Le abbiamo posto alcune domande su una piazza Duomo e una città a “misura di giovane”.

Piazza Duomo auto free sì o no secondo lei?

«Decisamente sì».

Quali sono i pro e i contro di una piazza senza la possibilità di parcheggio?

«Per noi immaginare una piazza senza automobili è in linea con i valori chiave di promozione della cultura, dell’innovazione, della creatività, della partecipazione giovanile e della cittadinanza. Gli elementi a favore di tale scelta sono diversi. La mobilità sostenibile: un centro città senza auto darebbe priorità a modalità di trasporto sostenibili come gli spostamenti a piedi e in bicicletta. Questo potrebbe avere ripercussioni positive nello sviluppo di reti pedonali e ciclabili ben collegate, di sistemi di trasporto pubblico efficienti e di infrastrutture che supportino tali tipologie di spostamento. L’accessibilità culturale: aumenterebbero lo spazio e le opportunità per le attività culturali in una città in cui eventi culturali, mostre e spettacoli possano svolgersi nelle strade e nelle piazze, creando un ambiente culturale inclusivo e accessibile per i giovani e per tutta la comunità. Spazi pubblici creativi: un centro città senza auto consentirebbe di trasformare la piazza e le aree di parcheggio in spazi pubblici creativi, parchi e aree dove i giovani possano riunirsi, mostrare i loro talenti artistici e partecipare a iniziative guidate dalla comunità. Partecipazione attiva: un centro città senza auto favorirebbe la partecipazione attiva dei giovani cittadini alla trasformazione dell’ambiente urbano. Coscienza ambientale: l’assenza di automobili nel centro della città ridurrebbe significativamente le emissioni e contribuirebbe a un ambiente più pulito e più verde.

Vanno tuttavia tenuti in considerazione possibili conseguenze negative quali l’accessibilità limitata per alcuni individui. Chiudere piazza Duomo alle auto può rappresentare una sfida per le persone con problemi di mobilità o disabilità. Andrebbero quindi garantite alternative e opzioni di trasporto accessibili. Senza dimenticare l’impatto sulle attività commerciali. Se l’accesso alle auto viene limitato, le attività commerciali del centro città potrebbero subire un calo dei clienti che si affidano all’auto per fare acquisti o accedere ai servizi. Si potrebbe tuttavia mitigare l’impatto offrendo aree di parcheggio designate (gratuite) in zone limitrofe».

Fa parte della mission della vostra associazione promuovere l’accesso dei giovani alla cultura; supportare azioni orientate allo sviluppo di cultura, innovazione e creatività come elementi vitali di partecipazione e cittadinanza. Ciò potrebbe riguardare anche una nuova idea di piazza e, in fondo, di città?

«Immaginiamo la piazza e la città come luoghi di comunità, spazi collettivi dove avviare e sperimentare approcci progettuali innovativi e creativi di riqualificazione urbana. Il coinvolgimento dei giovani e di tutti i cittadini nei processi di pianificazione e progettazione può aumentare il loro senso di appartenenza e di cittadinanza attiva. Questo approccio collaborativo, che potrebbe essere realizzato attraverso laboratori partecipativi, consultazioni con le scuole e gli enti del terzo settore, garantisce che gli spazi pubblici diventino un riflesso delle aspirazioni collettive e della creatività della comunità stessa. La piazza che immaginiamo in questo contesto cittadino è uno spazio culturale dinamico che ospita arte, spettacoli dal vivo, festival e installazioni interattive. Ciò offrirebbe ai giovani l’opportunità di confrontarsi con esperienze culturali diverse, di esplorare la propria creatività e di mostrare il proprio talento. L’incorporazione di elementi artistici, installazioni e caratteristiche architettoniche non convenzionali può ispirare i giovani, stimolare la loro immaginazione e creare un ambiente visivamente accattivante che rifletta l’identità culturale della città e favorisca l’incontro tra i cittadini. Nel complesso, integrando cultura, innovazione e creatività nella (ri)progettazione degli spazi urbani (piazza, strade, aree verdi), crediamo sia possibile dare vita a un ambiente urbano vibrante, inclusivo e culturalmente ricco che consente ai giovani di partecipare attivamente, di plasmare l’identità della loro città e di vivere la cultura come elemento vitale della loro partecipazione e cittadinanza.»

YoutHub” è il nome di un vostro progetto che parte dall’identificazione di un bisogno che emerge da indagini informali e dall’esperienza diretta dell’associazione e dell’Ufficio Politiche Giovanili, ovvero la mancanza di uno spazio in cui i giovani possano aggregarsi, unirsi, crescere, esprimersi: un luogo dove essere protagonisti della rinascita del tessuto sociale cittadino. Può essere questo luogo la piazza? E come rigenerarla per farla diventare a misura di giovane? Quali idee concrete possono essere messe in atto?

«YoutHub è il progetto che ci ha permesso, a partire dal 2015, di collaborare con l’Amministrazione locale nella gestione del Centro Giovani di Tortona. Trasformare la piazza in un luogo vivace e adatto ai giovani è possibile e contribuirebbe a creare continuità di spazi e di intenti. Alcune idee concrete da mettere in atto potrebbero essere: creare uno spazio polivalente in cui installare un palcoscenico modulare o un’area per spettacoli che possa essere facilmente montata e smontata per accogliere diversi tipi di performance con aree designate con divisori mobili o pareti temporanee che possano essere utilizzate come spazi espositivi per i giovani artisti del territorio; avvalersi di un design coinvolgente commissionando ad artisti locali la creazione di segnaletica ed elementi decorativi vivaci e accattivanti che riflettano temi cari ai giovani con l’ausilio di elementi interattivi come sculture cinetiche, installazioni luminose o sonore che rispondano al tatto, al movimento o al suono, offrendo un’esperienza coinvolgente e immersiva alla cittadinanza; favorire l’integrazione tecnologica con la creazione di hotspot con wi-fi gratuiti nella piazza, per consentire ai giovani di connettersi a internet; incoraggiare la partecipazione dei giovani con l’istituzione di gruppi di lavoro o comitati, composti da giovani che rappresentano diversi contesti, scuole e interessi, per fornire idee sul design della piazza, sulla programmazione e sugli sviluppi futuri, assicurando che le loro voci siano ascoltate e considerate; promuovere la connessione intergenerazionale designando aree specifiche o installazioni interattive nella piazza dove i giovani e i membri più anziani della comunità possano incontrarsi per conversare, raccontare storie o svolgere attività laboratoriali insieme; instaurare percorsi di collaborazione con le aziende agricole, i commercianti e gli imprenditori locali per allestire mercati pop-up, laboratori o festival gastronomici nella piazza, offrendo alle nuove generazioni l’opportunità di conoscere i prodotti del territorio e sviluppare abilità e conoscenze culinarie; ipotizzare la creazione di un orto comunitario all’interno della piazza, dove possano imparare a conoscere l’agricoltura sostenibile, partecipare a laboratori di giardinaggio e contribuire alla produzione di prodotti freschi per la comunità locale».

Nessuna utopia: un futuro diverso è possibile. È un vostro motto. Quindi non è un’utopia una piazza diversa?

«Queste parole riflettono la convinzione de “La Fenice” che i cambiamenti e le trasformazioni positive sono realizzabili, anche se all’inizio possono sembrare ambiziosi o idealistici. Se immaginare una piazza diversa può presentare delle sfide, non significa necessariamente che sia un’utopia. Una piazza diversa può essere vista come un obiettivo aspirazionale, una visione di ciò che lo spazio potrebbe diventare attraverso una pianificazione deliberata, il coinvolgimento della comunità e gli sforzi di collaborazione. Una piazza diversa non è un’utopia, ma uno sforzo tangibile per migliorare l’ambiente urbano».

«Queste parole riflettono la convinzione de “La Fenice” che i cambiamenti e le trasformazioni positive sono realizzabili, anche se all’inizio possono sembrare ambiziosi o idealistici. Se immaginare una piazza diversa può presentare delle sfide, non significa necessariamente che sia un’utopia. Una piazza diversa può essere vista come un obiettivo aspirazionale, una visione di ciò che lo spazio potrebbe diventare attraverso una pianificazione deliberata, il coinvolgimento della comunità e gli sforzi di collaborazione. Una piazza diversa non è un’utopia, ma uno sforzo tangibile per migliorare l’ambiente urbano».

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