Di Tondo ha mandato in orbita la pasta “Barilla”
Il Rotary Club ha invitato il tortonese, amministratore delegato dell’azienda, a raccontare la sua storia e il futuro del Made in Italy alimentare
TORTONA – Basta dirgli che c’è qualcosa d’impossibile da realizzare e al tortonese Gianluca Di Tondo si accenderà una scintilla negli occhi che di rado s’incontra in altre persone. Lui è l’uomo per eccellenza delle sfide e dei cambiamenti che all’inizio dell’anno è riuscito a mandare nello spazio la pasta Barilla, inserita nel menu degli astronauti.
Giovedì 22 febbraio il Rotary Club Tortona – Distretto 2032, con il patrocinio del Comune e della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, ha organizzato una serata dedicata proprio a Di Tondo che è amministratore delegato del Gruppo Barilla, la più importante azienda alimentare italiana dal 1877, con un fatturato di quasi 5 miliardi e 8600 dipendenti. Introdotto con orgoglio dal presidente del Rotary Club Tortona, Gianni Mogni, e dal sindaco, Federico Chiodi, il manager ha ricordato di essere molto legato alla sua città, dove vivono i suoi affetti e ha carissimi amici e dove ha studiato al liceo “Peano”.
Si è rivolto subito ai giovani, augurando loro di avere le idee chiare su ciò che vogliono diventare. «Io ho sempre saputo, fin dal liceo, che avrei fatto marketing. – ha detto – La vostra carriera sarà sempre nelle vostre mani e ricordatevi che gli altri decidono per voi, se voi non avete le idee chiare».
Dopo la laurea all’università “Bocconi” di Milano, Di Tondo spicca il volo, matura un’esperienza di oltre 25 anni nel mondo del Food&Beverage, diventa direttore marketing del brand nazionale Heineken, di cui assume responsabilità globale, che rilancia sotto molteplici aspetti, fino a diventare partner della Formula Uno. «Ero convinto che avrei finito la mia carriera lì, con un’azienda di cui ero innamorato: invece, quando è arrivata la proposta della famiglia Barilla di conoscermi, sono andato in crisi – ha raccontato -. Nel marzo 2020, pochi giorni prima che scattasse il lockdown a causa del Covid, ho accettato di entrare a far parte di quest’azienda alimentare italiana diventata una multinazionale ai massimi livelli nel mondo. Come responsabile marketing ho rilanciato il logo Barilla, che non era toccato dagli anni ’60, così come ho rinnovato quello del Mulino Bianco, ho visto nascere la linea di pasta “Barilla al Bronzo” e lanciato la Pasta Evangelist, pasta fresca che inizia ad avere un bel mercato in Inghilterra».
Barilla, che conta 30 siti produttivi, di cui 15 solo in Italia e altri in Europa e negli Stati Uniti e produce non solo pasta e sughi, ma anche prodotti da forno, potrebbe diventare 5 volte la dimensione attuale: questa è l’ambizione di Di Tondo che ha subito messo in chiaro come nel mondo il cibo italiano sia sinonimo di gusto e salute e di come la sua azienda possa mostrare con fierezza una produzione di pasta 100% da grano italiano, con una rete di 6000 aziende agricole partner diretti. «Ora tutti sappiamo che dal 2020 a oggi il mondo è passato da una calma piatta alla burrasca e ora viviamo un’instabilità globale: le aziende sono disegnate per l’efficienza e per sopravvivere e avere successo l’unica ricetta è “cambiare”. Crea stress, sì, ma va fatto. Io l’ho fatto portando con me, dal primo gennaio di quest’anno, 47 dipendenti da Parma ad Amsterdam, dove ne arriveranno poi altri 150 dalle sedi di tutto il mondo – ha aggiunto -. E, in questa delicata fase, non ho voluto cambiare le persone, ma far sì che fossero loro a credere in questa nuova avventura. Il cuore resta Parma, il cervello dove abbiamo un’altra base è a Londra e i muscoli commerciali li abbiamo portati ad Amsterdam, l’unica città nei Paesi Bassi dove non si parla olandese ma inglese e dove l’aeroporto ti collega, in un attimo, col resto del mondo. Vogliamo essere l’azienda con il più alto contenuto di fiducia da parte del consumatore, ma non possiamo adagiarci: ci voleva una scossa. La mia missione è accelerare la crescita internazionale di Barilla».
Il pubblico lo ha inondato di domande su vari argomenti e quando il capitano Domenico Lavigna, comandante dei carabinieri di Tortona, ha chiesto se i dipendenti Barilla sono felici di andare a lavorare lì, Di Tondo ha passato la parola a una giovane tra il pubblico che, emozionata, ha raccontato di vivere un sogno aziendale che diventa energia positiva, capace di generare solo eccellenti risultati.
Alessandra Dellacà