Dieci offerte per l’acquisto dell’ex Ilva

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Sono tutti gruppi siderurgici stranieri e alcuni sono interessati solo a una parte dell’azienda

NOVI LIGURE – Sono dieci le offerte presentate per la procedura di vendita del colosso siderurgico italiano ex Ilva. La scorsa settimana è scaduto il termine per il deposito delle offerte pubbliche che ora dovranno essere valutate dai commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e del ministero delle Imprese e del Made in Italy. Inizialmente, le manifestazioni d’interesse per l’ex Ilva erano state 15, ma solo 10 si sono poi tramutate in offerte giudicate vincolanti. Dei dieci gruppi che si sono fatti avanti per l’acquisto del colosso siderurgico italiano, sono solo tre i soggetti interessati a rilevare l’intero pacchetto, di cui nessuno italiano, mentre gli altri sette hanno dimostrato interesse solo ad alcune parti del gruppo. Come annunciato nei mesi scorsi, si tratta della cordata azera Baku Steel Company con Azerbaijan Investment Company, gli indiani di Jindal Steel International e il fondo Usa Bedrock Industries. Le sette offerte interessate a singoli asset, invece, sono state presentate dalla cordata Car Segnaletica Stradale Srl con Monge & C. Spa e Trans Isole Srl; la cordata Eusider Spa con Marcegaglia Steel Spa Profilmec Spa, Imc Spa e la cordata Marcegaglia Steel Spa con Sideralba Spa e Vitali Spa. Ora i commissari straordinari si riservano “un periodo di tempo congruo” di almeno un mese per esaminare attentamente tutte le proposte ricevute, tenendo conto innanzitutto degli aspetti occupazionali, della decarbonizzazione e dell’entità degli investimenti, allo scopo di assicurare lo sviluppo sostenibile del polo siderurgico ma soprattutto la massima tutela dei lavoratori coinvolti. I commissari hanno specificato che il termine per presentare le offerte non è da considerarsi “perentorio” e che loro sono aperti alla valutazione di eventuali proposte giunte in un secondo momento qualora queste “presentino condizioni particolarmente favorevoli per la procedura in corso”. Nel bando di gara, infatti, sono cinque i requisiti essenziali richiesti affinché la proposta sia presa in considerazione e tra questi vi sono lo sviluppo della produzione siderurgica in Italia e il sostegno delle comunità locali e la garanzia di continuità operativa degli impianti. L’obiettivo principale, comunque, resta quello di evitare una cessione con “spacchettamento”, vendendo tutti gli assett del polo a un unico acquirente con lo Stato che gestisca il partenariato. Una clausola necessaria, come più volte sottolineato dai sindacati, così come da Regione Piemonte e dal sindaco Rocchino Muliere nel corso dell’ultimo tavolo di crisi svoltosi a Novi Ligure lo scorso 9 dicembre. «Ribadiamo la nostra contrarietà allo spacchettamento e pensiamo che per il futuro dell’Ilva e dell’industria italiana sia necessario mantenere l’unitarietà del gruppo» aveva sottolineato Muliere al termine dell’incontro. Per il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il fatto che al bando abbiano partecipato così tante aziende internazionali conferma l’aver preso «la strada giusta per il rilancio della siderurgia italiana».

Federica Riccardi

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