Dieci “semi” per educare il cuore
Animatori, educatori, insegnanti, catechisti e ragazzi invitati dalla Pastorale giovanile a festeggiare con il vescovo san Giovanni Bosco
TORTONA-Il 31 gennaio, da alcuni anni, in occasione della festa di san Giovanni Bosco, la Pastorale Giovanile organizza un momento di incontro e di preghiera con il vescovo per ringraziare il santo patrono dei giovani e per festeggiare anche il compleanno di Mons. Marini, che cade proprio in questa data. L’appuntamento, esteso anche ad animatori, educatori, insegnanti e catechisti, si è aperto alle ore 18 nel salone del Seminario con la riflessione del pastore diocesano ed è proseguito con l’adorazione eucaristica nella cappella del Seminario e la cena fraterna. Don Cristiano Orezzi, responsabile della Pastorale Giovanile diocesana, ha salutato e ringraziato i numerosi presenti e ha lasciato la parola al vescovo per il suo intervento che ha avuto come motivo ispiratore la parabola del seminatore e in particolare il gesto di “spargere i semi”. «La seminagione – ha detto – vuol dire coltivare» che è sinonimo di educare, e lui ha voluto proprio soffermarsi sulla coltivazione che «è anche un’educazione, che riguarda noi gli altri che ci sono affidati». Ha proseguito dispensando i “semi” che per noi sono le parole da “seminare” attraverso l’educazione, coltivando nell’ambito educativo. Ha scelto 10 parole “semi di educazione-coltivazione” alla vita cristiana molto significative e per spiegarle meglio ha fatto ricorso a brevi racconti e aneddoti legati alla vita reale. Le parole scelte sono: amore, annuncio, carità, gioia, eternità, preghiera, provvidenza, testimonianza, salvezza e vita. Esse «sono eco della Parola che è il Signore, fatto carne, – ha spiegato il vescovo l’unica che coltiva davvero la vita, che coltiva il cuore, che ci educa davvero, in virtù della quale possiamo diventare realmente coltivatori educatori di tanti. «La prima educazione che il Signore ci vuole dare – ha concluso – è l’incontro con Lui, un incontro che cambia tutta la nostra esistenza, un incontro coinvolgente nel quale Lui è in tutto perché vuole essere tutto in noi e nel momento in cui ci lasciamo educare dal Signore, noi diventiamo educatori nello stesso senso per tutti coloro che incontriamo». Don Cristiano, al termine, ha formulato a Mons. Marini gli auguri da parte di tutti i giovani e due di loro gli hanno regalato un quadro con una foto della GMG di Lisbona, in segno di affetto e di riconoscenza. Poi, tutti sono saliti nella cappella per vivere pienamente l’incontro con Gesù Eucaristia e dopo un tempo di preghiera e di silenzio, la serata è proseguita nel refettorio, dove gli allievi dell’istituto diocesano “Santachiara” hanno preparato la cena. Un momento conviviale e sereno per chiudere in bellezza la giornata di festa.
Daniela Catalano