«Dio è venuto per salvare la nostra povera vita»

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Dalla Novena alla Messa del 25 dicembre: Mons. Marini ci ha fatto riscoprire la gioia, lo stupore e la meraviglia che proviamo contemplando la Natività

Giovedì 16 dicembre, alle ore 7, in cattedrale ha avuto inizio la prima Novena di Natale che Mons. Guido Marini ha celebrato a Tortona. Il vescovo ha presieduto il Canto delle Profezie seguito dalla celebrazione eucaristica. Numerose le persone presenti, che per nove giorni hanno partecipato alla messa, e nutrita la schiera dei ministranti, che hanno coadiuvato il vescovo, insieme ai concelebranti don Claudio Baldi, parroco del duomo, don Paolo Verri, don Paolo Padrini e mons. Mario Balladore. Il pastore ha offerto ogni giorno una riflessione sulla Parola e sul senso dell’attesa della venuta del Figlio di Dio in mezzo al suo popolo. Nella prima omelia ha spiegato che durante i nove giorni si sarebbe rinnovato «con particolare intensità l’abbraccio fedele del Signore per noi» per prepararci a «ricevere, ancora una volta, quello straordinario abbraccio di amore che solo il Natale sa donare a tutti». Nel penultimo giorno Mons. Marini ha ricordato come tutte le nove antifone sono conosciute come “antifone O” perché ciascuna di esse inizia con una “O”. «Questa “O” iniziale – ha detto – ha un significato molto bello, perché vuole esprimere lo stupore e la meraviglia che proviamo nel cuore a motivo del mistero della Natività di Gesù. Dice lo stupore della Chiesa di fronte a quel Signore che nasce a Betlemme: se il Natale non ci trova con le lacrime agli occhi, per una verità che sconvolge la nostra vita, vuol dire che non lo abbiamo compreso». Venerdì 24 dicembre, al termine della Novena, il parroco don Baldi ha rivolto un pensiero di ringraziamento al vescovo «per aver guidato il popolo di Dio con la sua dolcezza davanti al grande mistero della Natività».

Alle ore 23 della Vigilia, sempre in cattedrale, Mons. Marini ha officiato la Santa Messa della Notte che ha aperto le celebrazioni del Santo Natale. Tutte sono state trasmesse in diretta streaming sul sito di Radio PNR, del Popolo e della Diocesi. All’inizio della liturgia notturna è stato eseguito da Enrico Vercesi, direttore della Cappella Musicale della cattedrale, il Canto della Calenda, antico componimento che confessa il miracolo storico dell’incarnazione avvenuta realmente. Nel testo si ripercorre il cammino della salvezza fino all’anno 42, quando avviene il censimento di Cesare Augusto e la nascita di Gesù a Betlemme. Al termine il celebrante ha scoperto la statua del Bambino Gesù posta ai piedi dell’altare.

Nell’omelia, ha chiesto ai numerosi presenti: «Perché siamo nella gioia?» «Il motivo della gioia e della luce che caratterizzano questa notte – ha sottolineato – è che Gesù è nato per noi e tra noi e che Dio è voluto venire qui per salvare la nostra povera vita. Oggi è nato per noi, anzi è nato per me. Oggi io sono salvato. Per questo tutto deve brillare di luce e di gioia». Si è poi soffermato sulle tre parole che il Bambino dice a ciascuno. La prima è: «Tu sei amato da Dio e sul serio». La seconda è: «Tu hai la mia vita che è vittoriosa sulla morte e sul peccato». Lui, infatti, ci dona la sua vita che sconfigge la morte e sa di eternità. La terza parola, infine, è: «Tu puoi avere una vita diversa». Le sue parole ci invitano ad accogliere il dono del Santo Bambino e comunicano gioia vera. «Sono i suoi tre doni che in sintesi ritroviamo nell’annuncio che squarcia la tenebra di questa notte: “Oggi è nato il salvatore”». Prima della benedizione finale don Claudio Baldi ha formulato al vescovo gli auguri affettuosi a nome della comunità parrocchiale, dell’amministrazione comunale e di tutti i fedeli presenti e collegati online. Il 25 dicembre, alle ore 10.30, ha avuto inizio la Messa del giorno di Natale nella quale il pastore diocesano ha citato le parole di un celebre discorso di san Leone Magno: «Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita». «Mentre riascoltiamo queste parole così belle – ha dichiarato il vescovo Guido – il nostro sguardo si posa sul bambino Gesù perché lui è la vita che toglie la tristezza, che sconfigge la morte e il peccato e che è promessa di eternità beata. Soffermiamoci con lo sguardo e con il cuore sul Bambino Gesù e diciamogli: “Tu sei la mia vita, tu sei la vita vera che sconfigge ogni mia tristezza”». Nel Verbo fatto uomo di cui parla l’evangelista Giovanni «noi scopriamo che la ragione della vita, della storia e del mondo è l’amore di Dio donato a noi perché viviamo nel suo amore con lui e con gli altri. L’amore è la ragione, il significato e il senso di ogni cosa». «Non possiamo – ha concluso con forza Mons. Marini – non avvertire la passione nel cuore di dire a tutti che questo bambino è la vita vera, la ragione dell’esistenza, l’amore. Questo bambino è il Dio con noi che ci salva stando con noi. E come san Francesco Saverio, dobbiamo dire “Più in là, ancora più in là”, perché tutti nella diocesi possano incontrarsi con Lui, vita e senso di tutto».         

Daniela Catalano

(foto: Luigi Bloise)

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