Don Bruno Nobile festeggia 90 anni
Il 9 giugno la Messa presieduta da Mons. Marini a Medassino per il compleanno del parroco
VOGHERA – Il 10 giugno 1934 a Voghera nasceva don Bruno Nobile. Ordinato il 29 giugno 1957, come sacerdote si è consegnato totalmente nelle mani del Signore che gli ha donato una vita lunga e feconda, compiendo grandi opere. Per il 90° compleanno, la comunità parrocchiale di Medassino, guidata da tanti anni da don Bruno, ha voluto festeggiare questo importante traguardo insieme al vescovo che domenica 9 giugno si è recato nella chiesa di San Calocero per celebrare l’Eucaristia insieme al neo novantenne. Don Bruno, noto per la sua riservatezza, per un giorno è stato al centro dell’attenzione di quanti hanno voluto formulargli gli auguri e dimostrargli il bene profondo che provano per lui. La sua pacatezza e i suoi modi garbati e gentili sono i tratti caratteristici che lo distinguono e che lo hanno fatto amare in tutti questi anni di sacerdozio nei quali ha ricoperto anche importanti incarichi. Don Nobile, che ha seguito da vicino la seconda sessione del Concilio, ha attraversato un’importante fase storica della vita della Chiesa, ha visto cambiare il volto di Voghera, la sua città, ha seguito come direttore spirituale i chierici in seminario, ma soprattutto ha vissuto il suo ministero sacerdotale con grande umiltà e “in punta di piedi”, senza chiedere nulla, sempre rispettoso e attento alle esigenze del gregge che gli è stato affidato, sempre con uno sguardo vivace e attento sulla vita della sua Diocesi e della sua gente. All’inizio della celebrazione, alla quale hanno preso parte don Paolo Verri e padre Cristoforo guardiano della Comunità dei frati francescani di Voghera, insieme ai diaconi permanenti Luigi Ermano e Giovanni Ottoboni, don Cristiano Orezzi, parroco della Comunità pastorale di Voghera, ha rivolto un affettuoso saluto a don Nobile a nome del presbiterio della città di Voghera e di mons. Marco Daniele, vicario foraneo. Ha poi raccontato di aver ringraziato la Madonna per il dono di don Bruno che era stato il suo direttore spirituale in seminario e gli aveva trasmesso grandi insegnamenti, tra cui quello di essere sempre accogliente, semplice e delicato con le persone che si incontrano sul cammino. A sua volta il vescovo ha lodato il Signore per i tanti doni che attraverso di lui si sono riversati sulla Diocesi e sulle tante persone che ha incontrato nella vita e nel suo ministero fedele e intenso. Nell’omelia Mons. Marini si è soffermato sulla liturgia della Parola domenicale, che ben si intrecciava con i festeggiamenti per il sacerdote e ha individuato tre parole da conservare nel cuore. La prima tratta dal Salmo è “Il Signore è bonta e misericordia”, la seconda dalla lettera di san Paolo sottolinea l’esistenza di una dimora eterna che ci attende e la terza ascoltata nel vangelo è quella dell’evangelista che spiegando come Gesù si dona alla folla, dice “fuori di sé”, cioè tutto donato agli altri. «Con la prima parola abbiamo messo a fuoco la fede, con la seconda la speranza e con la terza la carità. – ha detto il vescovo – Queste tre parole ci ricordano che siamo uomini e donne che vivono di fede, di speranza e di carità e ben si inseriscono nella vita di don Bruno». Il sacerdote, infatti, ha vissuto i suoi 90 anni in una fede cristallina, certo che il Signore è bonta e misericordia; con la speranza di una dimora eterna che dura per sempre e, infine, nella carità che è stata la luce della sua vita. «Quel “fuori di sé” di Gesù ciascuno può attribuirlo a don Bruno – ha affermato Mons. Marini – perché lui ha fatto della sua vita un dono per il popolo che gli è stato affidato». Come la sua vita, così il suo ministero è intriso di fede, speranza e carità. Prima della benedizione finale, anche don Bruno ha ringraziato il vescovo e tutti i presenti, chiedendo di essere ricordato nella preghiera e ha esortato tutti a vivere come fratelli e sorelle, amandosi veramente e con il cuore. Mons. Marini poi ha fraternamente abbracciato il sacerdote in segno della stima e dell’affetto suo e di tutta la Chiesa tortonese.