Don Pier Giovanni Agnes, il prete della Parola

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Pozzolo Formigaro ha ricordato il parroco che fu direttore del Popolo dal 1969 al 1998

Ancora una volta, dopo il decennale nel 2008, il ventennale del 2018 e l’inaugurazione del Largo a lui dedicato nel 2023, Pozzolo Formigaro domenica scorsa ha voluto ricordare il prete minuto e spesso silenzioso, avvolto nelle sudate carte che aveva sul suo comodino, il Vangelo e I Promessi Sposi: don Pier Giovanni Agnes. Nato a Rovescala, classe 1929, è stato a Pozzolo per tanta parte della sua vita terrena terminata il 14 maggio 1998, a 69 anni. Le radici nell’Oltrepò, la famiglia di produttori di vino, il bonarda rosso e gustoso, e poi, da giovanissimo prete, l’arrivo a Pozzolo rispettando la volontà del vescovo Egisto Domenico Melchiori. Dalla collina alla pianura: un cambiamento radicale. Nella parrocchia di San Martino nel 1952 trova l’arciprete mons. Cesare Mariani erede del grande parroco mons. Giovanni Botti. A San Nicolò, l’altra metà del cielo pozzolese, dapprima don Giovanni Gazzola e poi don Pietro Gambarotta. Terra di santi e di contrabbandieri dice la storia o forse la leggenda metropolitana. Santi come sant’Alessandro Sauli, ma anche di tanti santi preti e laici, uniti in quell’inizio di bassa padana, crocevia di regni, Repubbliche e scorribande, così l’avrebbero definito gli storici Severino Ghezzi e Mario Silvano, Pier Giorgio Caramagna, Dario Grassi e Giacomo Martini.

Nel teatro “Asilo Raggio”, nel nuovo centro delle associazioni culturali, la sala era gremita ad ascoltare i ricordi, non di rado commoventi. L’occasione era la presentazione di un agile libretto con una bella immagine del giovane don Agnes in copertina e sullo sfondo la terra e i campi di Pozzolo e le colline dell’Oltrepò, il titolo che è un programma di evangelizzazione: Ci faremo fraternità. E tutti sono partiti per il viaggio più lungo ed eterno negli anni. La comunità pozzolese si è stretta intorno alla famiglia di Agnes. Moderati dal sapiente Enzo Baldon, i saluti istituzionali del sindaco Domenico Miloscio, al tavolo con l’assessore Giovanna Gulli, mentre in sala vi erano autorevoli membri di Giunta e del Consiglio e il consigliere regionale Pasquale Coluccio. Il successore dei giganti della fede pozzolese don Costantino Marostegan ha portato il saluto della comunità cristiana. Virginia Zero, nipote di Dario Grassi, e la nipote di don Pier Giovanni, Sara Agnes, hanno letto testi del volume con una intensità e passione palpabile nella emozione della sala.

Difficile condensare in poche righe una vita di missione, azione pastorale e tantissimi scritti. Il ruolo di Agnes nella Chiesa tortonese, dalla segreteria del vescovo, all’incarico centrale nel Sinodo diocesano; l’impegno con i Laureati Cattolici, gli enti di formazione teologica e culturale. Tanto si è scritto e si continuerà a fare. La cifra di Agnes è il binomio “terra e parola”. La Parola e le parole, il Vangelo di Gesù Cristo, il messaggio di salvezza e il mistero della Pasqua sono i segni distintivi del messaggio, della pastorale e della sua testimonianza a tutti. Nelle pagine di Agnes si scorge la sua figura, il suo incedere deciso ma umile, mai provocante, la sua ricerca costante per ricavare dalla Parola che libera e salva un’ancora per tutta l’umanità redenta. Belle le testimonianze di Giuseppe “Pinuccio” Rolandi, tra gli amici più cari, come Francesco Demarchi, Sandro Scotti, Paola Mariani, e poi gli aneddoti di riconoscenza e malinconia di un tempo che non c’è più di Fabrizio Palenzona, Giovanni Fracasso e Gabriele Zanini. Tanti, con noi, avrebbero voluto parlare, dire la propria. Agnes avrà ascoltato i loro cuori da dove oggi dimora e avrà sorriso.

La Diocesi era presente con gli amici di Tortona e Rivalta Luisa Iotti e Giorgio Bailo, di Novi Gianni Vigo, Gianpaolo e Mariangela Mantero. E poi ancora Giani Masini ex sindaco di Pozzolo, Paolo Affronti da Voghera.

Bellissima la testimonianza del direttore de Il PopoloMatteo Colombo che ha raccolto, dopo lo straordinario lavoro e impegno di servizio di mons. Piergiorgio Pruzzi, l’eredità della guida della testata del settimanale cattolico fondato nel 1896 dal vescovo Mons. Igino Bandi. Colombo ha ricordato Agnes leggendo il primo illuminante editoriale del 1969. “Speranza”, come il tema del Giubileo 2025 e “rischio”. Dialogo, apertura al mondo, testimonianza del Risorto alle genti, domande e interrogativi, approfondimenti, perché la parola va coltivata, meditata e poi scritta. Verso il Regno, viandanti tutti verso una meta comune ma dentro la storia di ognuno perché il bene trionfi sul male e la vita sulla morte, come nella bellissima poesia dell’Agnes scrittore e poeta.

Era presente Agnes domenica. Come è presente in redazione, ha chiosato Colombo. La sua lezione, la sua luminosa e appassionata ricerca di Gesù Cristo nella storia, nei volti degli uomini e delle donne di ogni tempo, dalle colline dell’Oltrepò alla pianura della Frascheta, fino ai confini del mondo e dell’umano.

Luca Rolandi

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