Donne ai fornelli

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Simona Novarini, blogger di “Giallo Zafferano”, dopo aver lasciato il lavoro da impiegata,

si è dedicata a una passione: la cucina.

Oggi tiene le sue “serate culinarie” al ristorante “Bazzini” di Canneto Pavese assieme a Mariella Mariotti

Questa è una storia di passione e di cucina. Da farti venire l’acquolina in bocca a raccontarla, ma da spingerti, anche, a credere nei sogni. È la storia di Simona Novarini, di Canneto Pavese, che assecondando il suo amore per il buon cibo e le ricette, dopo aver lasciato il lavoro da impiegata, ha aperto un blog di cucina sulla piattaforma di “Giallo Zafferano”. E oggi tiene un seguitissimo corso (ma lei preferisce parlare di “serate culinarie”) presso il ristorante “Bazzini”, proprio nel suo paese, in cui, come uno chef, insegna e trasmette trucchi e segreti per dare vita a piatti succulenti. L’ho incontrata in una delle sale del locale insieme a Mariella Mariotti che lo gestisce.

 

Allora partiamo da lì, dalla passione: Simona, come è nata in te questa voglia di dedicarti alla cucina?

Ce l’avevo dentro fin da piccolina. Mia nonna, Lice, era una cuoca ed è stata lei a trasmettermi l’amore per il cibo. Ero ancora una bambina quando in casa mi insegnava a preparare i ravioli, a divertirmi con la pasta fresca. Il mio blog è dedicato a mia nonna, infatti si chiama “La cucina di Lice”. In pratica, non ho mai smesso di cucinare anche quando sono cresciuta. Prima lo facevo nei ritagli di tempo cercando di fare coincidere questo hobby con la famiglia e il mio lavoro da impiegata. Poi ho lasciato il lavoro e mi sono buttata nella mia passione; in questa avventura.

 

La tua nonna ti ha tramandato la conoscenza di tante ricette e tu, oggi, le tramandi a chi segue il tuo blog.

Esatto. Ogni settimana pubblico una video-ricetta sul mio blog, che è visibile anche sul canale Youtube. Si tratta di lezioni guidate per preparare i piatti che cucino a casa mia e che condivido con chi mi segue.

 

La tua esperienza ci dice che anche in questo mondo dove tutto è difficile e complicato, chi desidera fortemente una cosa prima o poi può riuscire ad ottenerla. Ma come hanno preso questo tuo cambio di professione in famiglia? Cosa hanno detto i tuoi figli e tuo marito?

Quando ho iniziato, i miei figli erano proprio piccoli quindi ancora non si rendevano conto di avere una mamma cuoca. Mio marito, invece, mi ha sempre supportata anche se all’inizio per me le spese superavano i ricavi. Ma non ho mollato. Col passare dei mesi il blog era sempre più seguito, avevo dei buoni riscontri, la cosa iniziava a girare per il verso giusto e allora anche mio marito è venuto completamente dalla mia parte.

 

In casa cucina anche lui?

No, no, assolutamente. La cuoca di casa sono io. Anche se a volte mi dà una mano.

 

Veniamo ai tuoi corsi di cucina che tieni al ristorante “Bazzini”.

Non mi piace chiamarli “corsi”. Preferisco definirli “serate di cucina”, “incontri di cucina”. La parola “corso” è troppo seriosa e poi non mi sento neanche una docente. Più semplicemente ciò che faccio è tramandare la mia esperienza, quello che so fare, alle signore che partecipano.

Si è creato un bel gruppo, sono nate anche delle amicizie, le partecipanti sono entusiaste. Sembra di stare in famiglia anche perché la sala del locale che ci ha messo a disposizione Mariella Mariotti è molto accogliente e ospitale, un luogo pieno di calore.

 

Il ristorante “Bazzini”, appunto. L’atmosfera che si respira qui piacevole: così, oltre a mangiare bene, ci si sente coccolati. Mi rivolgo ora proprio a Mariella: è stata tua l’idea di portare qua Simona e di organizzare le sue serate?

L’idea è nata da un nostro incontro e da una chiacchierata con lei. Parlando della sua attività e del suo cambio di vita ho trovato delle analogie con la mia esperienza: anch’io sono passata da un’occupazione ad un’altra. Prima lavoravo nel mondo del vino, oggi, con Riccardo Rezzani, gestisco il ristorante “Bazzini”.

La conoscenza di Simona ci ha dato lo stimolo per fare qualcosa in più e qualcosa di diverso in una delle sale del ristorante che diventa lo spazio ideale per le sue serate di cucina. Noi le mettiamo a disposizione strumentazioni e forni professionali; al resto ci pensa lei. Lei ci mette la sua creatività.

In fondo io e Simona siamo molto simili: non abbiamo bisogno di tante parole per capirci e per decidere, di settimana in settimana, cosa proporre a chi partecipa alle sue lezioni. Siamo soddisfatte del successo che il corso sta riscuotendo e riceviamo in continuazione richieste di future adesioni. Le nuove arrivate si meravigliano del clima di amicizia che si respira qui.

 

Un altro aspetto che vi accomuna è l’amore e un’attenzione particolare per i prodotti locali, i prodotti cioè del territorio dell’Oltrepò pavese.

È vero. Nel blog di Simona si trovano molte ricette della tradizione, semplici e veloci da preparare con prodotti che raccontano anche la storia del territorio.

I piatti del nostro menu valorizzano la cucina locale, a partire dai vini: abbiamo in carta vini di numerose aziende dell’Oltrepò che abbiniamo, per esempio, ai formaggi locali e ai piatti tipici come i “bata lavar”, i ravioli simbolo di Canneto Pavese. Seguiamo la stagionalità dei prodotti, rispettando il passato con un occhio rivolto all’innovazione e al futuro.

 

Le ultime domande sono ancora per Simona Novarini: qual è il tuo piatto preferito?

In realtà sono due. I “tortelli con la coda”, famosi nella zona del Piacentino, che a casa mia rappresentavano il piatto dei giorni di festa e mia nonna li serviva con il sugo di funghi porcini.

A Natale, per esempio, non mancavano mai. E poi i “pillon” che si ottengono con un impasto di ricotta, spinaci, farina e uova: sono degli gnocchi un po’ allungati, dalla forma irregolare, che si condiscono o col burro e la salvia oppure anch’essi con il sugo di funghi.

Ho raccontato come si preparano proprio sul mio blog.

 

Simona, che consiglio daresti a quelle donne, mamme, professioniste che la sera, quando tornano tardi dal lavoro, devono improvvisare la cena, così, su due piedi?

Io consiglio sempre di tenere in casa un rotolo di sfoglia che è utile per fare quello che chiamo lo “svuota frigo”. Se non sapete cosa cucinare, riempite la sfoglia con ciò che trovate nel vostro frigorifero, il formaggio, il prosciutto… al resto ci pensa il forno.

In 30 minuti avrete pronta una torta salata o una quiche da fare venire l’acquolina in bocca a tutta la famiglia.

Matteo Colombo

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