Dopo il Covid ritorna la normalità

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Il percorso della “San Giuseppe” di San Sebastiano con la direttrice sanitaria Maria Grazia Pacquola

SAN SEBASTIANO CURONE – È una bella normalità quella che si vive negli spazi della Residenza Sanitaria per Anziani (RSA) “San Giuseppe”: una normalità “ritrovata”, dopo il lungo periodo di restrizioni dovute al Covid. La struttura ultracentenaria è nata come refettorio per i poveri e per i bambini abbandonati, nel corso degli anni, poi, ha cambiato destinazione d’uso accogliendo anche persone disabili.

Oggi vi risiedono 60 ospiti, uomini e donne e anche coppie: molti non autosufficienti, altri in grado di uscire per andare in paese. Suor Bernadeta Cieślik la superiora e responsabile della struttura, suor Lidia e suor Olive, religiose della congregazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità di don Orione, si prendono cura degli anziani provenienti da tutta la provincia di Alessandria, ma anche dal Milanese e dal Torinese. Insieme a loro, a supervisionare la gestione, c’è Maria Grazia Pacquola, apprezzato medico senologo tortonese. «Ero appena andata in pensione, era il primo febbraio 2020, – ricorda la dottoressa Pacquola – quando è scoppiata la pandemia di Covid. Dall’estate di quell’anno, che ha stravolto le esistenze di tutti noi, mi è stato chiesto di fare il direttore sanitario, organizzando la casa in modo tale che l’assistenza fosse la migliore possibile. È stata una sfida assistenziale non indifferente, considerato il contesto mondiale: per me, personalmente, è stato uno tsunami professionale ed emotivo, perché ciò che era più importante – e lo è tuttora, – era entrare negli sguardi e nelle storie di chi era ricoverato lì, aiutandolo a gestire il proprio tempo così come la propria dignità di persona. E poi, si sa, quando ci si mette in gioco in questi ambiti è sempre più quello che si riceve di quello che si dà, quindi sono grata per quest’incarico». Nella casa di riposo c’è un grande giardino con gazebo e, chi può, aiuta le suore a innaffiare i fiori, godendo dei benefici del giardinaggio.

La pandemia ha messo a dura prova la socialità e soprattutto i contatti verso l’esterno. «Abbiamo riaperto il prima possibile ai familiari, – prosegue Pacquola – agli psicologi e agli animatori, affinché le attività sociali, compresa “la festa dei nonni” tornassero nella routine dei nostri ospiti. Cerchiamo anche di portare in struttura momenti di ricerca, con lo scopo di migliorare le terapie».

Alessandra Dellacà

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